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«Ci»
Inviato: sab, 05 apr 2014 19:19
di Ivan92
Non ho mai ben compreso quando l'uso di ci, in locuzioni avverbiali con valore indeterminato, è da considerarsi soltanto come semplice rafforzativo proprio d'un registro linguistico familiare e colloquiale. Assodato che espressioni alla stregua di ci ho fame, ci ho sete, che ci hai? appartengono a suddetto linguaggio, sorgono i dubbi allorché mi imbatto in frasi di tal guisa: "Ce l'hai invitata?". Sovente capita che io mi esprima in questo modo. Non ho mai capito se tutto ciò sia frutto d'un parlato regionale e poco sorvegliato o se invece - in questo caso - sia corretto (e non rafforzativo) l'uso di quel ci (ce).
Re: Ci
Inviato: sab, 05 apr 2014 23:41
di Animo Grato
Ivan92 ha scritto:Non ho mai capito se tutto ciò sia frutto d'un parlato regionale e poco sorvegliato o se invece - in questo caso - sia corretto (e non rafforzativo) l'uso di quel ci (ce).
A mio parere, la prima che hai* detto.
*
Uso la seconda persona (di norma proscritta, salvo un esplicito accordo fra gli utenti) per rispetto dell'Autore.
Inviato: dom, 06 apr 2014 1:17
di PersOnLine
"Ce l'hai invitata?" non è del tutto sbagliata se si sottintende "alla festa".
Re: Ci
Inviato: dom, 06 apr 2014 2:11
di Animo Grato
PersOnLine ha scritto:"Ce l'hai invitata?" non è del tutto sbagliata se si sottintende "alla festa".
Sì, ma Ivan92 aveva premesso:
Ivan92 ha scritto:[...] l'uso di ci, in locuzioni avverbiali con valore indeterminato [...]
Re: Ci
Inviato: dom, 06 apr 2014 10:36
di Infarinato
Animo Grato ha scritto:Ivan92 ha scritto:Non ho mai capito se tutto ciò sia frutto d'un parlato regionale e poco sorvegliato o se invece - in questo caso - sia corretto (e non rafforzativo) l'uso di quel ci (ce).
A mio parere, la prima che hai detto.

Indubbiamente, e tuttavia
bisogna distinguere…

Re: Ci
Inviato: dom, 06 apr 2014 11:16
di PersOnLine
Animo Grato ha scritto:PersOnLine ha scritto:"Ce l'hai invitata?" non è del tutto sbagliata se si sottintende "alla festa".
Sì, ma Ivan92 aveva premesso:
Ivan92 ha scritto:[...] l'uso di ci, in locuzioni avverbiali con valore indeterminato [...]
Non riesco a vedere nessun uso realistico di tale frase senza sottintendere comunque un luogo (anche figurativo).
Re: Ci
Inviato: dom, 06 apr 2014 13:40
di Animo Grato
PersOnLine ha scritto:Non riesco a vedere nessun uso realistico di tale frase senza sottintendere comunque un luogo (anche figurativo).
Credo che il tipo di frase con
ci/ce abusivo a cui si riferisce Ivan92 si possa esemplificare con
"Ce l'hai visto come piove oggi?", in cui è difficile ravvisare un plausibile significato di quel
ce. Non ho mai usato questa costruzione, e non ne sono mai stato testimone diretto. Mi pare d'averla però sentita in qualche pellicola, intesa a dare un colorito romanesco (o forse ciociaro) ai dialoghi.
Inviato: dom, 06 apr 2014 14:23
di Ivan92
Come dice Animo Grato, avevo premesso quel che ho premesso. Ma, in verità, avrei voluto aggiungere una considerazione che non ho più aggiunto, pensando fosse totalmente errata. Suddetta considerazione è la stessa fatta da PersOnLine. Quel ce dovrebbe sottintendere "alla festa". Proprio per questo motivo, la frase in questione risulta non così colloquiale al mio orecchio. E sempre per lo stesso motivo, la mia proposizione non ha nulla a che fare con una frase alla stregua di "Ce l'hai visto come piove oggi?", ché - in casi come questi - non ci son dubbi: ci/ce è abusivo. Illuminante è l'intervento di Marco, nel collegamento fornitoci da Infarinato: "È probabile che molti parlanti rifuggano dal ‘ci/ce’ perché lo riconducono agli usi familiari di «ci ho una fame» e simili". Con il timore di sprofondare negli abissi del parlato colloquiale, si pensa che tutti i ci/ce siano da abolire. Ora mi chiedo: "Nel caso in cui il ce si riferisse ad un luogo anche solo figurativo, sarebbe da proscrivere ugualmente in un parlato formale?"
Inviato: lun, 14 apr 2014 23:12
di Ivan92
Vorrei un parere sulla seguente frase, pronunciata da un opinionista sportivo in (o alla?) televisione:
"Il lavoro vero e proprio viene fatto nella stagione invernale. Sinceramente, non so quanto tempo vi ci abbia dedicato il signor Mattiacci.
In particolar modo, gradirei sapere se una di queste due particelle sia di troppo. A me, ci sembra un pleonasmo.
Inviato: gio, 17 apr 2014 13:51
di Ferdinand Bardamu
Ivan92 ha scritto:"Il lavoro vero e proprio viene fatto nella stagione invernale. Sinceramente, non so quanto tempo vi ci abbia dedicato il signor Mattiacci.
Non è la prima volta che sento questo bisticcio di clitici. Entrambi hanno qui il valore di dativo, perciò uno dei due è di troppo, anche se sono entrambi possibili. L’uso dell’uno o dell’altro non è però indifferente dal punto di vista del registro:
vi è piú formale di
ci. (Tuttavia, non sempre le due forme sono intercambiabili: si veda a tal proposito Luca Serianni,
Italiano, Milano, Garzanti, 2000, § VII. 51.)
Inviato: gio, 17 apr 2014 18:29
di Ivan92
La ringrazio.

Personalmente, propenderei per
vi se sapessi che milioni di telespettatori mi stanno guardando.
Ad ogni modo, avrei un altro quesito da porre. Trattasi d'una semplice e banale curiosità, in verità. Come mai si dice
mi ci vedo, ti ci vedo ma
ce lo vedo, ce la vedo? Per quale motivo i pronomi atoni
mi, ti precedono la particella
ci (con valore d'avverbio di luogo o di pronome dimostrativo) mentre i pronomi
lo, la la seguono?
Inviato: ven, 18 apr 2014 1:04
di Scilens
Ivan92 ha scritto:La ringrazio.

Personalmente, propenderei per
vi se sapessi che milioni di telespettatori mi stanno guardando.
E se fosse sua figlia che la sta guardando?
Inviato: ven, 18 apr 2014 1:17
di Scilens
Ivan92 ha scritto: mi ci vedo, ti ci vedo
ma
ce lo vedo, ce la vedo
Per un fattore di distanza.
Nel primo caso gl'interlocutori (e gli oggetti) sono vicini, nei secondi si tratta di due persone che parlano di terzi.
Inviato: ven, 18 apr 2014 12:18
di Animo Grato
Mi scusi, ma non capisco il nesso.
Inviato: ven, 18 apr 2014 19:03
di Scilens
Ierisera tutto mi pareva chiaro, mentre oggi m'accorgo d'avere scritto una stupidaggine e me ne scuso.