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«Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 16:29
di Pugnator
Si sa che l'Italy sta affrontando uno style sempre più american quindi bisogna rottamare le parole più old per poter affrontare meglio il future. Infatti, chi più needare le oramai ancient e vecchie "Vie di sicurezza" avanzi di un barbaric past oramai supered. Infatti oramai ne "Il Fatt(accio) quotidiano" si legge:
E aggiunge: “I mezzi pesanti erano stivati troppo vicini gli uni agli altri e anche le safety ways erano difficilmente praticabili
e per remarkare sul concetto lo mettiamo pure in grasset ehm, scusate, in bold. (Infatti il grassetto non è mio ma direttamente del giornale).
Re: «Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 16:54
di Ferdinand Bardamu
Ormai nemmeno il nostro lessico fondamentale è piú al sicuro. Purtroppo non mancano altri esempi (
food,
book,
glass, ecc.).
Pugnator ha scritto:Infatti oramai ne "Il Fatt(accio) quotidiano" si legge…
Una piccola nota: i nomi propri che contengono un articolo non provocano la «disarticolazione» delle preposizioni cui s’accompagnano. E se
a La,
de La, ecc. possono trovare una (fragile) giustificazione nella tradizione grafica dei secoli passati, *
ne Il è proprio un errore. Ne abbiamo discusso
qui.
Inviato: sab, 22 ago 2015 17:12
di Pugnator
Ma come si evince da una ricerca su google libri fin dal seicento viene disarticolato. Come in
questo documento chiamato:
"I discorsi ne i sei libri della materia medicinale di P. Dioscoride"
(infatti l'autore del documento (Pietro Andrea Mattioli) ha disarticolato ne ed i parlando dell'opera di Dioscoride).
Inviato: sab, 22 ago 2015 17:37
di Ferdinand Bardamu
Pugnator ha scritto:Ma come si evince da una ricerca su google libri fin dal seicento viene disarticolato.
No, caro Pugnator, mi spiace: non si può dire «fin
dal Seicento», ma, semmai, «fino
al Seicento». Le faccio notare inoltre che nel libro che cita la separazione tra preposizione e articolo non è dovuta alla necessità di mantenere integro un nome proprio, bensí all’uso del tempo. (E, in ogni caso,
ne i va bene,
ne il no.)
La grafia analitica delle preposizioni articolate è propria ormai solo della lingua antica, e si è mantenuta piú a lungo nell’uso poetico. Le abitudini scrittorie dei tempi passati non possono fornire una valida giustificazione per la riproposizione di questa grafia separata, che, oggi, è dettata solo dalla volontà di seguire pedissequamente la forma esatta di un nome proprio; d’altra parte, i casi in cui la separazione è indispensabile sono rarissimi, e nel parlato una pronuncia staccata sonerebbe affettata, artefatta. Per un approfondimento, legga il paragrafo IV. 84 della grammatica di Luca Serianni.
Non è però questa la sede in cui discutere di questo; sull’argomento, poi, abbiamo già detto tutto quel che c’è da dire nel filone il cui rimando ho fornito su.
Inviato: sab, 22 ago 2015 17:47
di Pugnator
Dalla ricerca su google libri si nota che la forma dal seicento è stata utilizzata per tutto il '900 fino ai giorni nostri.
https://www.google.it/search?tbm=bks&hl=it&q="ne+il"
Quello era solo uno degli esempi più antichi che presentava sia preposizioni articolate che disarticolate. Anche il treccani in linea riporta questa definizione di ne:
[C]osì in citazioni di titoli che cominciano con articolo: la notizia è apparsa ne «La Nazione».. Se un eventuale amministratore nota che il fuori argomento necessiti uno scorporamento lo faccia pure.
Inviato: sab, 22 ago 2015 18:03
di Ferdinand Bardamu
Attenzione: che quello che ha seguito lei non sia un buon uso non significa che non sia un uso, con una sua storia. Il mio punto era un altro, cioè che questa grafia non ha alcuna giustificazione solida ed è pertanto sconsigliabile.
Come ho già detto su, l’argomento di questo fuori tema è già stato affrontato, e gli argomenti a favore della grafia analitica sono già stati abbondantemente esposti (e confutati). Ora è il caso di tornare in tema.

Re: «Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 19:09
di valerio_vanni
Pugnator ha scritto:Infatti oramai ne "Il Fatt(accio) quotidiano" si legge:
E aggiunge: “I mezzi pesanti erano stivati troppo vicini gli uni agli altri e anche le safety ways erano difficilmente praticabili
Di cosa si parlava?
Re: «Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 20:38
di Carnby
Del
naufragio della Norman Atlantic.
Se non altro
safety ways era in corsivo...
Re: «Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 21:39
di Animo Grato
Pugnator ha scritto:"Vie di sicurezza" [...] Infatti oramai ne "Il Fatt(accio) quotidiano" si legge:
E aggiunge: “I mezzi pesanti erano stivati troppo vicini gli uni agli altri e anche le safety ways erano difficilmente praticabili
O
vie di fuga?
Re: «Safety way»
Inviato: sab, 22 ago 2015 23:11
di Carnby
In teoria sì, poi per trovare il traducente esatto bisognerebbe capire in che cosa consistono nel moderno gergo marinaresco (anglomane) queste
safety ways.
Re: «Safety way»
Inviato: dom, 23 ago 2015 0:03
di Ferdinand Bardamu
Sí, e in piú il testo citato da Pugnator è inserito in un virgolettato. Si tratta, per l’appunto, di gergo marinaresco, ma il giornalista avrebbe fatto meglio a far lo sforzo di tradurlo…
Re: «Safety way»
Inviato: dom, 23 ago 2015 13:44
di valerio_vanni
Animo Grato ha scritto:Pugnator ha scritto:"Vie di sicurezza" [...] Infatti oramai ne "Il Fatt(accio) quotidiano" si legge:
E aggiunge: “I mezzi pesanti erano stivati troppo vicini gli uni agli altri e anche le safety ways erano difficilmente praticabili
O
vie di fuga?
Visto che si parlava di mezzi pesanti, pensavo a quelle piste che si possono trovare nelle discese delle autostrade o superstrade alpine per fermare i mezzi pesanti coi freni rotti.
https://en.wikipedia.org/wiki/Runaway_truck_ramp
In Italiano le ho sentite chiamare "vie di fuga".