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Plurale forestierismi

Inviato: mer, 04 ott 2006 15:22
di Incarcato
Scusate, forse se n'è già parlato, ma qui la nostra Accademia non sta dicendo di mettere la s ai forestierismi recenti e/o tecnici?

Re: Plurale forestierismi

Inviato: mer, 04 ott 2006 15:36
di Infarinato
Incarcato ha scritto:Scusate, forse se n'è già parlato, ma qui la nostra Accademia non sta dicendo di mettere la s ai forestierismi recenti e/o tecnici?
Sí (e sí, se n’è già discusso, ma non ricordo dove, probabilmente sul forum dell’Accademia della Crusca), ma —mi pare di capire— solo perché, in questi casi, i termini in questione non sono veri e propri forestierismi (piú o meno ben acclimati in italiano), ma vere e proprie «citazioni»…

Inviato: mer, 04 ott 2006 16:01
di Incarcato
Devo dire che l'ho fatta leggere a un « profano » per citargli la fonte e lui ha capito che non si dice bars, ma managers sí!
Secondo me qui la consulenza linguistica è stata maldrestra, data anche la sensibilità del tema.

Secondo voi è il caso di segnalarglielo?

Inviato: mer, 04 ott 2006 17:17
di Marco1971
Oggi che i linguisti in biologi si son tramutati – e la lingua in mutante da Blade Runner –; oggi che i sommi sacerdoti dell’italiano fanno le release di CD con speakeraggio di tutti i lemmas e, immemori o ignari delle «forze dell’italiano», s’esprimono come automi incantati; oggi che la cultura viene presa per i fondelli: sarebbe, caro Incarcato, perfettamente inutile, temo.

(Ma sto preparando un vaccino; e una delle prossime notti passerà l’angelo marciano, armato di siringa – sorry, di syringe –, nelle case di tutti i giornalisti, e inoculerà il licore affondando l’acuminato strumento nelle loro tenere carni... :lol:)

Inviato: mer, 04 ott 2006 17:45
di Incarcato
Posso anche concordare, Marco, ma resta il fatto che, a mio avviso, qui l'Accademia ha emanata una sentenza sbagliata.

Inviato: mer, 04 ott 2006 17:47
di fabbe
Per la lingua italiana rimane almeno questo spazio!

Inviato: mer, 04 ott 2006 18:09
di Decimo
fabbe ha scritto:Per la lingua italiana rimane almeno questo spazio!
Correggo: rimane solo questo spazio... e non è certo un orgoglio per un'italianità ormai sin troppo lesa. Ecco che fra noi rimerge banalmente il mito dell'eroe, ultimo superstite di una stirpe incontaminata, che prenda il popolo per mano e condurlo per più ameni fati, ma, ahimè, esso è e resta mito e anelito e vana speranza! :(
In che modo concreto potremmo diffondere l'esterofobia (a mio parere massima virtù di un popolo all'autoconservazione)?

Inviato: mer, 04 ott 2006 18:14
di Marco1971
Indarno dunque avrei operato? :roll:

Inviato: mer, 04 ott 2006 21:50
di methao_donor
Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.

Inviato: gio, 05 ott 2006 1:38
di cuci
methao_donor ha scritto:Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.
Uhm, questo forse vale per le parole inglesi, ma vorrei proprio sapere come si troverebbe a dover usare il plurale di sauna o di kimono o vodka?
Il fatto che certe regole valgano solo per l'inglese son un ulteriore segno della colonizzazione anglofona che i più accettano quasi volentieri e comunque colle braghe calate (se m'è concesso di concedermi l'espressione).

Post Scriptum
In finlandese il plurale di "sauna" è "saunat", in giapponese la parola "kimono" non ha distinzione di numero, in russo il plurale di "vodka" è "vodky". L'esempio è un po' forzato, l'ammetto.

Inviato: gio, 05 ott 2006 8:55
di Incarcato
Inoltre, Luca Serianni consiglia l'invariabilità dei forestierismi. O sbaglio?

Inviato: gio, 05 ott 2006 9:16
di Infarinato
Incarcato ha scritto:Inoltre, Luca Serianni consiglia l'invariabilità dei forestierismi. O sbaglio?
Non sbaglia: Grammatica italiana («UTET», 1989), §III.131.

Inviato: gio, 05 ott 2006 13:26
di methao_donor
cuci ha scritto:
methao_donor ha scritto:Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.
Uhm, questo forse vale per le parole inglesi, ma vorrei proprio sapere come si troverebbe a dover usare il plurale di sauna o di kimono o vodka?
Il fatto che certe regole valgano solo per l'inglese son un ulteriore segno della colonizzazione anglofona che i più accettano quasi volentieri e comunque colle braghe calate (se m'è concesso di concedermi l'espressione).

Post Scriptum
In finlandese il plurale di "sauna" è "saunat", in giapponese la parola "kimono" non ha distinzione di numero, in russo il plurale di "vodka" è "vodky". L'esempio è un po' forzato, l'ammetto.
Bè, mi parrebbe la cosa più corretta da farsi per conservare una certa coerenza e integrità nel discorso.
Del resto, concordo con lei nel dire che probabilmente ciò potrebbe essere una difficoltà (facilmente colmabile, ad ogni modo).

Figlio della serva

Inviato: lun, 09 ott 2006 0:06
di cuci
Non so, per me sarebbe un po' come chinar la testa ammettendo l'inferiorità e la sudditanza dell'italiano rispetto alle altre lingue. Non mi pare che vi siano esempi di un simile servilismo nelle altre lingue, tantomeno nelle più parlate. No, io non voglio far fare all'italiano la figura del figlio della serva, non un'altra volta: dovrebbe esser l'italiano a modificare i termini stranieri assimilati e non questi forestierismi a voler modificare l'italiano.

Inviato: mar, 10 ott 2006 0:33
di methao_donor
Mica si tratta di modificare l'italiano. Si tratta di lasciare alle proprie consuetudini ciò che italiano non è. A mio avviso, se mai, rischia d'apparire inferiore e in sudditanza nel caso contrario.