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«Scevro da» o «scevro di»?

Inviato: gio, 26 giu 2014 21:29
di Ferdinand Bardamu
Quale preposizione regge l’aggettivo scevro? Nella nostra tradizione letteraria si trovano esempi di reggenza sia con da sia con di.

Chi è fermato di menar sua vita
su per l’onde fallaci et per gli scogli
scevro da morte con un picciol legno,
non pò molto lontan esser dal fine
(Francesco Petrarca, Canzoniere, LXXX)

E descrissi a Teresa l’egregia indole di quel giovine senza pari, e la sua nemica fortuna che lo costrinse a combattere con la povertà e con la infamia; e morì nondimeno scevro di taccia e di colpa. (Ugo Foscolo, Ultime lettere di Iacopo Ortis)

Usare l’una o l’altra è indifferente?

Re: «Scevro da» o «scevro di»?

Inviato: gio, 26 giu 2014 22:50
di Infarinato
Nel canto petrarchesco scevro vale «lontano, distante», ergo l’esempio non è probante. ;)

Inviato: gio, 26 giu 2014 22:52
di Novizio
Petrarca è ancora canone e modello di lingua, secondo lei? E se sí, come fa a separare il canonico dal non canonico?

Re: «Scevro da» o «scevro di»?

Inviato: gio, 26 giu 2014 23:15
di Ferdinand Bardamu
Infarinato ha scritto:Nel canto petrarchesco scevro vale «lontano, distante», ergo l’esempio non è probante.
Come al solito, hai ragione. Non ho fatto abbastanza attenzione all’esempio che riportavo.

Quindi, coerentemente, da si usa per esprimere l’accezione antica, etimologicamente piú propria, di separazione; di per indicare privazione. Insomma: la risposta era dentro di me. Ti ringrazio. :)

Per Novizio: è una domanda molto interessante, che però si dovrebbe porre in un altro filone. :wink: