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persuaso di o persuaso a?
Inviato: mar, 03 giu 2014 11:53
di malapartiano
Buongiorno, il mio dubbio è il seguente: si dice "Sono persuaso di iscrivermi alla facoltà" o "Sono persuaso a iscrivermi"?
Inviato: mar, 03 giu 2014 20:33
di Ivan92
Persuadere regge entrambe le preposizioni. Penso siano corrette ambo le versioni. Forse, ma non ne son sicuro, userei a, giacché a essa, solitamente, succede l'infinito del verbo.
Inviato: mer, 04 giu 2014 0:37
di PersOnLine
A parte il fatto che il verbo deve essere reso riflessivo (perché persuadere è transitivo e, in questo caso, soggetto e complemento oggetto coincidono): persuadersi (quindi, mi sono persuaso); il mio Devoto-Oli dice che nel significato di 'decidersi a compiere un’azione' la reggenza vuole a.
Inviato: mer, 04 giu 2014 17:56
di malapartiano
Credo si possa dire "Sono persuaso che" senza ricorrere al riflessivo. Di questo sono abbastanza sicuro. Non del resto.
Inviato: gio, 05 giu 2014 1:28
di Marco1971
Si è persuasi di qualcosa e qualcuno può persuaderci a fare qualcosa.
Quindi:
(1) Sono persuaso di iscrivermi alla facoltà.
(2) Mi hanno persuaso a iscrivermi alla facoltà.
Questo in italiano corretto. Secondo la vigente norma.
Inviato: gio, 05 giu 2014 1:47
di Ivan92
Ma il Treccani cita come esempio:
nessuno mi persuaderà del contrario. Voglio dire, ricorre alla preposizione
di nonostante colui che parla sia l'oggetto dell'azione...

Inviato: gio, 05 giu 2014 10:15
di domna charola
A orecchio avrei dato anch'io la risposta data da Marco1971; però consultando Treccani non sembrava una buona risposta. Continuo a sentirla come "naturale", ma a questo punto mi chiedo se ci sia qualche testo autorevole a suffragare ciò.
Vedendo l'ultimo esempio - nessuno mi persuaderà del contrario - mi sorge però il dubbio che entri in gioco anche la differenza fra "qualcosa" e "fare qualcosa":
- Qualcuno mi persuade - a fare che? - a frequantare.
- Qualcuno mi persuade - a proposito di che? - del contrario.
Però se lo considero riflessivo i conti non mi tornano con eguale chiarezza... boh

Inviato: gio, 05 giu 2014 10:30
di Infarinato
Attenzione a non confondere l’
aggettivo persuaso (primo esempio di Marco e frase originaria di Malapartiano),
che vuole sempre di (o che), col
participio passato persuaso del verbo
persuadere,
che vuole di, se il secondo argomento è un sostantivo (il primo argomento essendo l’oggetto diretto), e a (o che), se è un’intera frase.
Ovviamente, c’è una ragione semantica per tutto ciò, piú o meno esplicitata da Domna Charola, e che risulta evidente nel riflessivo
persuadersi (
persuadersi di qualcosa ~
persuadersi a fare qualcosa).
Inviato: gio, 05 giu 2014 13:14
di Ivan92
Ma Sono persuaso corrisponde anche al passivo indicativo del verbo persuadere. Per cui, potremmo avere: Sono persuaso (dai miei genitori) a iscrivermi alla facoltà. O sto errando?
Inviato: gio, 05 giu 2014 13:46
di Infarinato
Ovvio, ma senza un esplicito complemento d’agente [o un contesto che ne giustifichi il sottindentimento] l’interpretazione piú naturale —anzi,
la sola interpretazione possibile— è quella che vede in
persuaso un aggettivo

(…diverso il caso d’un
vengo persuaso o d’un
sono stato persuaso, dove l’ausiliare
venire nell’un caso e il tempo composto nell’altro selezionano categoricamente la diatesi passiva, e quindi il valore verbale del participio).
Inviato: gio, 05 giu 2014 17:51
di Ivan92
La ringrazio, caro Infarinato. Esaustivo come sempre!
