«Serqua» = «gran quantità»
Inviato: mar, 03 mar 2015 13:13
Riapro la questione di serqua provando ad aggiungere qualche dato e a fare una riflessione piú ampia.
Il significato proprio della parola è «numero di dodici» (cfr. es. Vocabolario degli accademici della crusca, quarta impressione, s.v. «Serqua»). Il Vocabolario distingue dozzina da serqua secondo gli oggetti a cui ciascuna di queste parole si accompagna: serqua «dicesi più propriamente d’uova, di pere, di pani, o altre cose simili».
Tutti i dizionari moderni che ho potuto consultare riportano però anche un’altra accezione, figurata ed estensiva: si vedano le voci che ho citato qui, a cui aggiungo, per soprammercato, lo Zingarelli minore (ed. 2001, «sérqua s.f. 1 Dozzina: una s. di uova. 2 (est.) Grande numero o quantità: una s. di pugni»).
Come si sia giunti all’uso estensivo, è chiaro. Serqua, come dozzina e decina, può avere un valore approssimativo. Si veda, per esempio, questo passo di Giuseppe Giusti:
Chi disse il governo aver conosciuto non esservi luogo a procedere, e chi disse aver voluto che non si scuoprissero altari per paura di propagare il morbo, tanto più che i carcerati avevano chiesto processo ordinario. Quel che posso dire perché lo vidi da me, è che il ministro processante ci s’era messo coll’arco del collo e si stropicciava le mani dall’allegria che gli fosse capitata la bazza di carrucolarne una serqua in galera.
I dizionari moderni, salvo possibili eccezioni, non sono compilati da persone che s’inventano le parole. Inoltre, bisogna rilevare che dal significato approssimativo a quello estensivo è un passo. Si può notare un procedimento simile per altre parole che indicano oggetti di uso quotidiano, come sporta o il regionale cofana, i quali, benché non si riferiscano a un numero piú o meno preciso di cose, possono essere usati figuratamente nell’espressività del linguaggio familiare.
Se un ragionamento di carattere generale non bastasse, porto anche un esempio antico. Nel Pataffio di Franco Sacchetti (nato in Dalmazia da una famiglia di origini fiorentine, e vissuto a Firenze), si trova un serquentina, diminutivo di serqua, che in questo glossario della rivista «Studi di lessicografia italiana» è definito come «dozzina e quindi una buona quantità» (grassetto mio).
Il significato proprio della parola è «numero di dodici» (cfr. es. Vocabolario degli accademici della crusca, quarta impressione, s.v. «Serqua»). Il Vocabolario distingue dozzina da serqua secondo gli oggetti a cui ciascuna di queste parole si accompagna: serqua «dicesi più propriamente d’uova, di pere, di pani, o altre cose simili».
Tutti i dizionari moderni che ho potuto consultare riportano però anche un’altra accezione, figurata ed estensiva: si vedano le voci che ho citato qui, a cui aggiungo, per soprammercato, lo Zingarelli minore (ed. 2001, «sérqua s.f. 1 Dozzina: una s. di uova. 2 (est.) Grande numero o quantità: una s. di pugni»).
Come si sia giunti all’uso estensivo, è chiaro. Serqua, come dozzina e decina, può avere un valore approssimativo. Si veda, per esempio, questo passo di Giuseppe Giusti:
Chi disse il governo aver conosciuto non esservi luogo a procedere, e chi disse aver voluto che non si scuoprissero altari per paura di propagare il morbo, tanto più che i carcerati avevano chiesto processo ordinario. Quel che posso dire perché lo vidi da me, è che il ministro processante ci s’era messo coll’arco del collo e si stropicciava le mani dall’allegria che gli fosse capitata la bazza di carrucolarne una serqua in galera.
I dizionari moderni, salvo possibili eccezioni, non sono compilati da persone che s’inventano le parole. Inoltre, bisogna rilevare che dal significato approssimativo a quello estensivo è un passo. Si può notare un procedimento simile per altre parole che indicano oggetti di uso quotidiano, come sporta o il regionale cofana, i quali, benché non si riferiscano a un numero piú o meno preciso di cose, possono essere usati figuratamente nell’espressività del linguaggio familiare.
Se un ragionamento di carattere generale non bastasse, porto anche un esempio antico. Nel Pataffio di Franco Sacchetti (nato in Dalmazia da una famiglia di origini fiorentine, e vissuto a Firenze), si trova un serquentina, diminutivo di serqua, che in questo glossario della rivista «Studi di lessicografia italiana» è definito come «dozzina e quindi una buona quantità» (grassetto mio).