Pagina 1 di 1

Apostrofo «fuori moda»?

Inviato: gio, 04 dic 2014 12:10
di Carnby
La sciatteria linguistica colpisce l'uso dell'apostrofo anche nei casi più banali: non bastano i politicanti da strapazzo che dicono la università; ci si mettono pure editori prestigiosi come Zanichelli...

Inviato: gio, 04 dic 2014 17:36
di PersOnLine
Mi perdoni, ma di preciso a cosa fa riferimento? perché io non vedo niente di insolito (anzi noto l'uso di calcolatori e di basi di dati).

Inviato: gio, 04 dic 2014 19:54
di Carnby
PersOnLine ha scritto:Mi perdoni, ma di precosa fa riferimento?
Mi riferisco a «di informatica».

Inviato: gio, 04 dic 2014 22:54
di PersOnLine
Ha cambiato idea? :)

Inviato: ven, 05 dic 2014 0:20
di Freelancer
Carnby ha scritto:
PersOnLine ha scritto:Mi perdoni, ma di precosa fa riferimento?
Mi riferisco a «di informatica».
Non penso si possa parlare di sciatteria. Si tratta di una "tendenza al regresso delle forme tronche ed elise rispetto alle forme piene delle parole", notata inizialmente da Bruno Migliorini nel 1932 e osservata, tra gli altri, da Francesco Sabatini e Giovanni Nencioni. Vedere a tale riguardo questo articolo della Crusca.

Inviato: ven, 05 dic 2014 9:46
di Carnby
PersOnLine ha scritto:Ha cambiato idea?
Diciamo che trovarsela in un titolo di un libro Zanichelli mi ha fatto un po' specie. Passi se l'avessi trovata in un articolo accademico di chimica o fisica (ammesso che ne esistano sempre scritti in italiano) ma lì...

Inviato: ven, 05 dic 2014 9:52
di Zabob
Freelancer ha scritto:Si tratta di una "tendenza al regresso delle forme tronche ed elise rispetto alle forme piene delle parole", notata inizialmente da Bruno Migliorini nel 1932... Vedere a tale riguardo questo articolo della Crusca.
Migliorini, secondo l'articolo, l'avrebbe descritta nel 1963.

Inviato: ven, 05 dic 2014 9:52
di Ferdinand Bardamu
In questo caso ci potrebbero essere anche ragioni tipografiche e commerciali: mantenendo la forma piena della preposizione si isola la parola «Informatica», del resto già evidenziata dalla maggior grandezza del corpo.

Inviato: ven, 05 dic 2014 17:13
di Freelancer
Zabob ha scritto:
Freelancer ha scritto:Si tratta di una "tendenza al regresso delle forme tronche ed elise rispetto alle forme piene delle parole", notata inizialmente da Bruno Migliorini nel 1932... Vedere a tale riguardo questo articolo della Crusca.
Migliorini, secondo l'articolo, l'avrebbe descritta nel 1963.
Ho fatto confusione (nata appena ho letto contemporaneo) aggiungendola a quella fatta nell'articolo, perché non esiste un'opera L'italiano contemporaneo di Migliorini pubblicata nel 1963, anno in cui invece fu pubblicata la quarta edizione rifatta del volumetto La lingua contemporanea, pubblicato inizialmente nel 1938. Qui, nel capitolo "Innovazioni grammaticali e lessicali dell'italiano d'oggi", Migliorini scrive "I troncamenti sono in lieve declino" e segue con alcune osservazioni:
quelli in finale assoluta (il mio dolor, per non peccar) sono possibili solo in versi, e nemmeno in tutte le circostanze; quelli all'interno di frase sono variamente resistenti, giacché le formule possono essere diversissime: l'edizion nazionale sa ormai di sostenuto, una special macchina va ancora bene, per timor di peggio, son tutti fermi vanno benissimo, ecc.
Aggiunge più avanti, dopo aver parlato del dittongo mobile, un'osservazione che mi piace riportare:
Insomma anche l'italiano si sta incamminando su una via per cui il francese si è messo da qualche secolo: anche per esso si può dire che "siamo di fronte a un vasto insieme di fatti convergenti che rendono la struttura linguistica più semplice, più regolare, più lineare, e che facilitano il funzionamento e la permutabilità reciproca degli elementi del sistema".
rimandando a vari studi di linguisti francesi. Ricordo anche di avere letto considerazioni simili fatte da Tullio De Mauro, che quindi vanno retrodatate ad almeno il 1938.

Questo per ribadire che in genere è molto difficile dire qualcosa di originale senza fare spogli sterminati, e secondo che bisogna fare attenzione prima di condannare un fenomeno linguistico. In merito voglio anche riportare le parole di Gianfranco Folena e Ghino Ghinassi scritte ricordando la fondazione della rivista Lingua Nostra da parte di Giacomo Devoto e Bruno Migliorini nel 1938:
[...] qui prese corpo in particolare quell'atteggiamento inconsueto nel panorama degli studi sulla lingua italiana, per cui di fronte a fenomeni innovativi si badò a capire, e a capire a fondo, prima di approvare o condannare: [...]
E qui chiudo. :wink:

Inviato: lun, 29 dic 2014 11:03
di domna charola
Nel caso in questione, credo che domini il fatto di essere un titolo di copertina, riferito a una collana "il dizionario di...".
Dato che la scelta grafica è stata di evidenziare, con un corpo più grande e isolando il termine su una riga sua propria, l'argomento di ogni singolo volume, davanti a un tema che inizi per vocale non si può fare altro - graficamente parlando - che attaccarsi alle considerazioni linguistiche sopra riportate.
Darebbe fastidio anche a me, ma penso che se dovessi impaginare quella copertina non avrei alcun dubbio:

"il Dizionario Enciclopedico d'
INFORMATICA"

non lo scriverei proprio;

"il Dizionario Enciclopedico
d'INFORMATICA"

dal punto di vista grafico semplicemente grida vendetta...

Inviato: lun, 29 dic 2014 14:18
di Carnby
domna charola ha scritto: "il Dizionario Enciclopedico d'
INFORMATICA"

non lo scriverei proprio;
Eppure nelle prime, artistiche, stampe in italiano del Manuzio e di altri, l'apostrofo in fine di riga era piuttosto comune.

Inviato: lun, 29 dic 2014 16:50
di domna charola
Oggi probabilmente sarebbe preso per un errore.
Se dovessi curare quella copertina, probabilmente metterei una nota nel colofone o nella seocnda di copertina, con scritto che non si tratta di un errore di stampa, bensì di una scelta consapevole, ben attestata nella stampa antica.
Potrebbe essere un buon modo per attirare l'attenzione anche su un dato storico.