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I nomi dialettali dei giorni dopo "dopodomani"
Inviato: mar, 28 gen 2014 13:44
di bubu7
Nel pugliese, parlato in un'area che localizzerei a nord di Foggia, i nomi sono (o meglio sarebbero perché, anche se tradizionalmente si tramanda tutta la serie, gli ultimi due termini non li ho mai sentiti;
naturalmente sono possibili varianti poco significative...):
cra,
pəscrà,
pəscrìll [raro],
pəscrón [mai sentito],
pəscrəllón [mai sentito].
Sono curioso di leggere le vostre repliche.

Inviato: mar, 28 gen 2014 14:15
di Animo Grato
Non sono sicuro di aver capito bene. Esemplificando, se oggi è domenica, avremmo:
cra = domani (lat.
cras) = lunedì;
pəscrà = dopodomani (
post cras) = martedì;
pəscrìll = mercoledì;
pəscrón = giovedì;
pəscrəllón = venerdì.
È corretto? Se così fosse, non ho mai sentito niente del genere.

Inviato: mar, 28 gen 2014 15:03
di bubu7
Sì, caro
Animo Grato, proprio come ha gentilmente esemplificato.
Mi piacerebbe sapere dai frequentatori di questa piazza quali sono i termini del loro dialetto per i giorni successivi al
dopodomani.

Inviato: mar, 28 gen 2014 15:06
di Carnby
Qui
dopodomani si dice
domanlattro e il giorno dopo
dopodomanlattro.

Inviato: mar, 28 gen 2014 18:14
di Cembalaro
In napoletano, salvo omissioni, c'è solo craie e pescraie.
Entrambi desueti: il primo lo ricordano solo alcune vecchie nonne o anche bisnonne; il secondo è rarissimo anche in letteratura seicentesca.
I termini attuali sono calchi dell'italiano: dimane e doppodimane.
Non so se esistano parole per indicare i giorni successivi.
Inviato: gio, 30 gen 2014 10:07
di bubu7
Qualche altra informazione.
Il
Dizionario Abruzzese e Molisano, 1968, di Ernesto Giammarco riporta, sotto la voce
cra, la sequenza:
cra(jə);
pəscra(jə);
pəscrìllə, pəscrillónə [entrambi per indicare il giorno dopo dopodomani];
pəscrillùccə [il secondo giorno dopo dopodomani].
Francesco D'Ascoli, nel suo
Nuovo vocabolario dialettale napoletano, 1993, riporta:
cràie, pescràie, pescrigno [il giorno dopo dopodomani], aggiunge che derivati di
cras si ritrovano nell'antico spagnolo e antico portoghese e riporta anche esempi dal calabrese:
piscràie, piscriddu.
Infine, illuminante, il Rohlfs (
Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, paragrafo 921).
Per i giorni che seguono [il dopodomani] l'Italia centrale e settentrionale non hanno coniato alcun termine; nel Mezzogiorno invece troviamo una notabile fila di espressioni create per mezzo di suffissi, cioè suffisso diminutivo (vocale caratteristica i) per il primo giorno, suffisso aumentativo (vocale caratteristica o) per il secondo giorno che segue [...] In non pochi di questi dialetti c'è poi un termine particolare per il giorno ancora seguente, cfr. nel napoletano (secondo il D'Ambra [Vocabolario napolitano-toscano, 1873]) craje, pescraje, pescrigno, pescrotte, pescruozzo; nel Salento (Nardò) crai, puscrài, puscrìddi, puscriddàzzu, puscriddòne (Rohlfs, Vocabolario dei dialetti salentini).
A questo punto la questione diventa di natura etno-linguistica: "Come mai le regioni meridionali hanno avvertito la necessità di identificare diversi giorni nel futuro?

Inviato: gio, 30 gen 2014 10:22
di Ferdinand Bardamu
Confermo, anche se non ce n’è bisogno, quel che dice il Rohlfs sui dialetti del norde: non esiste un’espressione per i giorni che seguono il dopodomani. Da me dopodomani si dice pasà domàn (lett. ‹passato domani›).
Riguardo alle forme che ha riportato bubu7, sarebbe interessante conoscerne l’etimo. Se crai e poscrai (e varianti locali) sono perspicui nella loro derivazione dal latino CRĀS e POSTCRĀS, donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
Inviato: gio, 30 gen 2014 10:31
di bubu7
Ferdinand Bardamu ha scritto: ...donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
Direi di sì.
Il Rohlfs, nella citazione riportata, parla di suffissi e vocali caratteristiche usati per la formazione dei diversi termini...
Inviato: gio, 30 gen 2014 18:56
di Cembalaro
Ferdinand Bardamu ha scritto:
Riguardo alle forme che ha riportato bubu7, sarebbe interessante conoscerne l’etimo. Se crai e poscrai (e varianti locali) sono perspicui nella loro derivazione dal latino CRĀS e POSTCRĀS, donde se ne escono pescrigno, piscriddu e compagnia? Sono alterati di CRĀS?
In napoletano: prima del vocabolario di D'Ascoli citato da Bubu, lo stesso linguista pubblicò un
Dizionario etimologico napoletano, nel quale, s.v.
pescrigno, scrive: «etim.: formazione d'incerta natura; forse dimin. di pescràje» (immagino: pescrino-pescrinio-pescrigno).
Ma devo aggiungere all'elenco anche il bellissimo
pescruozzo, che sta per «tra quattro giorni» (Ancora D'Ascoli: «forse accrescitivo di pescràje»).
Il vocabolario settecentesco di Ferdinando Galiani (1789) registra tutti i composti s.v.
pescraje, pescrigno, pescruozzo, ma segnala:
Galiani ha scritto:
«ma siffatte voci non si adoperano separatamente nel discorso, né si potrebbe dire: Ci vedremo pescrigno per dir che ci vedremo tra tre giorni. Si adoperano soltanto in fila per indicar la serie di essi giorni».
Non è esattamente così:
pescraie viene usato da sola in due opere buffe:
Lisa pontegliosa e
Lo mbruoglio d'ammore;
pescruozzo addirittura da Giulio Cesare Cortese,
La vajasseide. Occorrenze effettivamente molto rare.
Inviato: mar, 11 mar 2014 16:44
di Smaralda
I miei amici leccesi elencavano: crai, pescrai, pescriddi, pescroddi, pescriddazzi e pescroddazzi, ma ammettevano che in realtà le ultime due voci esistevano solo virtualmente, forse un'aggiunta ironica a un elenco percepito come buffo. Comunque assicuravano di aver sentito, oltre a crai e pescrai(di uso comune) pescriddi e pescroddi dai vecchi del paese.
Inviato: mar, 11 mar 2014 20:28
di valerio_vanni
Un mio amico mi ha fatto notare che per il terzo giorno si usa
"Domani l'altro ancora".
Inviato: mar, 11 mar 2014 21:20
di Carnby
valerio_vanni ha scritto:Un mio amico mi ha fatto notare che per il terzo giorno si usa "Domani l'altro ancora".
Anche qui qualche volta si dice
domanlattr'ancora.
Re: I nomi dialettali dei giorni dopo "dopodomani"
Inviato: lun, 30 giu 2014 22:29
di Zabob
bubu7 ha scritto:Nel pugliese, parlato in un'area che localizzerei a nord di Foggia, i nomi sono (...):
cra,
pəscrà,
pəscrìll [raro],
pəscrón [mai sentito],
pəscrəllón [mai sentito].
Sono curioso di leggere le vostre repliche.

Nel dialetto dei miei genitori (provincia di Bari) ho sentito solo i primi due; gli altri mai, ma credo che vengano usati solo in un contesto scherzoso, come a enumerare immaginariamente, dal più piccolo al più grande, una serie di fratelli.
"L'altro giorno" si dice
l'alta dè ('dì' evidentemente è femminile), e in italiano mi hanno insegnato che "l'altro giorno" corrisponde a tre giorni fa. "L'altro ieri" si dice alla grossa come 'avant'ieri' in italiano (più o meno
avantjìirə), termine che nell'italiano regionale ligure subisce l'aferesi, "vantieri".