Devo dire che ha sorpreso anche me trovare
ino come lemma a sé stante, benché l'uso "colloquiale con funzione aggettivale" di
-ino ma anche di
-one, sia citato in diversi dizionari in linea. Allora, per curiosità, sono andato a controllare il mio vecchio
Zingarelli, decima edizione del 1970

, e vi ho trovato a lemma non solo «ino», ma anche «accio» e «uccio» (non «one», però), tutti marcati come «tosc. fam.», e sempre col medesimo significato aggettivale di rafforzativo di un termine già precedentemente alterato.
Insomma, m'è venuto in mente
«Ucci, ucci, sento odor di cristianucci!»
Riguardo al modo di scriverlo, ritengo che, essendo un lemma vero e proprio, si possa tranquillamente fare a meno di particolari "orpelli" e scriverlo semplicemente cosí com'è. Comunque, personalmente, non userei queste forme popolari nello scritto, se non allo scopo di riprodurre esattamente il parlato.