«Il premio di cui va matto»
Inviato: mer, 08 apr 2015 12:38
Lo slogan di una merenda per gatti è «Il premio di cui va matto». Il costrutto non mi torna: si dice infatti andare matto per qualcosa, non andare matto di qualcosa.
Tuttavia, noto che è comune la pronominalizzazione dell’argomento della locuzione con ne (=«di ciò»): es. «Ogni gatto ne va matto», un altro slogan di una marca di cibo per gatti.
Inoltre, nel Vocabolario degli Accademici della Crusca, IV edizione, alla voce «Matto» si legge (sott. mia):
Andar matto di checchessia, vale Disiderarlo ardentissimamente. Lat. deperire.
Esempio: Fr. Iac. T. 6. 10. 4. Chi per Cristo ne va matto Par agli altri mentecatto.
(Qui, a dire il vero, l’esempio non mi sembra confermi la reggenza di: andarne in questo caso è un verbo pronominale, in cui la particella ne ha un mero valore di rafforzativo. L’argomento vero e proprio è espresso dal sintagma preposizionale per Cristo.)
Insomma: secondo voi sono ammesse entrambe le reggenze? Come vi suona la frase che ho messo in oggetto?
Tuttavia, noto che è comune la pronominalizzazione dell’argomento della locuzione con ne (=«di ciò»): es. «Ogni gatto ne va matto», un altro slogan di una marca di cibo per gatti.
Inoltre, nel Vocabolario degli Accademici della Crusca, IV edizione, alla voce «Matto» si legge (sott. mia):
Andar matto di checchessia, vale Disiderarlo ardentissimamente. Lat. deperire.
Esempio: Fr. Iac. T. 6. 10. 4. Chi per Cristo ne va matto Par agli altri mentecatto.
(Qui, a dire il vero, l’esempio non mi sembra confermi la reggenza di: andarne in questo caso è un verbo pronominale, in cui la particella ne ha un mero valore di rafforzativo. L’argomento vero e proprio è espresso dal sintagma preposizionale per Cristo.)
Insomma: secondo voi sono ammesse entrambe le reggenze? Come vi suona la frase che ho messo in oggetto?