Virgolette inutili?
Inviato: gio, 12 feb 2015 20:39
Sperando di aver compreso le regole di comportamento, chiedo lumi ai competenti frequentatori di questo fòro.
È solo una mia personale, e anomala, idiosincrasia o siamo di fronte ad un diluvio di virgolette inutili? Ho segnato in rosso quelle che a me paiono tali in tre esempi qui sotto: i primi, scelti casualmente, provengono da interventi in Cruscate il terzo dall'articolo di un noto commentatore politico.
È solo una mia personale, e anomala, idiosincrasia o siamo di fronte ad un diluvio di virgolette inutili? Ho segnato in rosso quelle che a me paiono tali in tre esempi qui sotto: i primi, scelti casualmente, provengono da interventi in Cruscate il terzo dall'articolo di un noto commentatore politico.
le sue considerazioni, per certi versi, colgono nel segno, e ci dicono che più di recente l'italiano non adatta più, che la frequenza di alcuni nessi consonantici comincia a incidere con un 'peso' diverso, che insomma sono «cambiati significativamente» alcuni «criteri di accettabilità» etc.
A ogni modo, mi riesce difficile pensare che in sciatore vi sia un dittongo. Nel senso che è sicuramente così, ma nel pronunciar la parola non avverto un "indebolimento" d'uno dei due segmenti vocalici. Ma mi rendo conto che è soltanto una questione d'orecchio.
Ho aderito subito con entusiasmo alle 10 proposte “aperte” lanciate da il Fatto Quotidiano. Con entusiasmo, perché l’iniziativa voluta da Antonio Padellaro, Marco Travaglio e Peter Gomez riprende la più nobile tradizione del grande giornalismo americano dall’epoca di Thomas Jefferson: l’impegno politico diretto delle testate democratiche. Allora, perché ancora inesistenti i grandi partiti politici rappresentativi, oggi in Italia perché ormai autoreferenziali, “rappresentativi” solo del kombinat affaristico-politico-corruttivo che caratterizza innanzitutto e per lo più l’establishment del nostro paese. Esiste certamente un’opposizione parlamentare, che si esprime in sostanza esclusivamente nel Movimento 5 Stelle, il cui carattere ondivago e la cui struttura organizzativa e comunicativa “proprietaria” si sono però dimostrati deleteri di fronte alla potenza della tenaglia messa in atto dal patto Renzi-Berlusconi propiziato dal lord protettore del nuovo regime: Giorgio Napolitano.