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Quando il li (a lei) divenne le.

Inviato: dom, 30 nov 2014 20:37
di GFR
Io voglio del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio;
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch'è lassù bello a lei somiglio.


In questi versi del Guinizelli asembrarli lo intendo come paragonarle. Vorrei sapere, se vi fosse possibile, quando il pronome complemento di termine è diventato -le.
Pare che il gli per a lei sia tollerato oggi, almeno nell'uso comune, ma a me sembra sempre un errore da correggere.

Inviato: lun, 01 dic 2014 12:03
di Scilens
Si trova in Dante, per esempio nel Purgatorio XIX, 7-15, di sicuro l'uso è precedente:

"mi venne in sogno una femmina balba,
ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta,
con le man monche, e di colore scialba.

Io la mirava; e come 'l sol conforta
le fredde membra che la notte aggrava,
così lo sguardo mio le facea scorta

la lingua, e poscia tutta la drizzava
in poco d'ora, e lo smarrito volto,
com' amor vuol, così le colorava."

Anche per me non usarlo è da considerarsi errore.

Inviato: lun, 01 dic 2014 12:42
di Ferdinand Bardamu
Riporto la trattazione del Rohlfs (Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, vol. II, Morfologia, § 457; sottolineature mie):

Lo sviluppo normale di i l l i in posizione proclitica dovrebbe essere nel toscano li per entrambi i generi. Questa forma troviamo difatti nel toscano antico, cfr. nel testo fiorentino del 1211 li rendemmo, in Dante (di norma in posizione enclitica) mostreròlli, dilli, nel Boccaccio riguardando Emilia sembianti li fe’, che a grado li fosse, nello Straparola ne li lasciava mancare cosa che li fosse di utile (1, 12). […] Al femminile l’italiano usa di norma le, da un (analogico) i l l a e: io le dissi, dille. Ma poiché i l l i valeva in latino anche per il femminile, la forma gli ha conservato anche significato femminile. L’uso di gli per entrambi i generi è caratteristico del toscano. Fra gli antichi scrittori il Boccaccio, contrariamente a Dante, non si perita d’usar questa forma, cfr. di grazia chiese che la sua infermità gli mostrasse (Decam. 3, 9); e nell’odierno vernacolo fiorentino (e cosí nella piú gran parte di Toscana) tu gli dirai, gli scrissi, gli mando ‘le mando’.

Inviato: lun, 01 dic 2014 18:28
di GFR
Grazie ad entrambi.
Ho visto che il libro citato da Ferdinand Bardamu è disponibile in rete come PDF. Se non vi è di troppo disturbo, potreste segnalare un collegamento affidabile (dove cioè non ti installano anche programmini indesiderati) da cui ricevere il file, anche a pagamento. Credo che sia una pratica legale e ufficiale, altrimenti non chiederei. Grazie di nuovo.

Il collegamento oggi con il forum è particolarmente lento.

Inviato: lun, 01 dic 2014 18:51
di Scilens
Il fòro è STRAORDINARIAMENTE lento. Esasperante, errore 500.
"Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti" l'ho trovato di carta su un banco di libri vecchi, se esiste in formato digitale fa comodo anche a me.

[FT] Lentezza della connessione e Rohlfs in formato numerico

Inviato: lun, 01 dic 2014 21:04
di Infarinato
Scilens ha scritto:Il fòro è STRAORDINARIAMENTE lento. Esasperante, errore 500.
La colpa non è, ovviamente, nostra, ma il problema dovrebbe essere ora risolto.
Scilens ha scritto:"Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti" l'ho trovato di carta su un banco di libri vecchi, se esiste in formato digitale fa comodo anche a me.
Esiste, ma, ovviamente, non è legale, e il collegamento non può quindi essere dato in questo fòro.

Inviato: lun, 01 dic 2014 23:27
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:L’uso di gli per entrambi i generi è caratteristico del toscano.
E per il plurale, al posto di (a) loro ecc.

Inviato: mar, 02 dic 2014 8:29
di GFR
Però gli per (a) loro vale anche per l'italiano.

Inviato: mar, 02 dic 2014 11:49
di valerio_vanni
GFR ha scritto:Però gli per (a) loro vale anche per l'italiano.
Entrambi gli usi dello "gli" valgono anche per l'Italiano, ma sono ritenuti di uso più informale.

Personalmente, nel parlato uso solo "gli".
Nello scritto uso "le" per il femminile, e "gli" per il plurale. Il "loro" non lo uso mai, e mi pare di trovarlo scritto molto raramente.
Forse il "le" ha più diffusione del "loro" perché usato nel "lei" di cortesia e quindi viene applicato più facilmente anche ai costrutti con la vera terza persona.

Inviato: mar, 02 dic 2014 14:37
di Animo Grato
valerio_vanni ha scritto:
GFR ha scritto:Però gli per (a) loro vale anche per l'italiano.
Entrambi gli usi dello "gli" valgono anche per l'Italiano, ma sono ritenuti di uso più informale.
Sono due gradi di tolleranza diversi. Gli per "a loro", come è stato osservato di passaggio in altri filoni, è quasi un "male necessario", vista l'assenza di un clitico per la terza persona plurale. Da qui la sua generale ammissibilità, tranne che in un registro esplicitamente formale.
Per "a lei", invece, il clitico esiste ed è le. Gli per "a lei", oggi, è semplicemente un errore, che ha cittadinanza solo in un italiano regionale e nello scritto che si prefigga la mimesi di tale varietà linguistica.