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Espressioni «brutte» della nostra lingua

Inviato: lun, 13 gen 2014 1:46
di rossosolodisera
Spero di aver scelto la sezione adatta. Vorrei chiedere a tutti voi di elencare (non necessariamente con un'unica risposta) espressioni o forme che riteniate cacofoniche benché siano corrette, che vi piacerebbe che fossero errate eppure non lo sono. Personalmente ad esempio trovo orrendo lo pneumatico e gli pneumatici.

Inviato: lun, 13 gen 2014 2:20
di Luca86

mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 11:48
di rossosolodisera
Non credo che la mia discussione sia un doppione di quella che lei indica, perché io non mi allargo alle problematiche di pronuncia. Io stesso in tale aspetto penso proprio di non essere ortodosso: un conto è lo svarione grammaticale endemico o il termine dialettale, che un italianista di buona volontà se vuole evita, ma se si vive tra la gente come si fa a imporsi la pronuncia senza localismi? Se stai nei posti assimili, è inevitabile.
Non sento la vocazione di essere perfetto in tal senso. Se insegnassi italiano e lo facessi a Firenze non abbasserei certo i voti per le tipiche consonanti sorde ("l'arahosta è un hrostasceo"), che anzi assimilerei io: a me basta che usino bene i tempi e altre cose.
Comunque grazie che me lo ha indicato.

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 13:21
di valerio_vanni
rossosolodisera ha scritto:Non credo che la mia discussione sia un doppione di quella che lei indica, perché io non mi allargo alle problematiche di pronuncia.
A me pare che ritenere cacofonica un'espressione sia una questione di pronuncia.
Non so, forse le dà fastidio più a livello grafico che uditivo?

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 14:52
di Animo Grato
rossosolodisera ha scritto:"l'arahosta è un hrostasceo"
Non sono toscano, ma temo che l'esempio scelto sia piuttosto infelice. :wink:
Per tornare in argomento, e quindi alle nostre personali idiosincrasie, ho sempre detestato il suono della parola "tramezzino".

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 14:57
di valerio_vanni
Sì, le due acca sono errate ;-)

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 15:47
di Infarinato
La prima, se intesa come [ɣ], può esser giusta… ;)

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: lun, 13 gen 2014 19:55
di Luca86
rossosolodisera ha scritto:Non credo che la mia discussione sia un doppione di quell[e] che lei indica...
Ha equivocato (e non è la prima volta): io le ho solamente indicato due filoni affini al suo (e anzi ne aggiungo un terzo, di tema opposto: Le parole nel cuore), nient'altro.

Inviato: lun, 13 gen 2014 21:57
di PersOnLine
Io non sopporto l'espressione più presto, lo sostituisco con prima.

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: mer, 15 gen 2014 12:46
di rossosolodisera
Animo Grato ha scritto:
rossosolodisera ha scritto:"l'arahosta è un hrostasceo"
Non sono toscano, ma temo che l'esempio scelto sia piuttosto infelice. :wink: .
Infelice come l'ho reso graficamente, o come espressione? Ho preso la frase da "La vita è bella" di Benigni e non ho studiato quei simbolismi usati da molti di voi. A me piace la dizione toscana, comunque la prego, se vuole scrivere ancora, non divaghiamo troppo.
A proposito, a me non piace neppure chirurghi e la concordanza del participio passato femminile in frasi come ti ho vista (io dico sempre "ti ho visto" anche rivolto ad una lei).

Inviato: mer, 15 gen 2014 15:47
di Animo Grato
Mi spiego meglio e chiudo la divagazione: ho definito il suo esempio "infelice" perché l'aspirazione (la "gorgia toscana", come viene chiamata nel gergo di noi ragazzi yéyé) non si verifica in quei casi; occorrerebbe invece se la c "dura" fosse scempia (ovvero singola) e intervocalica: per tale motivo un toscano pronuncerà, con gorgia, "vedo la hasa" (anch'io non ho dimestichezza coi simboli fonetici - soprattutto se devo scriverli - e comunque è tanto per capirci) e senza gorgia "sono a casa" perché, a causa del raddoppiamento fonosintattico, quella c si raddoppia nella pronuncia (tanto in quella toscana quanto nella buona pronuncia neutra italiana - pr.: sono accasa) e quindi, in pratica, non è più scempia, sottraendosi con questo al fenomeno della gorgia. Questo per "crostaceo". La g come in "aragosta", invece, non viene mai aspirata (o forse sì, ma solo da una sparuta minoranza di cinture nere decimo dan della gorgia). Il riascolto dello spezzone del film citato me ne dà conferma: verifichi Lei stesso.
Tornando a bomba, trovo stridente il suono di "ricupero" (che pure è la voce lemmatizzata dal DOP) e quindi uso sistematicamente "recupero".

Inviato: mer, 15 gen 2014 15:54
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:Tornando a bomba, trovo stridente il suono di "ricupero" (che pure è la voce lemmatizzata dal DOP) e quindi uso sistematicamente "recupero".
Uh, a proposito di suoni stridenti, ho sempre mal sopportato cocuzzolo, che si ritrova in Manzoni: l’ho sempre trovato cacofonico rispetto alla variante cucuzzolo.

[FT] Gorgia toscana

Inviato: mer, 15 gen 2014 16:23
di Infarinato
Animo Grato ha scritto:…Questo per "crostaceo".
Solo una piccola chiosa a quanto ottimamente riassunto da Animo Grato: basta che la «c dura» /k/ (o la t o la p) sia posvocalica [scempia], per cui —con trascrizione semplificata— dehrostacei («dei crostacei»), ma sempre un crostaceo e da ccrostaceo (da provocando raddoppiamento fonosintattico in toscano e in «italiano normale» [o, canepariamente, «italiano neutro tradizionale»]).

Inviato: mer, 22 gen 2014 22:40
di rossosolodisera
Animo Grato ha scritto: trovo stridente il suono di "ricupero" (che pure è la voce lemmatizzata dal DOP) e quindi uso sistematicamente "recupero".
Mi faceva disperare Enrico Ameri (ricupera la palla). Anche io uso sistematicamente recuperare.

Re: mi riferivo allo scrivere

Inviato: gio, 23 gen 2014 13:39
di Carnby
rossosolodisera ha scritto:Infelice come l'ho reso graficamente
Sì, graficamente.
rossosolodisera ha scritto:Ho preso la frase da "La vita è bella" di Benigni e non ho studiato quei simbolismi usati da molti di voi.
Allora avrebbe dovuto scrivere l'araghost' è un crostasceo (sempiflicando molto, con l'ambiguità di quel nesso -sc-, differente da quello in lascio).