Nuova sintassi latina
Inviato: sab, 02 set 2006 11:52
Segnalo l'uscita di una nuova sintassi latina a cura di Gian Biagio Conte, Emanuele Berti e Michela Mariotti. Si tratta di un testo a destinazione non specificamente scolastica, ma universitaria (benché utilizzabile pure in buoni licei classici), che colma un vuoto della produzione editoriale italiana (la Sintassi normativa della lingua latina di Traina e Bertotti era pur sempre nato come un testo per i licei, seppure poi ampliato e de facto di livello universitario).
Comunque, almeno a giudicare dall'indice e dalla presentazione, mi sembra che si tratti di un approccio "tradizionale", seppure, come dicono gli stessi autori, sorretto da un ampio repertorio di esempi di autore e ispirato ad un tempo alla chiarezza espositiva e al rigore scientifico.
Mi domando però se non sia ormai giunto il momento di pensare a una descrizione delle lingue classiche che metta a frutto i risultati della linguistica degli ultimi 50 anni, dalla grammatica generativo-trasformazionale ai vari sviluppi del funzionalismo. Non è che io voglia ad ogni costo perorare un approccio innovatore, anche perché quello tradizionale arricchito dagli apporti della linguistica più recente può ancora costituire la base per la descrizione scientifica anche delle lingue moderne (come nella Grammatica italiana di Serianni e Castelvecchi). Tuttavia, se si guarda ai risultati raggiunti nelle grammatiche delle lingue moderne (dall'inglese al tedesco, dal francese allo spagnolo fino allo stesso italiano) che si ispirano a varie correnti della linguistica, soprattutto per quanto riguarda la sintassi, non si può non rammaricarsi per il fatto che niente di simile esista ancora per le lingue classiche. Proprio per l'italiano, si prenda la Grande Grammatica italiana di consultazione a cura di Lorenzo Renzi e Giampaolo Salvi, che si avvale efficacemente dell'approccio generativo, pur senza dimenticare del tutto quello tradizionale: la capacità di evidenziare le strutture sintattiche è ben superiore a quella delle grammatiche del passato.
E quindi, ormai penso che le giuste parole di cautela di Traina ("di una grammatica strutturalistica a livello scolastico in Italia non è ancora il caso di parlare.", Morfologia latina, Bologna, Cappelli, 1985, p. 5; "Una grammatica non è che un modello più o meno approssimativo di una data realtà linguistica. Come nelle scienze esatte, il modello migliore è quello che dà ragione della maggiore quantità di fatti. Affermarlo, per il latino, della grammatica generativa o dipendenziale ci sembra prematuro, almeno a giudicare da recenti approcci.", Sintassi normativa della lingua latina, Bologna, Cappelli, 1985, p. 5), pronunciate in un momento in cui l'entusiasmo per le novità aveva prodotto approcci un po' ingenui e quasi
iconoclasti, possano essere "superate", ora che certe correnti linguistiche hanno cessato di essere delle "mode" e hanno sedimentato nei dipartimenti universitari fino a produrre opere di grande rigore.
Peraltro, lo stesso Renzi, nell'introduzione alla Grande Grammatica Italiana di consultazione, parlando della «ricerca pura», afferma che «i concetti della grammatica tradizionale vi compaiono perciò a titolo di puro materiale, da illuminare alla luce di una considerazione più astratta: e tuttavia, da questa considerazione i concetti tradizionali escono riveduti, riformulati; alle volte confermati, e con ciò sempre arricchiti, alle volte però anche negati, risolti in altro modo». E infra: «Alla grammatica generativa - e ciò va probabilmente connesso al suo carattere epistemologico più o meno apertamente 'popperiano' - è estranea l'idea della rottura con la tradizione. La tradizione è il punto di partenza. Diciamo addirittura, con Popper, che il 'pregiudizio', nel nostro caso il 'pregiudizio grammaticale', è il punto di partenza. Non ci sono 'idola' da distruggere, ma solo posizioni da superare. Una conseguenza pratica è che la grammatica generativa, a differenza di quelle scuole che si propongono il rinnovamento completo o la rifondazione della scienza, non è neologistica: la tradizione terminologica le va bene, almeno finché il concetto tradizionale tiene, magari ritoccato; la terminologia cambia solo quando deve cambiare perché il quadro di partenza è stato totalmente trasformato» (pp. 13-14).
Ormai penso che il problema non sia quello del presunto conservatorismo o misoneismo dei classicisti, quanto piuttosto quello della formazione di quest'ultimi e dei linguisti: i classicisti di solito non hanno una solida competenza in materia di linguistica generale e sincronica, mentre i linguisti dal canto loro hanno una conoscenza non profonda delle lingue classiche, soprattutto se di formazione non "glottologica". L'ideale sarebbe che a un'impresa del genere metta mano un gruppo di studiosi che comprenda linguisti generativi e classicisti coordinati da qualcuno (sono rari, ma ce ne sono, forse più all'estero che in Italia) che abbia entrambe le competenze ad alto livello.
Teo Orlando
http://www.lemonnier.it/lmu/lmu/lmu_sin ... latino.htm
Le Monnier Università/Sintesi
Gian Biagio Conte, Emanuele Berti, Michela Mariotti
La sintassi del latino
Questa nuova sintassi latina offre una sistematica trattazione della materia, che abbina caratteristiche di semplicità e chiarezza espositiva al massimo di precisione e rigore scientifico. In tal modo l’opera si indirizza sia a coloro che per la prima volta si accostano allo studio della lingua latina, sia a quanti ne hanno una conoscenza già avanzata e desiderano approfondire qualche aspetto, proponendosi come testo non solo di studio, ma anche di consultazione. La trattazione, corredata da un ampio repertorio di esempi di autore, si muove su un duplice livello: all’esposizione della ‘regola’ si accompagna, all’interno di note in corpo minore o schede complementari, la presentazione delle ‘eccezioni’, in realtà le diverse articolazioni e sfaccettature che la norma grammaticale assume nell’uso concreto. Il latino viene così presentato per quello che è, una lingua viva e mobile, non come ingabbiata all’interno di un sistema di regole grammaticali precostituite, ma in continuo movimento. Ampi indici conclusivi rendono la consultazione più agevole.
Gli autori
Gian Biagio Conte è ordinario di Letteratura Latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Nella sua lunga e importante esperienza criticaè occupato di poesia e letteratura latina di età tardo-repubblicana e imperiale; per Le Monnier ha pubblicato 2 manuali, Letteratura latina (2002, in due volumi) e Profilo storico della letteratura latina. Dalle origini alla tarda età imperiale (2004, volume unico), ed è inoltre coautore del Dizionario della Lingua Latina (2000).
Emanuele Berti è ricercatore di Latino alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa soprattutto di poesia e letteratura latina della prima età imperiale; ha pubblicato nella collana Biblioteca Nazionale dei Classici, presso la casa editrice Le Monnier, un commento al libro X del Bellum civile di Lucano (Le Monnier, Firenze, 2000).
Michela Mariotti è dottore di ricerca in Filologia Greca e Latina. Ha maturato una solida esperienza nella didattica universitaria della lingua latina e lavora da anni nell’editoria scolastica; ha collaborato alla realizzazione del Dizionario della Lingua Latina (Le Monnier, Firenze, 2000).
Destinazione
Il volume si rivolge a studiosi, studenti e appassionati della Lingua latina, e troverà spazio sugli scaffali delle biblioteche universitarie e di documentazione in genere.
Sommario
Introduzione; I. LA FRASE SEMPLICE: 1. La proposizione; 2. La concordanza; 3. Uso dell’aggettivo; 4. Uso del pronome; 5. La negazione; 6. L’interrogazione; 7. Uso dell’avverbio; II. LA SINTASSI DEI CASI: 8.I casi: generalità; 9. Il nominativo; 10. Il vocativo; 11. L’accusativo; 12. Il genitivo; 13. Il dativo; 14. L’ablativo; 15. Le determinazioni di luogo e di tempo; 16. Uso delle preposizioni; III.LA SINTASSI DEL VERBO: 17. Il verbo: generalità; 18. L’indicativo; 19. Il congiuntivo; 20. L’imperativo; 21. L’infinito; 22. Il participio; 23. Il gerundio e il gerundivo; 24. Il supino; IV. LA SINTASSI DEL PERIODO: 25. Dalla proposizione al periodo; 26. La coordinazione; 27. La subordinazione; 28. Le proposizioni completive infinite; 29. Le proposizioni completive con quod (e quia); 30. Le proposizioni completive con ut; 31. Le proposizioni completive con quin, quominus; 32. Le proposizioni completive interrogative indirette; 33. Le proposizioni relative; 34. Le proposizioni finali; 35. Le proposizioni consecutive; 36. Le proposizioni temporali; 37. Le proposizioni causali; 38. Il periodo ipotetico; 39.Proposizioni concessive, avversative, condizionali; 40. Le proposizioni comparative; 41. Il discorso indiretto.
pp. 416, € 29,00
88-00-86104-0
Comunque, almeno a giudicare dall'indice e dalla presentazione, mi sembra che si tratti di un approccio "tradizionale", seppure, come dicono gli stessi autori, sorretto da un ampio repertorio di esempi di autore e ispirato ad un tempo alla chiarezza espositiva e al rigore scientifico.
Mi domando però se non sia ormai giunto il momento di pensare a una descrizione delle lingue classiche che metta a frutto i risultati della linguistica degli ultimi 50 anni, dalla grammatica generativo-trasformazionale ai vari sviluppi del funzionalismo. Non è che io voglia ad ogni costo perorare un approccio innovatore, anche perché quello tradizionale arricchito dagli apporti della linguistica più recente può ancora costituire la base per la descrizione scientifica anche delle lingue moderne (come nella Grammatica italiana di Serianni e Castelvecchi). Tuttavia, se si guarda ai risultati raggiunti nelle grammatiche delle lingue moderne (dall'inglese al tedesco, dal francese allo spagnolo fino allo stesso italiano) che si ispirano a varie correnti della linguistica, soprattutto per quanto riguarda la sintassi, non si può non rammaricarsi per il fatto che niente di simile esista ancora per le lingue classiche. Proprio per l'italiano, si prenda la Grande Grammatica italiana di consultazione a cura di Lorenzo Renzi e Giampaolo Salvi, che si avvale efficacemente dell'approccio generativo, pur senza dimenticare del tutto quello tradizionale: la capacità di evidenziare le strutture sintattiche è ben superiore a quella delle grammatiche del passato.
E quindi, ormai penso che le giuste parole di cautela di Traina ("di una grammatica strutturalistica a livello scolastico in Italia non è ancora il caso di parlare.", Morfologia latina, Bologna, Cappelli, 1985, p. 5; "Una grammatica non è che un modello più o meno approssimativo di una data realtà linguistica. Come nelle scienze esatte, il modello migliore è quello che dà ragione della maggiore quantità di fatti. Affermarlo, per il latino, della grammatica generativa o dipendenziale ci sembra prematuro, almeno a giudicare da recenti approcci.", Sintassi normativa della lingua latina, Bologna, Cappelli, 1985, p. 5), pronunciate in un momento in cui l'entusiasmo per le novità aveva prodotto approcci un po' ingenui e quasi
iconoclasti, possano essere "superate", ora che certe correnti linguistiche hanno cessato di essere delle "mode" e hanno sedimentato nei dipartimenti universitari fino a produrre opere di grande rigore.
Peraltro, lo stesso Renzi, nell'introduzione alla Grande Grammatica Italiana di consultazione, parlando della «ricerca pura», afferma che «i concetti della grammatica tradizionale vi compaiono perciò a titolo di puro materiale, da illuminare alla luce di una considerazione più astratta: e tuttavia, da questa considerazione i concetti tradizionali escono riveduti, riformulati; alle volte confermati, e con ciò sempre arricchiti, alle volte però anche negati, risolti in altro modo». E infra: «Alla grammatica generativa - e ciò va probabilmente connesso al suo carattere epistemologico più o meno apertamente 'popperiano' - è estranea l'idea della rottura con la tradizione. La tradizione è il punto di partenza. Diciamo addirittura, con Popper, che il 'pregiudizio', nel nostro caso il 'pregiudizio grammaticale', è il punto di partenza. Non ci sono 'idola' da distruggere, ma solo posizioni da superare. Una conseguenza pratica è che la grammatica generativa, a differenza di quelle scuole che si propongono il rinnovamento completo o la rifondazione della scienza, non è neologistica: la tradizione terminologica le va bene, almeno finché il concetto tradizionale tiene, magari ritoccato; la terminologia cambia solo quando deve cambiare perché il quadro di partenza è stato totalmente trasformato» (pp. 13-14).
Ormai penso che il problema non sia quello del presunto conservatorismo o misoneismo dei classicisti, quanto piuttosto quello della formazione di quest'ultimi e dei linguisti: i classicisti di solito non hanno una solida competenza in materia di linguistica generale e sincronica, mentre i linguisti dal canto loro hanno una conoscenza non profonda delle lingue classiche, soprattutto se di formazione non "glottologica". L'ideale sarebbe che a un'impresa del genere metta mano un gruppo di studiosi che comprenda linguisti generativi e classicisti coordinati da qualcuno (sono rari, ma ce ne sono, forse più all'estero che in Italia) che abbia entrambe le competenze ad alto livello.
Teo Orlando
http://www.lemonnier.it/lmu/lmu/lmu_sin ... latino.htm
Le Monnier Università/Sintesi
Gian Biagio Conte, Emanuele Berti, Michela Mariotti
La sintassi del latino
Questa nuova sintassi latina offre una sistematica trattazione della materia, che abbina caratteristiche di semplicità e chiarezza espositiva al massimo di precisione e rigore scientifico. In tal modo l’opera si indirizza sia a coloro che per la prima volta si accostano allo studio della lingua latina, sia a quanti ne hanno una conoscenza già avanzata e desiderano approfondire qualche aspetto, proponendosi come testo non solo di studio, ma anche di consultazione. La trattazione, corredata da un ampio repertorio di esempi di autore, si muove su un duplice livello: all’esposizione della ‘regola’ si accompagna, all’interno di note in corpo minore o schede complementari, la presentazione delle ‘eccezioni’, in realtà le diverse articolazioni e sfaccettature che la norma grammaticale assume nell’uso concreto. Il latino viene così presentato per quello che è, una lingua viva e mobile, non come ingabbiata all’interno di un sistema di regole grammaticali precostituite, ma in continuo movimento. Ampi indici conclusivi rendono la consultazione più agevole.
Gli autori
Gian Biagio Conte è ordinario di Letteratura Latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Nella sua lunga e importante esperienza criticaè occupato di poesia e letteratura latina di età tardo-repubblicana e imperiale; per Le Monnier ha pubblicato 2 manuali, Letteratura latina (2002, in due volumi) e Profilo storico della letteratura latina. Dalle origini alla tarda età imperiale (2004, volume unico), ed è inoltre coautore del Dizionario della Lingua Latina (2000).
Emanuele Berti è ricercatore di Latino alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa soprattutto di poesia e letteratura latina della prima età imperiale; ha pubblicato nella collana Biblioteca Nazionale dei Classici, presso la casa editrice Le Monnier, un commento al libro X del Bellum civile di Lucano (Le Monnier, Firenze, 2000).
Michela Mariotti è dottore di ricerca in Filologia Greca e Latina. Ha maturato una solida esperienza nella didattica universitaria della lingua latina e lavora da anni nell’editoria scolastica; ha collaborato alla realizzazione del Dizionario della Lingua Latina (Le Monnier, Firenze, 2000).
Destinazione
Il volume si rivolge a studiosi, studenti e appassionati della Lingua latina, e troverà spazio sugli scaffali delle biblioteche universitarie e di documentazione in genere.
Sommario
Introduzione; I. LA FRASE SEMPLICE: 1. La proposizione; 2. La concordanza; 3. Uso dell’aggettivo; 4. Uso del pronome; 5. La negazione; 6. L’interrogazione; 7. Uso dell’avverbio; II. LA SINTASSI DEI CASI: 8.I casi: generalità; 9. Il nominativo; 10. Il vocativo; 11. L’accusativo; 12. Il genitivo; 13. Il dativo; 14. L’ablativo; 15. Le determinazioni di luogo e di tempo; 16. Uso delle preposizioni; III.LA SINTASSI DEL VERBO: 17. Il verbo: generalità; 18. L’indicativo; 19. Il congiuntivo; 20. L’imperativo; 21. L’infinito; 22. Il participio; 23. Il gerundio e il gerundivo; 24. Il supino; IV. LA SINTASSI DEL PERIODO: 25. Dalla proposizione al periodo; 26. La coordinazione; 27. La subordinazione; 28. Le proposizioni completive infinite; 29. Le proposizioni completive con quod (e quia); 30. Le proposizioni completive con ut; 31. Le proposizioni completive con quin, quominus; 32. Le proposizioni completive interrogative indirette; 33. Le proposizioni relative; 34. Le proposizioni finali; 35. Le proposizioni consecutive; 36. Le proposizioni temporali; 37. Le proposizioni causali; 38. Il periodo ipotetico; 39.Proposizioni concessive, avversative, condizionali; 40. Le proposizioni comparative; 41. Il discorso indiretto.
pp. 416, € 29,00
88-00-86104-0