«Hateraggio»

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Ferdinand Bardamu
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Vi segnalo quest’articolo del Corriere, che testimonia la consacrazione giornalistica del forestierismo, consacrazione che (purtroppo) potrebbe essere precorritrice della sua futura notorietà presso il grande pubblico.

È interessante notare come la giornalista passi in rassegna concetti universali (l’invidia, l’eccitazione sessuale, l’appetito), associando a ciascuno di essi il suo bell’anglicismo. Tale tendenza a designare concetti elementari con parole straniere era già stata ravvisata da Marco anni fa nel fòro, e questa ne è solo l’ennesima conferma.

L’articolo presenta tre traduzioni, piú o meno precise, dell’anglicismo: «odiatori» (tra virgolette, ché non è una parola comune), «invidiosi», «vendicatori online/del web» (mi è poco chiaro cosa c’entri la vendetta). Di queste tre solo invidiosi sembra adeguata, soprattutto alla luce della definizione dell’Urban Dictionary (ma anche del buon senso). Considerando inoltre che la prima attestazione di hater in inglese risale al Trecento, non mi pare il caso di prodigarsi in isforzi onomaturgici: un hater è un banalissimo invidioso, ma si può anche definire un malignatore, un detrattore, un denigratore, una malalingua, un calunniatore, un diffamatore, un maldicente.
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