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Meridiane e clessidre
Inviato: mer, 07 gen 2015 22:07
di Carnby
Tempo fa mi occupai della redazione delle voci guichipediane sugli strumenti di misura del tempo. Consultando dei glossari, trovai che il termine «corretto» per quella che oggi chiamiamo
meridiana è
orologio solare,
sciotere o
sciatere (insomma il
sundial inglese), mentre la
meridiana in senso proprio sarebbe una versione semplificata, che indica solo il mezzogiorno (il
noon mark inglese).
Tetrapiloctomisticamente, separai anche le voci
clessidra (l'inglese
water clock) e
clepsamia (l'inglese
hourglass) sebbene in italiano con
clessidra s'intenda oggi quasi esclusivamente quest'ultima. Oggi mi rendo conto di aver fatto un bel pasticcio. Quanto sono accettabili in italiano queste distinzioni? Ci possono bastare due termini (
meridiana e
clessidra) anche se altre lingue ne usano quattro?
Re: Meridiane e clessidre
Inviato: mar, 09 giu 2015 15:28
di sempervirens
Carnby ha scritto:Consultando dei glossari, trovai che il termine «corretto» per quella che oggi chiamiamo
meridiana è
orologio solare,
sciotere o
sciatere (insomma il
sundial inglese)…
Buongiorno! Non so di preciso se in tutta Italia si faccia distinzione tra i termini, ma io sarei per mantenerli e diffonderli.
In verità ho voluto fare questo intervento per esprimere il mio parere su Orologio solare e Quadrante solare. Il primo potrebbe essere anche portatile e tridimensionale. Il secondo, a parte lo gnomone, lo vedo più con fattezze bidimensionali e postazione permanente.

Inviato: mer, 10 giu 2015 8:33
di domna charola
Dal punto di vista "scientifico", gli oggetti in questione sono diversi, quindi ha senso secondo me dargli nomi diversi. La capacità di comunicare di una lingua è in fondo legata alla possibilità di usare numerosi vocaboli - magari apparentemente sinonimi, a uno sguardo superficiale, o di un "profano" della materia - diversi, ciascuno per un preciso e ben definito oggetto.
Ho letto i testi a cui fanno riferimento i collegamenti, e mi sembrano ineccepibili: in primo luogo si definisce l'oggetto e il termine preciso, poi si spiega che nella lingua corrente il termine è in realtà usato in un senso più ampio e impreciso. Ma compito di un dizionario o di un'enciclopedia è riportare innanzitutto il senso preciso delle parole, non il valore tramandato oralmente in una lingua che diviene giocoforza meno controllata, e poi approdato - impropriamente - anche nello scritto.
In fondo, nessuno è obbligato per legge a usare il termine giusto, però a tutti si dà la possibilità di conoscerlo.
Fra l'altro, quella della sabbia non l'avevo mai sentita, e ho dovuto riflettere un attimo per arrivarci, partendo da quel cless-idra che ho sempre dato per scontato senza soffermarmi ad analizzarlo. Grazie per la precisazione.