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Dr. e dott.

Inviato: mer, 30 ago 2006 16:20
di Incarcato
È corretto, secondo voi, attribuire l'abbreviazione dott. (vera abbreviazione) solo ai dottori in medicina, mentre dr. (pure col punto!) è riservato a tutti gli altri?

Re: Dr. e dott.

Inviato: mer, 30 ago 2006 16:43
di Infarinato
Incarcato ha scritto:È corretto, secondo voi, attribuire l'abbreviazione dott. (vera abbreviazione) solo ai dottori in medicina, mentre dr. (pure col punto!) è riservato a tutti gli altri?
Se ne discusse già qui, caro Incarcato: veda anche l’intervento successivo di Uri Burton.

Inviato: mer, 30 ago 2006 17:17
di Incarcato
Grazie della segnalazione, Infarinato.

Tuttavia, a me non interessa tanto se dottore sia il titolo pertinente alla laurea o al dottorato, quanto piuttosto segnalare che in italiano si usa dire dottore, e l’abbreviazione di dottore è dott., dr in italiano non esiste, e si può riferire esclusiamente a doctor (e, in questo caso, come contrazione).
Per cui, a mio avviso, la distinzione dott./dr, in Italia, è inesatta. Sono tutti dott.

Inviato: gio, 31 ago 2006 9:14
di LCS
Caro Incarcato, curioso come, a volte, certi pensieri s'incrocino -per così dire. È proprio recente un simile scambio d'opinioni con i colleghi d'ufficio.

Qualcuno dalle mie parte pretende che il suo nome sia preceduto da "dr.", invece che da "dott."; ma a me pare avere poco senso, per le ragioni da lei espresse.

Cordiali saluti

Inviato: mar, 05 set 2006 22:38
di Federico
Concordo con Incarcato: questo anglismo del dr. riservato «a coloro che sono dottori in medicina o hanno un dottorato di ricerca» non piace molto: preferisco considerarla una contrazione italiana (forse anomala) che in quanto tale è equivalente a dott..

Inviato: lun, 25 set 2006 23:11
di Marco1971
Federico ha scritto:Concordo con Incarcato: questo anglismo del dr. riservato «a coloro che sono dottori in medicina o hanno un dottorato di ricerca» non piace molto: preferisco considerarla una contrazione italiana (forse anomala) che in quanto tale è equivalente a dott..
M’era sfuggito, ma lo vedo ora: sarà senz’altro un refuso, ma ricordo per chi ci segue che il punto d’un’abbreviazione posta in fin di frase assorbe quello finale (non è accettabile la sequenza «. .»).

Inviato: lun, 02 ott 2006 23:59
di Fausto Raso
Mi sia consentito "intromettermi" nella discussione dott./dr. Tutti i laureati, che io sappia, sono "dottori" (medici, professori, commercialisti, ecc.). Quanto all'abbreviazione dr (senza punto finale) non mi risulta essere di provenienza inglese ma... latina. È, infatti, la forma "sincopata" del latino doctor. La sincope, forse è utile ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Da doctor, dunque, sono cadute le lettere centrali "octo" ed è rimasto solo il segno dr che non va assolutamente con il punto finale perché non è un "troncamento": dr Pasquale. Dott. (con il punto finale) Pasquale. Il punto finale indica, infatti, la caduta delle ultime lettere.

Inviato: mar, 03 ott 2006 1:46
di Fausto Raso
Fausto Raso ha scritto:Mi sia consentito "intromettermi" nella discussione dott./dr. Tutti i laureati, che io sappia, sono "dottori" (medici, professori, commercialisti, ecc.). Quanto all'abbreviazione dr (senza punto finale) non mi risulta essere di provenienza inglese ma... latina. È, infatti, la forma "sincopata" del latino doctor. La sincope, forse è utile ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Da doctor, dunque, sono cadute le lettere centrali "octo" ed è rimasto solo il segno dr che non va assolutamente con il punto finale perché non è un "troncamento": dr Pasquale. Dott. (con il punto finale) Pasquale. Il punto finale indica, infatti, la caduta delle ultime lettere.
Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.

Inviato: mar, 03 ott 2006 18:05
di Marco1971
A proposito di iunior/junior, scrive il Castellani (in «‘Velopattino’ (e altro)», Studi Linguistici Italiani):
Per giuniore = junior c’è un equivoco: non ho inteso proporre un sostituto della parola latina iunior (che mi sembra preferibile scrivere così) aggiunta a un nome + cognome italiano, ma del termine inglese junior nei suoi vari usi.
Quanto al punto nelle abbreviazioni, sarebbe buona norma, come lei giustamente scrive, non segnarlo quand l’ultima lettera dell’abbreviazione corrisponde all’ultima lettera della parola.

Inviato: mer, 04 ott 2006 12:35
di Gino Zernani
Fausto Raso ha scritto: Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.
Nel caso specifico, sul punto finale concordo.
Ho qualche perplessità sulla grafia "sr" et similia: essendo la contrazione di senior, mi parrebbe "più italiana" una grafia del tipo s.r, per analogia con analoghe abbreviazioni, ancora in uso (gent.mo, spett.le, ma anche M.o - titolo questo di cui ancora qualcuno si fregia, forte della "vecchia" licenza magistrale), che affondano le loro radici agli albori dell'italiano volgare.
Ho l'impressione che sia una grafia non autoctona, ma importata dal mondo anglosassone: e ora gli anglofoni mi smentiranno!
P.s. Mr "vuole" il punto dopo la r o no?

Inviato: mer, 04 ott 2006 14:52
di Fausto Raso
Gino Zernani ha scritto:
Fausto Raso ha scritto: Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.
Nel caso specifico, sul punto finale concordo.
Ho qualche perplessità sulla grafia "sr" et similia: essendo la contrazione di senior, mi parrebbe "più italiana" una grafia del tipo s.r, per analogia con analoghe abbreviazioni, ancora in uso (gent.mo, spett.le, ma anche M.o - titolo questo di cui ancora qualcuno si fregia, forte della "vecchia" licenza magistrale), che affondano le loro radici agli albori dell'italiano volgare.
Ho l'impressione che sia una grafia non autoctona, ma importata dal mondo anglosassone: e ora gli anglofoni mi smentiranno!
P.s. Mr "vuole" il punto dopo la r o no?
Gentile Gino,
senior si abbrevia esattamente come iunior: sr, senza punto finale perché è, appunto, la forma "sincopata" di
s(enio)r; sono cadute, infatti, le lettere centrali, non quelle finali. Nel caso di "gent.mo" il punto non è alla fine ma "dentro" la parola. Sono due casi diversi di abbreviazione. Per quanto riguarda Mr onestamente non so risponderle: ho una scarsissima conoscenza della lingua inglese.

Inviato: mer, 04 ott 2006 15:23
di Gino Zernani
Fausto Raso ha scritto:
Gentile Gino,
senior si abbrevia esattamente come iunior: sr, senza punto finale perché ...
Le chiedo venia, caro Fausto, evidentemente non mi son fatto intendere.
Mi ripeterò:
Gino Zernani ha scritto: Nel caso specifico, sul punto finale concordo.
L'elemento su cui volevo puntare l'attenzione era la grafia "anomala(?)" sr, in luogo di una più "coerente" s.r, laddove il punto viene a legittimare l'abbreviazione, o la "caduta" delle lettere centrali, al pari di tante altre abbreviazioni ancora oggi in uso. E mi (vi) chiedevo se la grafia sr non possa essere un fenomeno di spazzaturazione linguistica.

Inviato: mer, 04 ott 2006 18:42
di Marco1971
Mr si scrive senza punto (il punto lo mettono gli americani), perché è come dr: M[iste]r.

Nel caso di gent.mo e spett.le il punto serve a indicare la fine d’una sillaba; in sr abbiamo invece solo la prima e l’ultima lettera e non si segna il punto, forse perché non vi sono altri esempi in cui si trovi la sequenza lettera-punto-lettera (almeno non me ne vengono in mente), mentre le due lettere senza punto rientrano nella serie di abbreviazioni come kg, km, mm, ecc.

Inviato: mer, 04 ott 2006 21:27
di methao_donor
mentre le due lettere senza punto rientrano nella serie di abbreviazioni come kg, km, mm, ecc.
Il paragone non mi sembra calzante. Si tratta di sistemi di misura internazionali, con una dicitura internazionale. Sono pertanto abbreviazioni su cui fare tutta una serie di considerazioni differenti.
Pure in quanto alla formazione son diversi, dacché in questi casi non si tratta di scomparsa di alcune lettere "centrali" (o meglio, non solo, come in k[ilo]g[ram(mo)]).
Cionondimeno, l'argomentazione mi sembra valida a livello pratico. Un S.r mi stonerebbe un poco, onestamente. Tuttavia non credo di aver ben compreso la differenza con get.mo e gli altri (numero di lettere a parte).
In che senso il punto serve a indicare la fine d'una sillaba?

Inviato: mer, 04 ott 2006 23:05
di Fausto Raso
methao_donor ha scritto: In che senso il punto serve a indicare la fine d'una sillaba?
Cercherò di spiegarmi. Nel caso di dott. il punto finale indica la caduta delle lettere (o sillabe) finali ore: dott(ore).