Non ho un euro

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marcozomer
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Non ho un euro

Intervento di marcozomer »

Sento spesso espressioni del tipo: "Non ho un euro", "Non darei un euro per...". Mi sembra che siano derivate direttamente dalle corrispondenti: "Non ho una lira" ecc., ma che non siano altrettanto efficaci, in quanto la lira aveva un valore minimo, almeno negli ultimi anni, mentre altrettanto non si può dire per l'euro.
Mi domando perché non prenda piede invece "Non ho un centesimo", come del resto in altre nazioni, dove si dice ad esempio "Non ho un penny" e non certo "Non ho un dollaro" o "Non ho una sterlina".
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non avere una lira/non valere una lira e sim. sono espressioni idiomatiche che prescindono dalla valuta adottata dall’Italia (si veda il significato 2 della voce «Lira1» nel vocabolario Treccani).
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mar, 15 apr 2014 19:36, modificato 1 volta in totale.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Si può dire tranquillamente non ho un soldo, non ho un centesimo...
Di questi tempi, non ho una lira dà (secondo me) l'impressione di essere per l'uscita dall'euro; per evitare implicazioni politiche, cerco di evitarla.
Ultima modifica di Carnby in data mer, 16 apr 2014 8:43, modificato 1 volta in totale.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Non che l'euro abbia poi questo gran valore... voglio dire, se va bene, ci bevi un caffè al bar dell'oratorio...
Indipendentemente dalle implicazioni politiche, la frase a me suona male, perché troppo connotata: un euro è un'entità monetaria precisa legata a un tempo e un luogo, mentre la lira, come ben spiega Treccani, è un termine generico, in uso almeno dal XIV secolo o anche prima.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Carnby ha scritto:Si può dire tranquillamente non ho un soldo, non ho un centesimo...
Di questi tempi, non ho una lira dà (secondo me) l'impressione di essere per l'uscita dall'euro; per evitare implicazioni politiche, cerco di evitarla.
Non vedo implicazioni politiche. Secondo me, non si usa più parlare di lire perché fa sentire/sembrare come ancora legati a un vecchio modo di pensare: di quanto si faceva la conversione euro/lira per vedere quanto [ci] «costa» un bene – cosa che, tra l'altro, io faccio ancora per rendermi conto di quanto potere d'acquisto abbia perso la moneta.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

domna charola ha scritto:Indipendentemente dalle implicazioni politiche, la frase a me suona male, perché troppo connotata: un euro è un'entità monetaria precisa legata a un tempo e un luogo, mentre la lira, come ben spiega Treccani, è un termine generico, in uso almeno dal XIV secolo o anche prima.
Concordo. Io uso non avere/valere una lira senza pensarci troppo su: per me la parola lira non è legata, in questo contesto, al «vecchio conio», ma significa solo ‹quantità minima di denaro›.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Anche perché probabilmente la vecchia moneta sarebbe, come detto da altri più sopra, "lira italiana" e non semplicemente lira.

Vedi a questo proposito un cartello con denominazione di strada (a fondo cieco e privata), in valle, che così recita: "via privata della lira italiana" (peraltro di equivoca lettura... :roll: )
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Carnby ha scritto:Si può dire tranquillamente non ho un soldo, non ho un centesimo...
Sono d'accordo.

Non ho una lira è espressione troppo legata alla vecchia valuta (il Treccani in rete la riporta per motivi storici e perché è stato realizzato a partire dalla prima edizione del Treccani cartaceo, pubblicato quando c'era ancora la lira).

Del resto lo stesso Treccani riporta un aggiornamento legato alla nuova valuta alla voce centesimo (2.b):
Per estens., pochissimo denaro, spec. in frasi negative, dove equivale a «nulla, niente»: non guadagna un c.; non avevo un c. in tasca; non vale un c.; anche fig.: non ha un c. d’amor proprio.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

bubu7 ha scritto:Non ho una lira è espressione troppo legata alla vecchia valuta (il Treccani in rete la riporta per motivi storici e perché è stato realizzato a partire dalla prima edizione del Treccani cartaceo, pubblicato quando c'era ancora la lira).
Non sono d’accordo. L’espressione non avere/valere una lira è idiomatica, perciò l’adozione di una certa valuta da parte dello Stato italiano è del tutto irrilevante per la comprensione del suo significato: lira qui non si riferisce alla valuta ma rimanda, genericamente, a un valore minimo. Che poi le contingenze storiche odierne portino qualcuno a riconsiderare la lira come moneta, è un altro discorso.
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Non ho un centesimo

Intervento di bubu7 »

È solo questione di tempo.

Per le nuove generazioni, nate con l’euro, è più immediato riferirsi all’unità divisionale minima della moneta corrente.

Noi vecchi, volendo, potremo continuare per abitudine a riferirci alla lira.

Ad esempio, l’ultima edizione del Dizionario Garzanti (dir. scientifica del prof. Patota) non riporta frasi idiomatiche alla voce lira mentre sotto centesimo (punto 4) riporta:
4. denaro in quantità minima (in frasi negative): non avere un centesimo in tasca |non valere un centesimo, non valere nulla |spendere fino all’ultimo centesimo, tutto ciò che si possiede.
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Un discorso in parte analogo vale però per quattrino, anch’esso usato oggi per riferirsi a un valore minimo. Allora, se è vero che le nuove generazioni non hanno conosciuto direttamente la lira ed è piú probabile (ma non certo) che usino centesimo in espressioni consimili (del resto in uso anche col vecchio conio), non è detto che la lira non rimanga in vita nel significato figurato e iperbolico, come quattrino appunto. Sarebbe interessante fare qualche indagine fra i ragazzi…
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Intervento di bubu7 »

Però il fatto che i Vocabolari comincino a non riportare più le espressioni idiomatiche sotto la voce lira è sintomatico.

Lei potrebbe obiettarmi che è difficile che i giovani di oggi consultino i vocabolari alla ricerca di espressioni idiomatiche e allora potrei avere difficoltà a darle torto... :)
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Certo: è sintomatico. Volevo dire, comunque, che espressioni idiomatiche come non avere/valere una lira potrebbero rispuntare, anche in persone nate dopo l’introduzione dell’euro, com’è accaduto a quattrino.
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