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I "copricapo" o i "copricapi"?
Inviato: gio, 28 set 2006 21:06
di Fausto Raso
Se non cado in errore, una regola grammaticale stabilisce che il plurale di parole composte con una forma verbale e un sostantivo maschile (singolare) si ottiene modificando il sostantivo: marciapiede, marciapiedi. Ho notato, però, che non tutti i vocabolari concordano su questa regola. Per quanto attiene al plurale di “copricapo”, per esempio, alcuni dizionari, tra i quali il “Treccani”, non riportano il plurale (il che lascia supporre che il plurale si forma secondo la regola su riportata); altri ammettono l’invariabilità (i copricapo) e il plurale normale (copricapi); il Dop, però, specifica che la forma invariata è meno comune. Il Devoto-Oli compatto, edizione 2006/2007 con Cd-Rom, registra esclusivamente l’invariabilità del termine; lo stesso vocabolario, però, riporta “coprifuochi” quale plurale di coprifuoco. Non è lo stesso caso di “copricapo”? Perché “due pesi e due misure”? Perché, insomma, “i copricapo” e “i coprifuochi”?
Ma torniamo un attimo al Dop che – a mio avviso – confonde un po’ le idee per quanto riguarda la formazione di alcuni plurali: copricapo, copricapi; copribusto (invariabile); copricalice (invariabile); coprifuoco, coprifuochi; copriletto (invariabile).
Se la regola sopra citata non è errata come si spiega questa “anarchia “ nella formazione di alcuni plurali?
Inviato: gio, 28 set 2006 22:46
di Marco1971
I dizionari si contraddicono spesso. Nel caso dei composti con
copri- (e, piú in generale, del tipo
verbo + sostantivo), la tendenza mi sembra all’invariabilità, e io sarei per una tale uniformazione: infatti il concetto si riferirebbe a un nome visto nella sua universalità.
I copricapo coprono
il capo delle persone (diremmo
coprono i capi delle persone, quasi a suggerire che ognuno ha piú d’una testa?

);
i copriletto, il letto;
i copribusto, il busto, ecc. Per le parole di cui non s’avverte piú la composizione (come
i grattacapi, i passaporti, gli asciugamani, i marciapiedi...), invece, si fa il plurale regolare. Ma, finché per alcune parole ci saranno oscillazioni, converrà controllare caso per caso nel dizionario che si ha o, avendone diversi, attenersi a quelli che si ritengono piú precisi in queste indicazioni.
Inviato: gio, 28 set 2006 22:58
di Fausto Raso
E se una persona possiede un solo vocabolario e il caso vuole che sia quello "sbagliato"?
Inviato: gio, 28 set 2006 23:21
di Marco1971
Fausto Raso ha scritto:E se una persona possiede un solo vocabolario e il caso vuole che sia quello "sbagliato"?
Beh, ce ne sono almeno tre consultabili gratuitamente in linea:
Treccani
Garzanti
De Mauro.

Inviato: gio, 28 set 2006 23:53
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:Fausto Raso ha scritto:E se una persona possiede un solo vocabolario e il caso vuole che sia quello "sbagliato"?
Beh, ce ne sono almeno tre consultabili gratuitamente in linea
Ho fatto un rapido "giro" nei tre siti dei vocabolari in linea: non tutti riportano le forme plurali e quando le riportano si contraddicono. Non sarebbe meglio che TUTTI i vocabolari si attenessero alla regola che ho citato all'inizio?
Inviato: ven, 29 set 2006 0:04
di Marco1971
Fausto Raso ha scritto:Ho fatto un rapido "giro" nei tre siti dei vocabolari in linea: non tutti riportano le forme plurali e quando le riportano si contraddicono. Non sarebbe meglio che TUTTI i vocabolari si attenessero alla regola che ho citato all'inizio?
Ma lei crede davvero che la lingua si possa costringere entro regole di questo tipo? Le regole senza eccezioni sono proprio rare... Certo, sarebbe pratico avere una norma semplice; ma la lingua non è né semplice né logica...
Inviato: ven, 29 set 2006 1:44
di Fausto Raso
Sono d'accordo con lei, su quanto asserisce, solo in parte. E le faccio un esempio (che può sembrare banale). Molti scrivono noi sognamo, invece di sogniamo, perché si rifanno ad una "regola" che vieta l'inserimento della "i" dopo il digramma gn: ognuno, sogno, (ogni è un caso a sé). Questa "giustificazione" è 'pretestuosa' perché la "i" è parte integrante della desinenza iamo: amiamo, crediamo, finiamo...sogniamo.
La SOLA grafia corretta è, dunque, sogniamo. E questa stessa "legge" vale per i verbi in -gnere (spegniamo) e in -gnire (grugniamo).
Il non rispetto di questa "regola" non crea un'anarchia linguistica?
Spero che lei concordi.
Re: I "copricapo" o i "copricapi"?
Inviato: ven, 29 set 2006 17:07
di bubu7
Fausto Raso ha scritto: ... una regola grammaticale stabilisce che il plurale di parole composte con una forma verbale e un sostantivo maschile (singolare) si ottiene modificando il sostantivo: marciapiede, marciapiedi. [...]
Se la regola sopra citata non è errata come si spiega questa “anarchia “ nella formazione di alcuni plurali?
La regola da lei citata non è errata e la spiegazione dell’
anarchia e quella fornita da
Marco1971.
Se i costituenti sono percepiti come un'unica parola il plurale è regolare, altrimenti, la parola (con il secondo componente costituito da un nome maschile singolare)
può essere invariabile.
Poiché, in genere, più passa il tempo e più è facile che un nome composto venga percepito come un’unica parola (ovviamente, è più difficile che accada il contrario), le parole invariabili dovrebbero essere quelle di formazione recente.
Ci si aspetta quindi una relativa predominanza dei plurali normali accumulatisi nel tempo, ma bisogna però tener conto della frequenza di questo meccanismo di formazione delle parole nei diversi periodi storici.
Attualmente, per quanto riguarda i composti con
copri-, vi è un rapporto di circa 2 a 1 in favore del plurale regolare (almeno secondo il GRADIT).
Inviato: ven, 29 set 2006 18:07
di Marco1971
Fausto Raso ha scritto:Sono d'accordo con lei, su quanto asserisce, solo in parte. E le faccio un esempio (che può sembrare banale). Molti scrivono noi sognamo, invece di sogniamo, perché si rifanno ad una "regola" che vieta l'inserimento della "i" dopo il digramma gn: ognuno, sogno, (ogni è un caso a sé). Questa "giustificazione" è 'pretestuosa' perché la "i" è parte integrante della desinenza iamo: amiamo, crediamo, finiamo...sogniamo.
La SOLA grafia corretta è, dunque, sogniamo. E questa stessa "legge" vale per i verbi in -gnere (spegniamo) e in -gnire (grugniamo).
Il non rispetto di questa "regola" non crea un'anarchia linguistica?
Spero che lei concordi.
Sono anch’io per il mantenimento della
i. Tuttavia, le consiglio la lettura di questa
scheda dell’Accademia della Crusca. Inoltre le forme senza
i sono ammesse anche dal DOP, quindi d’errore non si può parlare.

Inviato: ven, 29 set 2006 20:27
di Federico
La cui citazione «la resistenza alla soppressione [della i] è maggiore perché tolta la
i, rimane sfigurato il suffisso» è verificata empiricamente, nel senso che è una di quelle regole tenacemente tramandate e impresse a fuoco nelle testoline degli alunni delle elementari.
Inviato: mar, 10 ott 2006 13:00
di Incarcato
Ritornando alla questione dei plurali, io sono per il rispetto della regola vigente, e quindi
grattacapi,
coprifuochi,
copricapi ecc.
E questo per due buoni motivi: primo, il rispetto d'una regola grammaticale, che anche la
Crusca riconferma
in toto, mi pare; secondo, eccepire la consapevolezza della composizione è un criterio (inutilmente) labile.
Dopotutto, anche con un asciugamano mi asciugo
due mani, e con
due grattacapi mi gratto una sola testa. Non vedo motivo per le eccezioni, tollerabili bensí, ma non consigliabili.