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«Esòso»

Inviato: dom, 26 ott 2014 8:50
di Zabob
Ho guardato questo video dal quale ho appreso molte cose interessanti, fra cui il fatto che "esòso" /e'zɔzo/ si pronuncia con la 'o' aperta e con la 's' dolce (a differenza di golóso, curióso, ecc.), e ne viene addotta una motivazione etimologica.
In effetti /e'zɔzo/ è l'unica pronuncia riportata dal DOP, mentre il Canepari sul DiPI lo riporta come pronuncia tradizionale (eˈzozo. -zɔz-; -zos- [T o/ɔ, UMLR o]: la 's' aspra solo "tollerata") e lo Zingarelli 2012 (le cui trascrizioni fonematiche sono dovute in parte allo stesso Canepari) dà eṣóso /e'zoso/ (o -ò-) (o -ṣo) – quindi esattamente come golóso /go'loso/ ecc.
Tuttavia l'etimologia non mi pare giustifichi questa differenza né nell'accento fonico né per quel che riguarda la sonorizzazione dell'ultima 's', poiché in lat. si ha comunque la desinenza ōsus (glōrĭōsus/exōsus).

P.S.: aggiungo i riferimenti nel video: minuto 1:40 - minuto 28:33.

Inviato: dom, 26 ott 2014 9:46
di Ferdinand Bardamu
La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo e, in quanto tale, non segue la normale evoluzione delle vocali toniche latine, bensí (se non sbaglio, ma se sbaglio immagino che interverrà il nostro Infarinato a correggermi) il principio vocale incerta, vocale aperta.

Confronti, per esempio, candéla (parola comune e di tradizione ininterrotta, che continua il latino CANDĒLAM) e tutèla (cultismo tratto dal latino TUTĒLA).

Inviato: dom, 26 ott 2014 10:16
di Zabob
Ferdinand Bardamu ha scritto:La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo
La ragione addotta da Borri è diversa: pare di capire che, se siamo in presenza di un aggettivo derivante da un sostantivo ("famoso" da fama, "glorioso" da gloria ecc.) si ha 'o' chiusa; "esòso" invece viene da un participio passato (ex + ōsus, da ōdisse*). Ma la vocale è sempre lunga!

*Si legge òdisse, sdrucciolo? mi ricordavo odìsse. Ma sono passati 30 anni!

Inviato: dom, 26 ott 2014 10:27
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:La ragione è molto semplice: esoso è un cultismo e, in quanto tale, non segue la normale evoluzione delle vocali toniche latine, bensí (se non sbaglio, ma se sbaglio immagino che interverrà il nostro Infarinato a correggermi) il principio vocale incerta, vocale aperta.
Proprio cosí, caro Ferdinand. Principio miglioriniano cui mi piace aggiungere (con ovvio riferimento alle s e alle z) quello «consonante che s’ignora, consonante sonora» :D (…ovviamente, vocali aperte e s e z sonore si hanno anche in parole popolari).

Lievemente diverso il caso di oso /ˈɔzo/ (verbo e aggettivo), che è una parola popolare, dove la /ɔ/ è etimologica e la /z/ è dovuta alla ben nota moda settentrionaleggiante responsabile già in antico (in Toscana, ma non nel resto del Centro) della sonorizzazione di molte parole di tradizione ininterrotta.

(Dovrei ascoltare la registrazione, ma, cosí come riportata, la giustificazione del Borri non ha molto senso. :?)

Inviato: dom, 26 ott 2014 10:29
di Zabob
Tuttavia anche "curioso" /ku'rjoso/ è voce dotta (così per lo Zingarelli, almeno), dal lat. curiōsus (a sua volta dal sost. cūra).
(Forse Borri, visto l'uditorio cui si rivolgeva, ha voluto semplificare.)

Inviato: dom, 26 ott 2014 10:45
di Infarinato
Zabob ha scritto:Tuttavia anche "curioso" è voce dotta (così per lo Zingarelli, almeno), da curiōsus (a sua volta dal sost. cūra) eppure dà l'italiano "curioso" /ku'rjoso/.
Non ha importanza: il suffisso -ŌSU(M) è presente in cosí tanti aggettivi di tradizione popolare che l’analogia ha fatto il resto.

Ma l’analogia non ha evidentemente colpito quei termini d’uso raro e limitato a ristrette cerchie d’intellettuali —un esempio ancora piú «clamoroso»: inglese /-s-/ (e cosí praticamente tutti gli etnonimi) ~ francese /-z-/ (e cosí anche cortese, palese, paese etc.).

Inviato: dom, 26 ott 2014 11:04
di Zabob
Vedo che "curióso" e "esòso" – entrambe, come abbiamo visto, voci dotte – compaiono per la prima volta in italiano (fonte sempre Zingarelli) la prima nel XIII sec., la seconda nel XV.
Immagino che anche questo significhi qualcosa – "curioso" è comunque di tradizione ininterrotta, "esoso" potrebbe essere una nuova formazione.

Inviato: dom, 26 ott 2014 11:16
di Infarinato
Ahem, cultismo vuol dire «voce dòtta» (cioè non «di tradizione orale ininterrotta»), non «parola di àmbito cólto» (che, a seconda dell’epoca storica, può essere anche una parola [tecnicamente] «popolare», e viceversa). E esoso non è una «nuova formazione»: è ripresa pari pari dai testi latini.

Inviato: dom, 26 ott 2014 11:37
di Zabob
Mi aspettavo l'osservazione. Ho ancora molte lacune da colmare. Ma son qui per imparare. Sapevo che "cultismo" e "voce dotta" sono sinonimi e come tali li ho prima adoperati; mi aspettavo la tirata d'orecchi(e) perché sospettavo che "di tradizione ininterrotta" significasse l'opposto (quindi sin. di "voce popolare") e me ne ha dato conferma.
Pensavo che "esoso" fosse un conio su base latina poiché non ho trovato exodi nel dizionario latino.