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«Stare» = «trovarsi»

Inviato: gio, 17 set 2015 1:43
di Ivan92
Amici cruscanti, vorrei passare al vaglio un uso di stare che non mi convince piú di tanto, ma che non riesco a condannare su due piedi. Premetto che nel mio italiano regionale non si dice sto malato, sta furioso e affini. Insomma, da noi essere vale essere. Se però stare equivale a trovarsi, allora ne facciamo un grande uso: «Dove stai? Sto a Loreto», «I miei libri stanno sul tavolo», ecc. Vi chiedo dunque: quest'uso di stare tradisce la sua origine centro-meridionale, o le frasi portate a esempio sono italiane a tutti gli effetti?

Inviato: gio, 17 set 2015 2:14
di Pugnator
Il Treccani dice:
Gli usi locativi di stare e starci non creano particolari problemi, dunque. È consigliabile evitare l'uso di stare per essere, in quanto più fortemente caratterizzato in senso locale, quando si accompagni ad aggettivi indicanti stati d'animo, condizioni psichiche o mentali: sto angosciato, sto nervoso, sto contento.

Inviato: gio, 17 set 2015 10:48
di Infarinato
Pugnator ha scritto:Il Treccani dice…
Non il Treccani, sibbene il consulente della sezione «Domande e risposte» della sezione «Lingua italiana» del sito della Treccani: è un po’ diverso! ;)

Nello specifico, la risposta non è sbagliata, ma è un po’ superficiale: in particolare, non chiarisce all’utente che una frase quale ci stanno tre pesci in italiano normale può voler dire soltanto «ci entrano tre pesci» (e non di piú), non «ci sono tre pesci» (= «vi si trovano»). :?

Inviato: gio, 17 set 2015 10:50
di PersOnLine
Se chiedo a qualcuno dove sei?, mi aspetto che mi dica una località; se gli chiedo dove stai?, mi aspetto che mi indichi dove alloggia.
L'uso del verbo stare con gli stati d'animo è certamente inelegante, tuttavia è innegabilmente indotto dalla domanda come stai? e ha pure una sua certa ruspantezza, molto accattivante con gli stati d'animo negativi (sto arrabbiato!).

Inviato: gio, 17 set 2015 11:01
di Infarinato
PersOnLine ha scritto:L'uso del verbo stare con gli stati d'animo è certamente inelegante, tuttavia è innegabilmente indotto dalla domanda come stai? e ha pure una sua certa ruspantezza, molto accattivante con gli stati d'animo negativi (sto arrabbiato!).
Francamente, non credo che la domanda c’entri in alcun modo (del resto, a come stai? si risponde normalmente con un avverbio: sto bene/male etc.): è semplicemente un modulo dell’italiano regionale centromeridionale (non toscano), e —ribadiamolo— non è italiano normale.

Inviato: gio, 17 set 2015 12:50
di Ivan92
Dunque in italiano si dovrà dire sono a Loreto e i libri sono sul tavolo? Ho trovato quest'intervento di Marco nel vecchio fòro della Crusca: il Nostro ci dice che «dove stai?» nel senso di «dove ti trovi?» è inaccettabile nell'italiano sovraregionale, mentre «le forbici stanno nel cassetto», equivalente a «i libri stanno sul tavolo», va piú che bene. Perché questa differenza? Come mai non posso stare da qualche parte ma le forbici possono stare tranquillamente nel cassetto?

Inviato: gio, 17 set 2015 13:36
di valerio_vanni
PersOnLine ha scritto:L'uso del verbo stare con gli stati d'animo è certamente inelegante, tuttavia è innegabilmente indotto dalla domanda come stai? e ha pure una sua certa ruspantezza, molto accattivante con gli stati d'animo negativi (sto arrabbiato!).
Io direi sono arrabbiato.

Inviato: gio, 17 set 2015 14:45
di Ivan92
valerio_vanni ha scritto: Io direi sono arrabbiato.
Anch'io, e su questo non ci piove.

Inviato: gio, 17 set 2015 14:58
di Infarinato
Ivan92 ha scritto:Dunque in italiano si dovrà dire sono a Loreto e i libri sono sul tavolo? Ho trovato quest'intervento di Marco nel vecchio fòro della Crusca: il Nostro ci dice che «dove stai?» nel senso di «dove ti trovi?» è inaccettabile nell'italiano sovraregionale, mentre «le forbici stanno nel cassetto», equivalente a «i libri stanno sul tavolo», va piú che bene. Perché questa differenza? Come mai non posso stare da qualche parte ma le forbici possono stare tranquillamente nel cassetto?
Come «come mai»? Si rilegga per bene l’intervento di Marco, che la ringrazio di aver richiamato (me n’ero completamente dimenticato! :oops:), e vedrà che c’è già spiegato tutto alla perfezione.
[url=http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_12/interventi/5219.shtml.html]Marco1971[/url] (sottolineature mie) ha scritto:Nel senso di «trovarsi in un dato luogo», riferito a oggetti, c’è tra i due verbi una sfumatura: essere esprime la collocazione con riferimento al momento dell’enunciazione, mentre stare denota la collocazione abituale
tant’è vero che…
[url=http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_12/interventi/5219.shtml.html]Marco1971[/url] (sottolineature sempre mie) ha scritto:[s]e ci si riferisce a persone, il verbo stare, nell’uso moderno neutro […], ha generalmente il senso di «soggiornare», «risiedere», o indica la positura, o, ovviamente, le condizioni di salute.
Piú chiaro di cosí? :)

Quindi, sto a Loreto va benissimo se intendo dire che «ci abito», non se voglio dire che «mi ci trovo in questo momento». Analogamente, i libri stanno sul tavolo è «equivalente» a le forbici stanno nel cassetto se il tavolo costituisce la collocazione abituale di quei libri: cioè, se uso il tavolo a mo’ di libreria; se invece voglio dire che i libri si trovano sul tavolo in questo momento, dovrò dire sono.

Un’ultima parola sul caso della «positura», che è forse il meno ovvio: le frasi dove stai? e sto qui diventano accettabili [anche] in italiano normale se, per esempio, si riferiscono a un gioco fra bimbi, come nel seguente dialogo immaginario:
  • — Allora, io sto qui, e tu mettiti lí.

    — Dove stai
    [tu]?

    — Sto qui.

Inviato: gio, 17 set 2015 15:09
di Ivan92
Be', che dire? Piú esauriente di cosí si muore. Prima o poi dovrò farle un monumento. :) La ringrazio. :)

Inviato: gio, 17 set 2015 17:40
di PersOnLine
Qui, hanno praticamente copiato l'intervento di Marco.

Inviato: dom, 22 nov 2015 15:34
di Ivan92
Riapro il filone e vi chiedo: nel caso in cui ci si riferisse a una struttura, come ci si dovrebbe comportare? Io, normalmente, ricorro a stare: il teatro sta in via Tizio, la scuola sta in via Caio. Anche in questo caso, però, ho l'impressione d'usare il verbo impropriamente. Inoltre, mi riesce difficile collocare astrattamente un edificio in uno dei due insiemi: non è di certo una persona, ma faccio fatica a considerarlo un semplice oggetto, ché non posso prenderlo e spostarlo a mio piacimento.

Inviato: dom, 22 nov 2015 15:57
di marcocurreli
Ivan92 ha scritto: il teatro sta in via Tizio, la scuola sta in via Caio.
La scuola è ubicata/situata in via Caio. Quindi qui ci sta «stare» (ma anche «essere», a parer mio).

Inviato: dom, 22 nov 2015 16:26
di Infarinato
No, nel senso di «trovarsi, essere situato/ubicato» (riferito a edifici o sim.), solo essere, mai stare: il bar è in piazza, la scuola è in via Cavour, l’ospedale è in corso Vittorio Emanuele II.

Inviato: dom, 22 nov 2015 18:59
di Ivan92
Grazie mille. :)