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«Questa man per voi fora cruenta»

Inviato: lun, 31 mar 2014 18:42
di Ferdinand Bardamu
Ho un dubbio circa un verso della celeberrima aria del Rigoletto di Verdi, «Cortigiani, vil razza dannata»:

Cortigiani, vil razza dannata,
Per qual prezzo vendeste il mio bene?
A voi nulla per l’oro sconviene
Ma mia figlia è impagabil tesor.
La rendete — o, se pur disarmata,
Questa man per voi fora cruenta;
Nulla in terra piú l’uomo paventa,
Se dei figli difende l’onor.


Quel «per voi» che ho evidenziato col grassetto secondo voi ha valore agentivo (che è proprio della lingua antica)? Oppure strumentale? Inoltre — e spero che il buon Francesco Maria Piave non mi lanci qualche maledizione dall’oltretomba — quel «fora» (=sarebbe) non vi pare un po’ fiacco per una simile invettiva? O c’è un valore del condizionale compatibile col contesto?

Inviato: gio, 17 apr 2014 14:10
di Marco1971
Nel per voi vedrei un semplice complemento di vantaggio/svantaggio (cfr Serianni VIII.119.III.). Per quanto riguarda il condizionale fora, non bisogna dimenticare che, sebbene accecato dal dolore, Rigoletto è pur sempre il buffone della corte, inferiore di rango alle persone cui si rivolge. Esso permette quindi, forse, di attenuare alquanto l'impeto dei suoi detti.

Inviato: gio, 17 apr 2014 14:19
di Ferdinand Bardamu
Ti ringrazio: una risposta, come sempre, illuminante.

È vero ciò che dici riguardo a Rigoletto: dopo la violenta invettiva, infatti, passa alla servile adulazione («Marullo… signore, / tu ch’hai l’alma gentil come il core») e all’umiliazione delle scuse («Miei signori, perdono… pietate…»). In questo contesto, la cautela del condizionale ha senso.

Inviato: gio, 17 apr 2014 14:38
di Marco1971
Di nulla. :)

Chi volesse ascoltarne una bellissima interpretazione, può sentire Tito Gobbi. (E chi fosse interessato alla classe magistrale di Maria Callas su quest'aria, può cliccare qui.)