Ornella Castellani Pollidori in [i][url=http://digital.casalini.it/10.1400/22037]Aggiornamento sulla «lingua di plastica[/url]»[/i], pp. 188–9, ha scritto:Da vari anni ha preso a diffondersi il tipo avverbiale-aggettivale
cosí tanto in luogo del semplice
tanto o, secondo i casi, del semplice
cosí, o di
talmente, tantissimo, moltissimo, a tal punto, ecc. (già questa sventagliata di equivalenti tradizionali potenzialmente messi in ombra denuncia la presenza vorace del plastismo in atto). Sulle prime, mi è venuto d’interpretare la suddetta moda lessicale come un’abitudine infantile, colpendomi l’insistenza con la quale il mio nipotino, all’epoca ancora all’asilo, si serviva di quell’accoppiata («Me lo compri? mi piace cosí tanto!», «Non ho cosí tanta voglia di andarci», ecc.); e notando inoltre il ricorrere di
cosí tanto nel parlato delle videocassette del bambino e nei giornaletti e libriccini per l’infanzia (sui quali, volente o nolente, ho finito col farmi una discreta cultura). Finché mi son resa conto della frequenza del tipo
cosí tanto anche nel parlato televisivo e sulle pagine dei quotidiani, senza preclusioni connesse a questioni di registro, di stile o d’argomento: al che ho finalmente intravisto, alle spalle del trionfante modulo, l’inglese
so much. Cfr. il seguente campionario d’esempi: (
Rp 16.9.’00, art. di 1ª pag. di Umberto Galimberti, tit.
L’ora del Grande Voyeur, incipit) «Se la trasmissione “Il Grande Fratello” ha riscosso cosí tanto successo nei paesi europei…»; (
Rp 17.9.’00, art. di Stefano Malatesta, tit.
L’occhiaccio infallibile di Pico Cellini) «Pico, quando scriveva, si accostava curiosamente ai modelli accademici di scienza, di decoro e di noia che lui detestava cosí tanto»; (
Rp 11.11.’00, stelloncino senza firma, tit.
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Delusi 6 italiani su 10) «o peggio ancora fugge […] scoprendo che l’altro non somiglia cosí tanto a Richard Gere come aveva fatto credere»; (
Rp 28.10.’00, art. di Gabriel García Márquez, in traduzione, tit.
Come nasce un romanzo) «Scrivere un racconto è lavorare per sottrarre. Non so di chi sia questa frase, che è vera. L’ho sentita e ripetuta da cosí tanto tempo senza che nessuno la rivendichi, che forse finirò per crederla mia»; (
Rp 19.5.’01, art. di Concita De Gregorio, tit.
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Dalla crostata agli Otto Grandi) «Dopo il patto della crostata […] D’Alema disse: “È stato un errore d’immagine. Sarebbe stato meglio un panino, i giornali non ne avrebbero parlato cosí tanto»; (
Rp 9.6.’02, rubr. «Lettere», risposta di Corrado Augias a due lettere pubblicate sotto tit.
A chi giova una scuola di precari) «mi chiedo anche, con preoccupazione, quale scuola (pubblica) finiremo per avere se una parte rilevante degli insegnanti deve affrontare cosí tante difficoltà». Per l’uso orale – cosí frequente che è quasi superfluo darne esempi – cfr. almeno: (8.11.’01, Tg1 del mattino, parla il conduttore) «Erano piú di quarant’anni che le elezioni in America non erano caratterizzate da cosí tanta incertezza». E merita osservare quest’altra frase, ugualmente captata nell’ascolto televisivo: (22.1.’02, Tg3 h. 19, parla un vigile urbano di Milano interpellato dal telecronista) «Non ci sono eccessivamente tanti veicoli con le targhe dispari»; dove la
variatio sarà forse dovuta alla ricerca d’una formula piú adeguata all’ufficialità della circostanza.