Pagina 1 di 1

«Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano»

Inviato: mer, 05 mar 2014 9:07
di Ferdinand Bardamu
Vi segnalo quest’interessante — ma pure un po’ inquietante — intervista al professor Luca Serianni. Vorrei proporvi, in particolare, questo passo:

Cosa non va nell'insegnamento dell'italiano a scuola?
"Si insiste troppo sulla teoria grammaticale, specie nella scuola media e nel biennio. Talvolta si sfiora l'ossessione su nozioni di analisi logica del tutto inutili: è davvero fondamentale distinguere il complemento di compagnia dal complemento d'unione? Bisognerebbe soffermarsi di più sulla componente semantica, permettendo in questo modo di affinare la padronanza lessicale.
[...]"

Questo è un punto fondamentale. Per acquisire la padronanza della lingua, non serve a nulla appiccicare etichette con nomi diversi ai vari elementi (per es., appunto, il complemento di compagnia e il complemento di unione). Un alunno può essere abilissimo nell’analisi logica, ma se poi scrive — come nell’aneddoto riportato da Serianni — «Secondo me si dovrebbe fare la macchina ad acqua ed elettricità per guarire l’ambiente», è comunque un somaro.

Inviato: mer, 05 mar 2014 10:01
di Andrea Russo
È un peccato che tutto ciò alla fine si perda nel nulla. Quest'articolo dovrebbe essere sulle prime pagine dei quotidiani, per far capire a tutti i problemi che vi sono riportati. Ma dovrebbe essere anche sul tavolo di chi si occupa di riformare la scuola, per cercare d'invertire la tendenza preoccupante che i dati descrivono.
Concordo con tutto quello che ha detto Serianni, sul riassunto, sull'importanza di leggere testi che non siano esclusivamente letterari e sull'assurda insistenza degl'insegnanti sull'analisi logica.

Re: «Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano»

Inviato: mer, 05 mar 2014 15:16
di Animo Grato
Ferdinand Bardamu ha scritto:Vorrei proporvi, in particolare, questo passo:

Cosa non va nell'insegnamento dell'italiano a scuola?
"Si insiste troppo sulla teoria grammaticale, specie nella scuola media e nel biennio. Talvolta si sfiora l'ossessione su nozioni di analisi logica del tutto inutili: è davvero fondamentale distinguere il complemento di compagnia dal complemento d'unione? Bisognerebbe soffermarsi di più sulla componente semantica, permettendo in questo modo di affinare la padronanza lessicale.
[...]"
Ricordo che tra alla fine delle medie e all'inizio del ginnasio l'analisi logica era portata a livelli estremi di bizantinismo, come propedeutica all'imminente studio delle lingue classiche. In realtà, queste sottili disquisizioni si sono presto rivelate piuttosto sterili, e bastava aver ben chiaro il senso delle funzioni logiche (senza perdere il sonno ad appuntare a ogni sintagma la precisissima coccarda del complemento corrispondente) per sbrogliare le matasse più intricate. In fondo, la lingua è un po' come uno sport: un conto è conoscere a menadito il regolamento, un altro è essere un buon giocatore.

Re: «Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano»

Inviato: mer, 05 mar 2014 15:53
di marcocurreli
Animo Grato ha scritto:[...] e bastava aver ben chiaro il senso delle funzioni logiche (senza perdere il sonno ad appuntare a ogni sintagma la precisissima coccarda del complemento corrispondente) per sbrogliare le matasse più intricate.
Ai miei tempi l'analisi logica si studiava durante le ore di Latino (alle scuole medie), e si studiava nel modo che dice lei. La si studiava con interesse, e non come un mero esercizio mnemonico, perché serviva a uno scopo pratico: la traduzione dall'italiano al latino.

Re: «Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano»

Inviato: mer, 05 mar 2014 16:33
di Carnby
marcocurreli ha scritto:serviva a uno scopo pratico: la traduzione dall'italiano al latino.
«Scopo pratico» e «traduzione dall'italiano al latino» non vanno molto d'accordo. Posso capire l'utilità della traduzione dal latino all'italiano per leggere i classici, ma il contrario...

Re: «Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano»

Inviato: mer, 05 mar 2014 18:01
di marcocurreli
Carnby ha scritto:«Scopo pratico» e «traduzione dall'italiano al latino» non vanno molto d'accordo.
Forse ricordo male io... son passati un po' di anni. Ricordo comunque che per tradurre in latino si faceva prima l'analisi logica del testo italiano, e poi si traduceva la frase. Logicamente, in seconda (o forse terza) media non si traducevano i passi delgi autori latini, ma solo frasi.
Comunque sia, io l'anasisi logica alle scuole medie la studiavo all'ora di latino.

Inviato: ven, 07 mar 2014 10:15
di domna charola
Anche per me è indissolubilmente legata al latino, dato che mia mamma lo insegnava alle medie, sognava che facessi il classico, e quindi mi martellava... :roll:
Però non ricordo l'ossessione dei singoli complementi, e tutt'ora non sono ben in grado di distinguerli. Spesso, per quelli minori, mi viene subito da dire "è un ablativo", cioè, una di quelle cose che in latino renderei con quel caso.
Credo che sia un esempio calzante di conoscenza acquisita attraverso il gioco, quando di esercizi se ne facevano molti, e i genitori non perseguitavano gli insegnanti perché "povero bambino, gli ha dato troppi compiti per la sua età!"...