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Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: sab, 25 lug 2020 20:14
di Marco1971
Per quanto mi riguarda, caro Millermann, temo di deluderla: mi sembra un’inutile complicazione, e basta scrivere «nei Promessi sposi». Persino nei pronomi allocutivi di cortesia, la maiuscola interna, se ancora resiste nello scritto molto formale e burocratico, nell’uso comune tende a scomparire (...mi scusi se le scrivo per chiederle un parere...), perché non risulta necessaria a disambiguare alcunché.

Piú in generale, qualsiasi tipo di «riforma ortografica» (anche utile, come l’introduzione sistematica del segnaccento sulla vocale tonica delle parole non piane) s’infrange contro la lunga consuetudine oculare dei parlanti. Per fare un esempio concreto, la riforma francese (ufficiale) del 1990 ha tuttora scarso seguito (e se io scrivessi ognon invece di oignon [«cipolla»], mi darebbero dell’ignorante, benché sia scrizione ammessa).

Forse si dimentica talvolta che la lingua rappresenta, per ognuno di noi, una cosa in realtà molto intima, e un cambiamento nell’aspetto delle parole si traduce, spesso in modo inconscio, in una sorta di violazione di questa intimità: il regno riposto in cui riconosciamo la nostra storia personale contessuta alla lingua, attrice e testimone di tutte le nostre interne vicende.

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: lun, 27 lug 2020 13:01
di G. M.
Millermann ha scritto: sab, 25 lug 2020 15:24 M'inserisco in questo ormai "classico" filone perché vorrei sottoporre alla vostra attenzione una proposta (pensata per caso e forse un po'... eccentrica :P) rispetto alla quale mi piacerebbe conoscere la vostra opinione. [...]
Qualche tempo fa avevo vagheggiato una soluzione simile, che però faceva uso del corsivo anziché della maiuscola. Si sarebbero avute così le preposizioni articolate scritte per metà in tondo e per metà in corsivo: «L'inizio del giovane Holden», «sul conte di Montecristo», «nella coscienza di Zeno» (per un caso come quest'ultimo avevo valutato anche la maiuscola, come propone lei: «nelLa coscienza di Zeno»). Avevo poi desistito perché mi sembrava un uso artificioso, poco naturale, e comunque (come nei primi due esempi) spesso faceva sparire lo stesso la lettera iniziale, quindi non realizzava nemmeno il proprio scopo, cioè mantenere l'integrità del titolo... ma forse, per dettagli come questi, come scrive Marco, è soprattutto un fatto di abitudine. Per me, resta un problema senza soluzioni del tutto soddisfacenti.

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: lun, 27 lug 2020 20:56
di valerio_vanni
La soluzione della maiuscola e quella del corsivo hanno un problema: non si riescono a esprimere nel parlato.

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: mar, 28 lug 2020 11:04
di Millermann
Vi ringrazio per le cortesi risposte. :) Convengo con voi che, vista cosí, sembra un'inutile complicazione, però mi chiedo se non potrebbe rappresentare un'alternativa accettabile anche per coloro che, per necessità o abitudine, continuano a ricorrere alla grafia staccata (che, magari, rappresenta per loro [parte di] quel «regno riposto» in cui inconsciamente si riconoscono di cui parlava Marco). ;)

Inoltre non richiederebbe alcuna «riforma grammaticale», visto che non si contravverrebbe a nessuna delle attuali regole (la preposizione articolata continuando a essere scritta nella sua forma piena). E questa nuova abitudine influirebbe positivamente anche sul parlato, scoraggiando anche quei pochi che avessero ancora la tentazione di pronunciare «de la» con in mezzo una pausa o un colpo di glottide! :P
G. M. ha scritto: lun, 27 lug 2020 13:01 Qualche tempo fa avevo vagheggiato una soluzione simile, che però faceva uso del corsivo anziché della maiuscola.
Sa che non ci avevo pesato? In effetti le due cose potrebbero (e forse dovrebbero) essere combinate: i titoli sono di regola citati in corsivo, e il passaggio da tondo a corsivo nel corpo della parola mi pare piú accettabile, visivamente, se accompagnato alla maiuscola (e viceversa ;)).

A questo punto avrei una domanda per gli esperti, e mi rivolgo in particolare al nostro Marco: sarebbe linguisticamente lecito adottare, di propria iniziativa, una simile scelta morfologica e grafica in un documento? e se sí, fino a quale livello di formalità, e in che tipo di testi? :)

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: mar, 28 lug 2020 12:48
di Marco1971
Quanto piú si sale nel grado di formalità, tanto piú viene ridotta la nostra libertà. Nel caso del titolo di opere, ricorrerei in tale sede a formulazioni del tipo «nel romanzo I promessi sposi», «nella poesia La Ginestra», «nella commedia Il berretto a sonagli», ecc., anche se, in un testo molto formale, le occasioni di simili citazioni sono alquanto rare. A un livello di formalità un po’ minore, ad esempio in una tesi di laurea o in un saggio di letteratura, non avrei remora alcuna nello scrivere «nei Promessi sposi», «nella Ginestra», «nel Berretto a sonagli», soprattutto quando il titolo per esteso è stato menzionato in precedenza.

Un espediente grafico come quello da lei prospettato (ma allora preferibilmente con la maiuscola iniziale in corsivo, come suggerito da G. M.) potrebbe anche figurare in una tesi di laurea se annunciato e giustificato nell’introduzione o nelle avvertenze. Per il resto, nel proprio uso personale, si ha ampia libertà di indulgere a abiti linguistici personali, se ciò non crea difficoltà interpretative per il destinatario.

Re: *«De non»

Inviato: lun, 31 ago 2020 23:26
di G. M.
Infarinato ha scritto: ven, 10 lug 2020 14:39 Stamani alla radio ho sentito un davvero mirabile «[Vi lascio all’ascolto] *de Non è un Paese per giovani». Senza parole. :roll:
Vi riporto questa "perla" (da un libro della Bompiani) perché mi fa quasi ridere: «[Un dato elemento fiabesco si trova], più alla lontana, ne Die Kristalkugel (La sfera di cristallo) dei fratelli Grimm». :lol:

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: lun, 07 feb 2022 23:46
di G. M.
Ricopio per interesse un breve articolo di Camilli sul tema, pubblicato in Lingua nostra, anno III, fascicolo 2, marzo 1941, XIX [...non so a cosa si riferisca quest'ultimo numero, ma è sulla copertina, quindi eccovelo :P], p. 47.

Purtroppo non tocca specificamente *de il.
TITOLI E PREPOSIZIONI ARTICOLATE. — Citando un titolo di libro, rivista, giornale ecc. che cominci con un articolo (supponiamo La Nazione) preceduto da una delle particelle che danno luogo alle preposizioni articolate (p. es. di), abbiamo i seguenti tipi: «della Nazione», «de La Nazione», «del La Nazione», «di La Nazione», «del-La Nazione».

La prima forma, che è quella ordinaria, ha l'inconveniente di far scomparire l'articolo dal titolo, ciò che non dà alcun fastidio quando si cita alla buona, ma che lascia nell'incertezza quando si voglia una citazione precisa. Allora bisogna ricorrere a una delle altre quattro formule. Ma a quale?

La più razionale è quella «del-La Nazione», ma è la meno adoperata, sia perché ha tutta l'aria d'una trascrizione dell'arabo (p. es. al-malik, an-Nîl), sia perché dal punto di vista tipografico (che nella scelta ha il suo peso, quantunque pochi siano disposti a riconoscerlo) è brutta (più passabile è il titolo virgolato senza accozzo di tondo e corsivo: del-«La Nazione»). Il tipo «de La Nazione», che il Carducci rimise in voga tirandolo fuori dalle calie della lingua, non corrisponde alla pronuncia, giacché il de non rafforza (es. de Sanctis, de Meo, non già de Ssanctis, de Mmeo); bisogna anche considerare che con in si viene a creare una nuova forma preposizionale («ne La Nazione»).

Il tipo «di La Nazione» è ripugnante per chi abbia un po' di coscienza linguistica.

Il tipo «del La Nazione» corrisponde alla pronuncia, ma, così com'è scritto, ripete due volte l'articolo e mette insieme i due generi, mentre è impossibile (come del-) con un maschile preceduto da il.

Non sarebbe opportuna un po' di discussione intorno a questo piccolo problema?

AMERINDO CAMILLI.
...Mi dispiace che definisca addirittura «ripugnante» proprio quello su cui ho ripiegato negli ultimi anni (suona male, ma non trovo di meglio). :mrgreen:

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: sab, 12 feb 2022 12:06
di G. M.
Signori, ho un'idea. :)

Non è nulla di particolarmente geniale, anzi è piuttosto semplice e non si discosta molto dai comuni usi simbolici; ma non ci avevamo mai pensato (almeno, per quanto ne so io). L'idea è la seguente:
  1. per i titoli che iniziano con L', La, Le, Lo, Gli e I, riprendiamo le idee mia e di Millermann suesposte e scriviamo le preposizioni articolate metà in tondo e metà in corsivo, coll'articolo "inglobato" scritto in corsivo e colla maiuscola, il resto in tondo: «deL'», «delLa», «delLe», «delLo», «deGli», «deI», e analogamente per le altre preposizioni («sulLa», «nelLa», ecc.);
  2. per i titoli che iniziano con Il, usiamo pressappoco la stessa soluzione ma mettiamo la I maiuscola (in corsivo) fra parentesi quadre (in tondo): «de[I]l», «su[I]l», «ne[I]l», «a[I]l», «da[I]l». S'intende che quanto è scritto fra le quadre non si pronuncia.
Il difetto della soluzione è chiaro: la pesantezza grafica (e, contingentemente, che l'i maiuscola e l'elle minuscola spesso si assomigliano troppo quando sono senza grazie). Ma risolve il problema su cui ci arrovellavamo (...da un secolo a questa parte? :mrgreen:): coniugare il rispetto della pronuncia al rispetto totale della forma del titolo. Che ne pensate?

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: dom, 13 feb 2022 13:04
di Infarinato
Che è inutile e artificioso. :P Apprezzo sempre davvero molto la tenacia e l’estro che Lei dimostra, caro G. M., nel cercare soluzioni originali per problemi ostici.

Tuttavia la soluzione in questo caso è molto piú semplice, ed è quella che —con buona pace del Camilli— da sempre propone la stragrande maggioranza dei grammatici (cfr., e.g., il DOP): usare la forma che si userebbe (e si usa normalmente) nel parlato, scrivendo la preposizione articolata in forma unita. Se si richiede precisione filologica (ma i casi di reale necessità sono davvero rarissimi, tantopiú che, come è già stato ricordato, la presenza o l’assenza dell’articolo difronte a un nome è normalmente ininfluente ai fini del diritto d’autore), la prima volta che si cita il sintagma incriminato si userà un’opportuna apposizione (e.g., «del romanzo I promessi sposi»), e di lí in poi la forma normale (dei Promessi sposi).

Uno stratagemma —sempre inutile, ma forse un po’ meno artificioso e piú tradizionale del suo— sarebbe quello di ricorrere alla grafia staccata delle preposizioni articolate (il cui primo elemento, oggi, produce raddoppiamento fonosintattico [cfr. DOP]), usando l’apostrofo per i sintagmi introdotti da il: e.g., «de La locandiera», «de I promessi sposi», «de ’l piacere», dove per convenzione si sottintenderebbe un i maiuscolo.

Ma, ripeto, l’unica vera soluzione è educare i giovani, mostrando loro, da una parte, l’inutilità di quell’apparente rigore filologico e, dall’altra, la reale violazione delle strutture della lingua italiana in un caso come *de il. ;)

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: sab, 02 apr 2022 15:06
di Ferdinand Bardamu
Infarinato ha scritto: dom, 13 feb 2022 13:04[L]a soluzione in questo caso è molto piú semplice, ed è quella che —con buona pace del Camilli— da sempre propone la stragrande maggioranza dei grammatici (cfr., e.g., il DOP): usare la forma che si userebbe (e si usa normalmente) nel parlato, scrivendo la preposizione articolata in forma unita.
A tale riguardo, riporto, a conferma di quanto ha affermato qui su Infarinato, ciò che si dice nelle norme redazionali dell’editore Carocci:
L’editore Carocci nelle indicazioni redazionali ha scritto:I titoli di libri e di opere d’ogni genere opere d’ogni genere opere d’ogni genere (musicali, teatrali, d’arte figurativa, cinematografiche ecc.) vanno indicati in corsivo; quando è necessario, l’articolo determinativo nel titolo va assimilato sintatticamente al contesto:
Il Trissino compose L’Italia liberata dai goti; nell’Italia liberata dai goti l’autore... [non ne L’Italia…];
Il principale personaggio della Caduta degli dei [non Il principale personaggio de La caduta degli dei];
Ci si vuole riferire alla Cugina di Patti [non Ci si vuole riferire a La cugina di Patti]

Re: Ancora su *«de il» etc.

Inviato: mar, 28 mar 2023 17:26
di Noctisdomina
Buonasera,
spero che il quesito che mi accingo a proporre non sia fuori tema: quale regola va rispettata (o, da altra angolazione, a quale regolarità d'uso ci si deve attenere) in presenza di una successione di aggiunti? È tollerabile omettere la preposizione articolata riferibile a un solo elemento, sostituendola con una preposizione semplice sovraestesa (Sono interessata a Zorba il greco, 1984, Cime tempestose e La signora Dalloway)?