Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Io non sopporto sigle e acronimi tutti minuscoli o con la prima lettera maiuscola. Un tempo si scriveva C.G.I.L., oggettivamente un po' pesante, oggi Cgil o addirittura «il leader cgil», che dovrebbe pronunciarsi, seguendo le regole «italiane», *[ʧə'ʤil].
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Negli ultimi giorni sono perseguitato da «alzare l'asticella»: è un martellamento ossessivo.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

A me dà fastidio particolarmente il nostrano "Da urlo", che baratterei con una decina di anglicismi, anche se questi mi garbano meno che niente.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Visto che Sempervirens ha riesumato la discussione, colgo l’occasione per dire anch’io la mia: è da quando Ferdinand ha aperto il filone che volevo intervenire sull’argomento, ma avevo bisogno di un po’ di tempo per raccogliere dati sufficienti.

Vivendo all’estero ormai da una quindicina d’anni, ma dotato di antenna parabolica e ovviamente connesso alla Rete, penso di poter offrire un punto di vista lievemente diverso sulla questione, e forse piú distaccato.

Ecco dunque, in ordine rigorosamente alfabetico, la mia personalissima lista —si tratta perlopiú di «plastismi», «tranquillanti verbali» e anglicismi inutili, condannabili non tanto in sé, quanto per l’abuso che se ne fa.

Noto in particolare un considerevole incremento (diciamo dai tempi di Mani pulite in poi, e per ovvie ragioni) di termini giuridici e di tecnicismi propri delle perizie stragiudiziali.

(A onor del vero, devo anche premettere che non si tratta solo di «giornalese», ma anche del «politichese» di quei salotti televisivi dov’è sempre piú difficile distinguere i commentatori dai commentati…)
  • Ad oggi per «a tutt’oggi, ancora oggi», ma anche semplicemente «oggi»!
  • il recente, onnipresente a fronte di per il tradizionale (e piú normale) «di fronte a»;
  • blindare per «proteggere con opportuni provvedimenti, rendere immodificabile»;
  • bomba a[d] orologeria (di qualsiasi cosa!);
  • combinato disposto (dir.) per una semplice «combinazione [di eventi]» o un «effetto combinato»;
  • correre (anglicismo semantico) per «candidarsi»;
  • declinare per «svolgere, dipanare, sviluppare»;
  • default (econ.) per qualsivoglia «bancarotta»;
  • *de Il, *ne Il etc.;
  • distrazione (tecn. ammin.) per ogni benedetta, banalissima «sottrazione»;
  • è di qualche giorno fa [la dichiarazione di _…], mai «qualche giorno fa _ ha dichiarato»;
  • …e quant’altro, ma anche (maanchismo), ben altro (benaltrismo), ma di cosa stiamo parlando? (mah, se ’un lo sai te…);
  • […]: è polemica! (forse, ma non è sintassi);
  • esondare/tracimare (tecn. idrogeol. nell’accezione propria) per «straripare»;
  • eterodiretto (sociol.) per «controllato dall’esterno» o anche solo «controllato [da qualcun/qualcos’altro]»;
  • *[le] fila come plurale di… [la] fila;
  • giustizia etc. a[d] orologeria;
  • governance per semplice «amministrazione, [modo di] conduzione/gestione»;
  • jihadista/-i con /ʒ-/ (e magari con lo/gli come articoli!): perché?? (È vero che è una pronuncia abbastanza diffusa in inglese, ma non ve n’è traccia ne[anche nella terza edizione de]ll’Oxford English Dictionary né sul Merriam-Webster);
  • narrazione (anche narrativa) per «visione», «concezione [del mondo]»;
  • osservatorio privilegiato: praticamente, tutti;
  • paventare («temere») per «ventilare, minacciare velatamente» (…e non mi si citi Goldoni!);
  • plasticamente per «manifestamente»: «plastica rappresentazione» e vabbè, ma «plastica frattura [politica]»?!!
  • *settimana prossima per «la settimana prossima»;
  • sfilarsi per «defilarsi»: son due cose diverse!
  • spalmare (burocr.) per «ripartire, distribuire, diluire, dilazionare, rateizzare»;
  • sperequazione (econ.) per semplice «diseguaglianza, divario»;
  • tessuto sociale, e va bene, ma il ??tessuto umano (sentito l’altro giorno alla radio) cos’è? La pelle??
  • triplete (sport.) per ogni benedetta, banalissima «tripletta»;
  • l’immancabile, onnipresente utilizzo (burocr.) per «uso».
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ringrazio Infarinato per l’intervento, molto interessante e documentatissimo. :D Tutte le parole dell’elenco mi fanno salire il nervoso.
Infarinato ha scritto:[…]: è polemica! (forse, ma non è sintassi)
Il colonnino sulla destra del sito della Repubblica ne abusa senza ritegno. L’ultima che ho letto: «Manifesti elettorali: è strapaese». :roll:
Infarinato ha scritto:narrazione per «visione», «concezione [del mondo]»
Mi è capitato di leggere e sentire una parola ancor peggiore: narrativa, che in quest’accezione è un altro anglicismo semantico. Un esempio tratto dal Foglio: «E’ la posizione dei politicanti che nel loro idealismo naïf sostennero la guerra per voltarle poi le spalle non appena la narrativa dei media ha reso impossibile sostenerla». Si noti E’ per È, un’altra cosuccia che mi fa saltare la mosca al naso.
Infarinato ha scritto:e quant’altro, ma anche (maanchismo), ben altro (benaltrismo), ma di cosa stiamo parlando? (mah, se ’un lo sai te…)
:lol: Assieme a e quant’altro metterei anche il solito piuttosto che per o(ppure), ormai irrefrenabile. Di ma di cosa stiamo parlando? me n’ero accorto anch’io.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:
Infarinato ha scritto:narrazione per «visione», «concezione [del mondo]»
Mi è capitato di leggere e sentire una parola ancor peggiore: narrativa, che in quest’accezione è un altro anglicismo semantico.
È vero: l’avevo sentita anch’io, ma mi son poi dimenticato di aggiungerla all’elenco. :?
Ferdinand Bardamu ha scritto:Di ma di cosa stiamo parlando? me n’ero accorto anch’io.
E mi pareva!… Ma poi mi son dimenticato di fare la ricerca nel fòro. :oops:

Un’altra «perla» che m’è sfuggita e che si trova spesso nello scritto di giornalisti anche molto famosi (e nel parlato di quasi tutt’i politici) è *le fila come plurale di la fila (aggiunto).
Teo
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Intervento di Teo »

«Al vetriolo»: per designare interventi, articoli o discorsi improntati a critiche aspre, dure, corrosive.
Teo Orlando
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non si placano le polemiche su [X] è un’altra «bella» espressione: placare, un verbo molto formale e dal sapore letterario è usato quasi solo in quest’espressione, che sembra essere l’unico modo per parlare delle dichiarazioni (di solito insignificanti) del politico di turno.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Giro di vite!
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G.B.
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Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di G.B. »

Tutto e il contrario di tutto (usata a vanvera anche dai politici).
G.B.
domna charola
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Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di domna charola »

Attualmente non sopporto:
- il già segnalato "paventare" inteso come ventilare, minacciare
- l'accellerazione, che deve essere un incremento di velocità elevatissimo, superiore alla vecchia accelerazione. Questo nel parlato, non nello scritto. Che poi, è pure più difficile da dire...
- la solita serie di anglicismi, ma non perché siano tali, ma per l'abuso indiscriminato che se ne fa, da *locdaun a *griin, per non dire di *fuud

Altri li ho rimossi e il cervello si rifiuta di rimembrarli.
Avatara utente
Infarinato
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Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di Infarinato »

domna charola ha scritto: sab, 17 apr 2021 12:17 - l'accellerazione, che deve essere un incremento di velocità elevatissimo, superiore alla vecchia accelerazione.
Codesto, però, è un peccato veniale;)
domna charola ha scritto: sab, 17 apr 2021 12:17Che poi, è pure più difficile da dire...
Per noi toscani, genuini italofoni, no. :P
DON FERRANTE
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Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di DON FERRANTE »

Pochi minuti fa ho potuto apprezzare un ospite (non faccio nomi) di una delle tante trasmissioni serali che spaziano dalla politica all'attualità riprendere un altro ospite sull'uso maldestro del vocabolo narrazione. Non ho, però, captato il contesto.
Ho solo sentito costui chiedere a mani giunte all'altro di non usare il termine narrazione.
Poi sfociata scherzosamente in tu hai detto narrazione e quindi con te non ci parlo più.
Avatara utente
Marco1971
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Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di Marco1971 »

E in che cosa narrazione costituirebbe un obbrobrio?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
DON FERRANTE
Interventi: 344
Iscritto in data: sab, 05 set 2020 17:08

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Intervento di DON FERRANTE »

Io non ho parlato di obbrobrio. Ho solo citato una battuta sferzante intercettata in televisione. Purtroppo, ripeto, non ho colto la frase incriminata. Ho semplicemente supposto che l'altro che lo bacchettava avesse percepito l'uso di narrazione esattamente come uno dei plastismi snocciolati qui sopra da Infarinato.
Mi ha incuriosito il siparietto. Se avessi potuto ascoltare la frase, mi sarei fatto un'idea precisa.
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