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Uso delle virgolette nelle citazioni

Inviato: gio, 18 dic 2014 18:19
di malapartiano
Se io voglio riportare una frase di un autore, dicendo "per dirla con Tizio"... e poi la frase che voglio riportare, devo usare le virgolette?

Es: per dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti", oppure anche senza le virgolette?

Re: virgolette o no?

Inviato: gio, 18 dic 2014 23:17
di Zabob
Le virgolette per citare una frase scritta o (soprattutto) detta da qualcuno mi paiono imprescindibili. Se proprio dovessi immaginare una situazione in cui farne a meno, potrebbe essere per brevi motti, ma mettendoli comunque in evidenza per es. con il corsivo: es: «Alea iacta est, come avrebbe detto Cesare in questo caso» (N.B.: le virgolette che ho usato qui sono per isolare l'esempio, non la citazione).
malapartiano ha scritto:[P]er dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti"
"Fatti non foste a viver come bruti" (altrimenti diventa un dodecasillabo).

Inviato: ven, 19 dic 2014 0:00
di PersOnLine
La preposizione a in questo verso mi ha sempre lasciato perplesso: essere fatti a" è un licenza poetica? è un uso dell'italiano antico?

Inviato: ven, 19 dic 2014 0:11
di Scilens
È toscano antico e presente: "che ll'ha'fatt'affare?"= che l'hai fatto a fare, cioè "perché l'hai fatto?"

Inviato: ven, 19 dic 2014 0:53
di Ferdinand Bardamu
Scilens ha scritto:È toscano antico e presente: "che ll'ha'fatt'affare?"= che l'hai fatto a fare, cioè "perché l'hai fatto?"
Quest’esempio non è pertinente. Si tratta di un costrutto esclusivamente interrogativo, di registro colloquiale, nel quale il pronome interrogativo assume un valore avverbiale, affine a perché. E, in realtà, a me pare che sia piú tipico del Settentrione, in cui, per ovvie ragioni, che è sostituito da cosa: es. «Cosa parli a fare?», «Cosa vieni a seccarmi?». (Si veda al riguardo il paragrafo § II.2.2.4. del vol. III della Grande Grammatica Italiana di Consultazione.) Non mi è ben chiaro donde abbia ricavato l’informazione sulla sua antichità.

Quanto al passo dantesco, l’uso della preposizione a coll’infinito è conforme al valore finale ch’essa può assumere. In merito, si vedano gli esempi della voce «A» del Treccani, accezione 5, tra i quali figura proprio il verso dell’Inferno.

Inviato: ven, 19 dic 2014 1:11
di Scilens
Serve a fare.
Non è italiano? Imparzialità encomiabile.

Inviato: ven, 19 dic 2014 10:27
di Infarinato
Scilens ha scritto:Serve a fare.
Non è italiano? Imparzialità encomiabile.
O cosa c’entra l’«imparzialità», caro Scilens? :shock: …Ma soprattutto cosa c’entra un’espressione quale serve a fare, dove la a dipende ovviamente dal verbo servire, costituendone la normale reggenza (servire a qlcu./qlco. / a fare qlco.)?

Inviato: ven, 19 dic 2014 11:35
di Zabob
Credo di ravvisare un uso simile in Leopardi: «Nascemmo al pianto» (Ultimo canto di Saffo e Il sogno); «Nascere al pianto» (Inno ai Patriarchi).

Re: Uso delle virgolette nelle citazioni

Inviato: ven, 19 dic 2014 11:48
di Ferdinand Bardamu
malapartiano ha scritto:Se io voglio riportare una frase di un autore, dicendo "per dirla con Tizio"... e poi la frase che voglio riportare, devo usare le virgolette?

Es: per dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti", oppure anche senza le virgolette?
La funzione delle virgolette è proprio segnalare una citazione, che si tratti di un discorso diretto oppure delle parole di uno scrittore o di un personaggio famoso. Al riguardo, veda questa scheda nel sito della Treccani.

Mi pare però che, per citazioni tanto famose da esser diventate ormai modi di dire, si possano talvolta omettere le virgolette, in ispecie se la citazione è adattata alla frase in cui è inserita. Per esempio: «Questa è un’impresa da far tremar le vene e i polsi, per dirla con Dante» (la citazione esatta sarebbe «[ch’ella mi] fa tremar le vene e i polsi»).

Inviato: ven, 19 dic 2014 12:45
di Zabob
Un autore che non usa le virgolette è Luca Goldoni. Per es.: «A mezzanotte mia moglie mi ha svegliato: deve essere successo qualcosa di spaventoso, mi ha detto» (Ma poi sparano).