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Valle
Inviato: dom, 26 mag 2013 10:52
di EnTerl
Buongiorno a tutti,
oggi si sente spesso parlare di "valle" non riferendosi all'accezione comune di zona delimitata da due montangne, si pensi ad esempio alla silicon valley in california, ora a cesena si parla anche di wellness valley (pensiamo alla tecnogym e alla fiera di rimini dedicata al benessere). So che sono termini inglesi , ma la domanda è questa. si può usare il termine "valle" per indicare non una zona delimitata da due catene montuose, ma un'area famosa per una determinata attività economica? grazie
Inviato: dom, 26 mag 2013 11:22
di Carnby
Comunque la Silicon Valley ("valle del silicio") è una valle (più precisamente la valle di Santa Clara). Sul trasferimento di valle ad altre zone produttive sono personalmente contrario: mi pare la solita trovata giornalistica.
Inviato: dom, 26 mag 2013 13:29
di valerio_vanni
Istintivamente anche per me "Valle" significa solamente "zona in mezzo a due montagne", ma mi rendo conto che ha un significato più ampio da prima che arrivasse il cosiddetto morbus anglicus.
Mi vengono in mente le Valli di Comacchio e la
Valle Padusa. Nella pagina di Wikipedia c'è una cartina del 1568, in cui vengono definite "valli" delle zone paludose che vedono le montagne solo col binocolo.
Non so però quanto possa questo significato legarsi a quello di "zona produttiva", anche perché bisogna capire se la zona produttiva coincide o no con una di queste "valli senza montagne intorno".
Inviato: dom, 26 mag 2013 14:02
di EnTerl
valerio_vanni ha scritto:
Non so però quanto possa questo significato legarsi a quello di "zona produttiva", anche perché bisogna capire se la zona produttiva coincide o no con una di queste "valli senza montagne intorno".
ok grazie. quindi se un'area geografica non è definita valle (quindi non è il caso delle "valli di Comacchio"), però è famosa per la sua forte vocazione alla coltivazione di una particolare materia prima, secondo te non può definirsi "valle"?
Inviato: dom, 26 mag 2013 14:15
di Ferdinand Bardamu
Confermo quel che ha scritto Valerio Vanni: dalle mie parti ci sono le
Valli Grandi Veronesi e non c’è ombra di rilievi.
Valle in quest’accezione geografica significa ‘area depressa’ (cfr. Treccani in linea s.v. «
Valle» 3a).
Per
wellness valley suggerirei un semplice
zona del benessere, come altrove esistono le
zone del mobile, ad esempio.
Inviato: dom, 26 mag 2013 14:30
di EnTerl
riporto una pagina di Wikipedia dove si parla di una zona in olanda denominata "food valley" proprio per la forte concentrazione di aziende agroalimentari. cosa ne pensate?
Inviato: dom, 26 mag 2013 15:34
di EnTerl
EnTerl ha scritto:riporto una pagina di Wikipedia dove si parla di una zona in olanda denominata "food valley" proprio per la forte concentrazione di aziende agroalimentari. cosa ne pensate?
http://en.wikipedia.org/wiki/Food_Valley
Inviato: dom, 26 mag 2013 18:33
di Carnby
EnTerl ha scritto:riporto una pagina di Wikipedia dove si parla di una zona in olanda denominata "food valley" proprio per la forte concentrazione di aziende agroalimentari. cosa ne pensate?
Gli olandesi hanno capitolato, a quanto sembra.
Welkom in de Regio FoodValley.
Ma anche l'Italia e l'italiano sono a rischio, perfino nel mondo agroalimentare e culinario, dove un tempo la faceva da padrona: se il cuoco più famoso del momento, Gordon Ramsey, è uno scozzese (e la Gran Bretagna non è stata mai terra di buona cucina) ed è riuscito ad aprire un paio di ristoranti in Sardegna e Toscana, bisogna correre ai ripari e cercare di riprenderci un primato che un tempo sembrava quasi inarrivabile.
Inviato: dom, 26 mag 2013 18:51
di Souchou-sama
Rams
ay sarà pure scozzese, ma il suo forte è
anche la cucina italiana, sicché…

Non confondiamo il mero sangue cólla competenza acquisibile da chiunque!
Inviato: dom, 26 mag 2013 19:07
di Carnby
Souchou-sama ha scritto:Ramsay sarà pure scozzese, ma il suo forte è anche la cucina italiana, sicché… Non confondiamo il mero sangue cólla competenza acquisibile da chiunque!
Su questo stesso fòro si disse, giustamente, che la cucina era la "linea del Piave" per la lingua italiana (
qui). Se gl'italiani lasciano corrrere e si fanno sopravanzare dagli stranieri, cosa impedirà a questi ultimi di imporre anche la loro terminologia? Con questo non voglio dire che Ramsay (mi scuso per la
e) non vada bene, è solo che la cucina italiana dovrebbe essere valorizzata un po' di più (come succede in verità per molte altre cose), così da salvare anche la relativa lingua settoriale.
Inviato: dom, 26 mag 2013 19:28
di Souchou-sama
Ovvía, io non sarei cosí catastrofista.

Anche perché mi sembra che qui i nessi logici siano piuttosto deboli. Se, per esempio, prende piede il termine
noodles, non è tanto colpa dello strapotere straniero, quanto della
nostra mancanza d’un traducente appropriato — conseguenza, a sua volta, dell’assenza (materiale,
extralinguistica) dei
noodles dalla cucina italiana. Al contrario, non penso proprio che, se anche Gordon aprisse trenta ristoranti da noi, cominceremmo a dire
i tomato anziché
i pomodori o
il basil anziché
il basilico.

Inviato: dom, 26 mag 2013 19:45
di Ferdinand Bardamu
Concordo con Souchou. Allo stesso modo, nella lirica ci sono stati e ci sono tuttora tanti(e) bravi(e) cantanti non italiani(e) con un’eccellente pronuncia della nostra lingua, sicché la nostra cultura, lungi dall’esserne danneggiata, ne risulta al contrario esaltata.
Inviato: dom, 26 mag 2013 21:10
di Souchou-sama
Approfitto dell’ottimo spunto di Ferdinand per corroborarlo con un esempio concreto: se non fosse stato per la cantante giapponese Akiko Shikata, che trae spesso ispirazione dalla cultura italiana, non avrei mai conosciuto la poesia
Notte d’Ada Negri, né il
Riso di bella donna del Chiabrera, e cosí via. La sua pronuncia, ahimè, è tutto fuorché «eccellente»

; in compenso, ha scritto —lei stessa o chi per lei— dei componimenti originali in un italiano quasi impeccabile. Se la Shikata non avesse sfidato il «primato» italiano, non avremmo mai avuto un brano come
questo o
quest’altro — e non vi sarebbe, credo, che da rammaricarsene.
In altre parole: guardiamo al…
silver lining della
cloud!

Inviato: lun, 27 mag 2013 13:57
di Animo Grato
Souchou-sama ha scritto:In altre parole: guardiamo al…
silver lining della
cloud!

Caro Souchou-sama, ci vada piano con questi ammiccamenti alla lingua della perfida Albione, prima di subire ritorsioni.
Tornando a bomba, credo che
valley abbia avuto (forse soprattutto nei paesi non anglofoni, che di norma prendono in prestito e scimmiottano goffamente l'uso di termini inglesi, portandoli a estremi ignoti nella madrepatria - sarebbe interessante indagare...), credo che abbia avuto, dicevo, la stessa sorte del suffisso
-poli in italiano, dove legittimamente ha solo il significato di "città" (da Napoli a Costantinopoli). Com'è tristemente noto, sul modello del nomignolo giornalistico dell'inchiesta sullo scandalo di tangenti che ebbe come epicentro Milano (ribattezzata, appunto, "Tangentopoli"), si è avuta una proliferazione di coniazioni simili, ogni volta che ci si è imbattuti in scandali penalmente rilevanti (Calciopoli, Vallettopoli...): tutte parole in cui il suffisso
-poli ha assunto un significato illegittimo. Pare che lo stesso stia accadendo con
valley (ripeto: forse più da noi e in Olanda che negli Stati Uniti o in Gran Bretagna) e, di riflesso, con
valle (ma probabilmente questa è un'ipotesi fin troppo "ottimistica": la repressione del provinciale "italianismo" sarà feroce e sistematica).
Per quel che mi riguarda, metto al bando tanto il
-poli "scandalistico" quanto il
valley "produttivo".
Inviato: lun, 27 mag 2013 14:40
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:Per quel che mi riguarda, metto al bando tanto il -poli "scandalistico" quanto il valley "produttivo".
Se per quanto riguarda
valley siamo d’accordo, per il suffisso -
poli sarei piú indulgente. È infatti un uso esclusivamente giornalistico, produttivo solamente nella lingua dei media: nessuno direbbe, in un’ipotetica conversazione quotidiana sulla scoperta, per fare un esempio a caso, di un giro di malaffare nel quartiere di Lambrate a Milano, «Hai sentito della
Lambratopoli?».
L’estensione di significato ha la stessa (apparente) illegittimità del prefisso
omo- che vale ‹riguardante gli omosessuali› e del suffisso -
arie, cioè ‹elezioni preliminari per scegliere il candidato di un partito o movimento a una certa carica pubblica›. Tale estensione non intacca però il significato proprio dei morfemi:
omo- continuerà a esser produttivo anche per indicare omogeneità o uguaglianza, e -
poli avrà ancora il significato di ‹città›.