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«Cheerpack»

Inviato: lun, 14 set 2015 19:15
di Millermann
Salve! Una volta tanto, vorrei proporre un traducente per un termine che, in fondo, tanto conosciuto non è. :)
Alzi la mano, infatti, chi sa esattamente che cosa si intende con «cheerpack»!
Fermi, però, aspettate: non andate subito a cercarlo in rete... :D Lasciate, invece, che prima vi racconti come e perché m'è venuto in mente di proporvi questo filone.

Allora... diversi anni fa, non ricordo quanti, mi sono imbattuto in un curioso contenitore per alimenti monodose, che non avevo mai visto prima. Incuriosito, ho acquistato il prodotto e ho sentito la necessità di trovare un nome per quel contenitore, che mi evitasse un giro di parole per descriverlo. Non trovandolo da nessuna parte, istintivamente me lo sono inventato io stesso, e da allora, a casa mia, ho continuato a usarlo regolarmente. :)

Originale, come storia, no? Se, ora, vi dicessi che il nome con cui chiamo quel contenitore è «ghirbetta», capireste a che cosa mi riferisco? :?
No? O forse sí, certo! :idea: Non può essere che una di queste, definite a volte confezioni "strizzabili": sono delle specie di piccole borracce flosce e schiacciabili... «ghirbette», appunto! :wink:

Tra l'altro, sono state inventate da un'azienda italiana, con sede vicino ad Alessandria, nel 1989, e da lí hanno conquistato i mercati mondiali, col nome commerciale di "Cheerpack".

Qualche giorno fa, m'è capitato tra le mani uno di quei "cosi", e istintivamente l'ho subito chiamato «ghirbetta»... e solo in quel momento mi sono reso conto che, in realtà, nessuno lo chiamava cosí!
Eppure, per me ormai era quello il suo nome naturale... curioso, no?

Cosí, ho subito pensato a voi! :D Che ne dite, vi va di adottare e diffondere questo termine, o magari avete altre proposte? Anche se in apparenza non se ne avverte la necessità, è un peccato che un'invenzione italiana non abbia anche un bel nome "comune" nella nostra lingua! :)

Inviato: lun, 14 set 2015 19:20
di Animo Grato
Per quel che vale, mi sembra ottimo!

Inviato: lun, 14 set 2015 20:18
di Ferdinand Bardamu
Bello. :) Si potrebbe chiamare anche otricello o otrello, due alterati di otre già attestati nella nostra tradizione.

Inviato: lun, 14 set 2015 21:14
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:Si potrebbe chiamare anche otricello o otrello, due alterati di otre già attestati nella nostra tradizione.
Il problema in questo caso è che otre ha una connotazione troppo «arcaica» e «bucolica», che sicuramente non piacerebbe agli esperti di pubblicità e imballaggi (o packaging).

Inviato: lun, 14 set 2015 21:49
di Ferdinand Bardamu
È vero, ma che dire allora di ghirbetta, alterato di ghirba? Se il criterio è la notorietà, anche minima, o la connotazione piú o meno arcaica (che si riflette sulla notorietà), allora otre parte in vantaggio. (Non va meglio se ripetiamo la ricerca nel corpus di Google Libri.)

Otre è, per cosí dire, aulico, giacché si trova anche nella traduzione italiana della Bibbia; ghirba invece è (probabilmente) di origine militare, come testimonia l’uso traslato, ed è quindi una parola d’uso gergale. È piú probabile, anzi è certo, che l’uomo della strada conosca il significato di otre e ignori quello di ghirba.

Ciò detto, ritengo che ghirbetta abbia alcuni pregi, se lo mettiamo a confronto con otricello. È femminile, genere che richiama parole di significato (vagamente) affine, come bottiglia o fiaschetta; è formato con un suffisso comunissimo, al contrario del suffisso culto -icello; è breve. Ha però il difetto, non trascurabile, della scarsissima trasparenza morfologica. (Ciò ovviamente non m’impedisce d’apprezzare la trovata di Millermann.)

Inviato: lun, 14 set 2015 22:08
di Carnby
Ghirbetta ha un aspetto e un suono più «moderno», a mio avviso.

Inviato: lun, 14 set 2015 22:17
di Ferdinand Bardamu
Su questo sono d’accordo con lei.

Inviato: lun, 14 set 2015 22:28
di Millermann
Anche otricello e otrello sono simpatici (non come ghirbetta, certo! :wink:). Tra i due, preferisco otrello, sia perché è piú breve (e ha un suffisso piú semplice), sia perché otricello mi sembra abbia già una connotazione come termine botanico, sinonimo di otricolo.

Comunque, qui si parlava di un nome semplice, informale, e non tecnico o legato alla mercatistica. :)
Per capirci, a me capita talvolta di dire: «Ho comprato una ghirbetta di miele»; potrei anche dire «un otricello» e non cambierebbe nulla.
L'importante è mettersi d'accordo sul termine da usare, e non è importante se la prima volta che uno lo sente, non capendo, esclama: «Che cos'è?».
Le nuove parole, basta impararle! :)

Inviato: lun, 14 set 2015 22:37
di Ferdinand Bardamu
Millermann ha scritto:L'importante è mettersi d'accordo sul termine da usare, e non è importante se la prima volta che uno lo sente, non capendo, esclama: «Che cos'è?». Le nuove parole, basta impararle! :)
Sono pienamente d’accordo anche con lei.

M’incuriosisce un po’ il suo uso di ghirbetta: fa parte del suo sostrato dialettale o del suo idioletto? E se è un uso idiolettale, i suoi interlocutori la capiscono? Glielo chiedo perché la mia conoscenza della parola ghirba è il risultato della mia oziosa logofilia e dell’altrettanto oziosa compulsazione dei dizionari; se l’usassi con chi mi sta intorno non sarei compreso.

Inviato: lun, 14 set 2015 23:51
di Millermann
Ferdinand Bardamu ha scritto:M’incuriosisce un po’ il suo uso di ghirbetta: fa parte del suo sostrato dialettale o del suo idioletto?
No, nessun sostrato dialettale, questo è certo! (Del dialetto, caso mai, fa parte otre,«utri» :wink:)
È solo un termine entrato a far parte dell'idioletto parlato in casa da quando (mi sembra in "collaborazione" con mio fratello) lo abbiamo ideato.
Come mi (ci) è venuto in mente? Cosí, per caso: non certo consultando il dizionario! Era una parola che stava lí, parcheggiata nella testa, in attesa d'essere impiegata. :D
D'altronde, non è che ce ne stiamo a parlare costantemente di ghirbette: resta pur sempre un termine di nicchia, usato solo all'occorrenza.

P.S. Non sono convinto che ghirba sia parola cosí astrusa e sconosciuta. Ci provi, a usarla: sono certo che in parecchi la capiranno! :)

Inviato: mar, 15 set 2015 0:21
di Ferdinand Bardamu
Millermann ha scritto:Non sono convinto che ghirba sia parola cosí astrusa e sconosciuta. Ci provi, a usarla: sono certo che in parecchi la capiranno! :)
Beh, che sia un vocabolo relativamente raro — quindi, presumibilmente, sconosciuto ai piú — non lo dico io, ma i dati, sia di Google Tendenze sia di Google Libri.

In quanto all’esperimento che mi suggerisce di fare (e che, per mera curiosità personale, porterò avanti), cominciamo male: mia moglie, che non è propriamente un’appassionata di parole inusuali, non conosce ghirba, mentre ha sentito otre.

Per quanto mi riguarda, reputo l’oggetto, la ghirba, dico, piuttosto raro nella vita di tutt’i giorni; ma se dovessi trovare una parola per descriverlo, mi verrebbe súbito alla mente il piú comune, ancorché aulico, otre.

Tornando in tema, direi che un altro traducente potrebbe essere quello che riportava lei nell’intervento d’esordio: (confezione) strizzabile. Molto piú chiaro e comune di ghirbe e otri.

Inviato: mar, 15 set 2015 9:14
di Sixie
Noi in famiglia lo chiamiamo squizzetto per distinguerlo dallo spritseto, l'aperitivo; certo se cominciassero a vendere lo spritz in confezioni s(p/t)rizzabili, allora - a pieno titolo - si chiamerebbe spritzeto. :)

Inviato: mar, 15 set 2015 9:18
di domna charola
Sixie ha scritto: certo se cominciassero a vendere lo spritz in confezioni s(p/t)rizzabili
....*aaaaaaaargh**!!!!! :shock: :shock: :shock:

**onomatopeico: urlo agghiacciante (e agghiacciato)

Inviato: mar, 15 set 2015 15:14
di sempervirens
Ghirbetta, otricello e sprizzetto sono italianissimi all'udito. Io li adotterei tutti e tre e li considererei sinonimi di questo cheerpack.

Certo che siamo messi maluccio! Anche per una cosa ideata in Italia ormai si affibbia una qualsiasi parola purché faccia parvenza d'inglese. :evil:

Inviato: mar, 15 set 2015 16:50
di Ferdinand Bardamu
Pensandoci su un po’, mi pare evidente come la mia proposta e quella di Millermann siano inadeguate a tradurre in maniera soddisfacente l’anglicismo in questione. Per due ragioni diverse: otricello rimanda a un concetto arcaico (il vino nuovo negli otri vecchi) ed è una parola dal sapore troppo letterario per attecchire; ghirbetta è il derivato (idiolettale!) di un vocabolo che, con ogni probabilità, è ignoto alla maggioranza delle persone.

Un’azienda che punti a conquistare i mercati mondiali ha due possibilità per denominare il suo prodotto: o trova una parola italiana di facile pronuncia anche per uno straniero, una parola che sia al tempo stesso memorabile; o prende la scorciatoia dell’anglicismo. L’azienda di cui parliamo ha preso la scorciatoia, ma, per una volta, non me la sento di fargliene una colpa, visti i suoi obbiettivi.

A meno che i responsabili commerciali non tornino sui loro passi e scelgano di tradurre il nome in italiano, non c’è speranza che una parola men che comune possa prendere il posto dell’anglicismo, che è pure un marchio registrato. Otri e ghirbe possono pure rimanere in una cassapanca in soffitta.

D’altra parte, mettetevi nei panni del povero giornalista illuminato, personaggio immaginario di cui parlavo qui: già deve sentirsi delle parole perché usa, per dire, contributo sanitario invece che ticket; cosa potrebbe dire per far passare a parole come ghirbette o otricelli il vaglio del correttore di bozze?

Confezione strizzabile, oltre a essere una traduzione chiarissima, a prova di correttore di bozze, indica subito il vantaggio di usare un simile contenitore: si può strizzare, regolando la quantità che si vuole ingerire.