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«A suo tempo»

Inviato: ven, 24 ott 2014 11:33
di Zabob
Quando m'imbatto nella locuzione «a suo tempo» non posso fare a meno di pensare a quel "suo" come un agg. poss., quindi mi domando (più o meno inconsciamente): «a tempo di chi?». Per cui se il sogg. è al plurale, come in «i vincitori, le famiglie che avevano a suo tempo voluto eleggere il G.», «tutta la cità ne sentiva piacere, sì per le guerre a suo tempo sostenute con infinito danno de le facultà et de le persone» (due frasi chiaramente di epoche diverse tratte dalla stessa pagina), quell'«a suo tempo» mi "stona" un po', perché la mia mente cerca di concordarlo invano con il soggetto.
Tanto più che si dice «le guerre a loro volta» (e non *«a sua volta»).

Inviato: ven, 24 ott 2014 21:07
di PersOnLine
Il problema è che è – appunto come ha detto – una «locuzione» con un significato proprio, che di certo non risponde alla domanda a tempo di chi?, significando 'al momento giusto'.

Inviato: sab, 25 ott 2014 1:21
di Zabob
Sì ma io mi domandavo la funzione di quel "suo": donde nasce l'espressione? Sarà un pron. possessivo? Probabilmente sbaglio, ma la frase «ogni cosa a suo tempo» per me vale «ogni cosa al tempo suo (proprio)», cioè giusto per quella cosa. Per questo non mi torna poi «sono cose che verranno affrontate a suo tempo»: perché mi aspetto un "loro".

Inviato: sab, 25 ott 2014 9:20
di GFR
Penso siano modi di dire che si sono cristallizzati così. «Sono cose che verranno affrontate a suo tempo» oppure «sono cose che verranno affrontate al tempo loro/ a tempo debito». Per dire in un altro modo: se si usa quell'espressione, la si serve con il dubbio d'aver scodellato anche un errore. Ripeto, benché ovvio, il "secondo me".

Inviato: sab, 25 ott 2014 11:13
di PersOnLine
Temo che il problema nasca dal fatto che a suo tempo viene usato molto spesso come sinonimo di «a loro volta» o «al tempo di quella cosa», anziché di «al momento giusto/a tempo debito»; peraltro, spesso, in contesti in cui possono stare entrambi i significati.

Re: «A suo tempo»

Inviato: mer, 27 nov 2019 17:39
di ramia
La discussione è di vari anni fa, tuttavia concordo con Zabob, per analogia su ciò che avviene per la locuzione a sua volta/a loro volta.

Re: «A suo tempo»

Inviato: mer, 27 nov 2019 18:36
di Infarinato
ramia ha scritto: mer, 27 nov 2019 17:39 La discussione è di vari anni fa, tuttavia concordo con Zabob, per analogia su ciò che avviene per la locuzione a sua volta/a loro volta.
Ma non si tratta di concordare o no, caro/a (?) Ramia. Come faceva notare PersOnLine, la locuzione è sempre a suo tempo, nel senso di «al momento giusto». Si vedano gli stessi esempi del Treccani: lo saprai a suo tempo (non *a tuo tempo), te lo dirò a suo tempo (non *a mio/tuo tempo), e poi: «Non mi scorderò, a suo tempo [non *a mio tempo], di mandar quell’altro [vino] che ho promesso» (Redi), «a suo tempo [non *a mio tempo] sono stato uno di quelli che hanno approvato la famosa desistenza con la ditta Bertinotti & Cossutta» (G. Pansa, «L’Espresso», 13/3/’97).

P.S. Benvenuto/a! :D

Re: «A suo tempo»

Inviato: mer, 27 nov 2019 18:45
di ramia
D'accordo, grazie per l'argomentazione (e il benvenuto)!