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«Azzurria»

Inviato: lun, 21 dic 2015 11:53
di Ferdinand Bardamu
Rieccomi ancora blandito dalla brezza purissima del lessico di Landolfi. A pagina 81 dell’edizione Adelphi del 1995 della Pietra Lunare, trovo azzurria (‹diffuso chiarore azzurro›), in questo passo:
  • [L]a Madonna della Guardia verso il piano, scomparsa allo sguardo, ricomparsa sulla cima d’un monte interposto, sempre più si schiaccia sul suo colle, scoprendolo fino alla base, sempre più s’abbassa affonda e s’allontana il paese contro l’azzurria della pianura, inconcepibilmente remoto nel sole che lo batte, in un’altra aria, presto scompariranno del tutto dietro petti di nuove montagne…
Anche questa parola, di rara bellezza ed efficacia, pare essere una coniazione landolfiana. È assente nell’archivio della BibIt; non c’è nemmeno nel Vocabolario della Crusca né nel Tommaseo-Bellini. Si trova invece in Google Libri, associata a Landolfi, qui in un’altra sua opera, e altrove in altri libri che riportano sempre un passo dello stesso autore.

Inviato: lun, 21 dic 2015 17:37
di Sixie
Azzurria è sicuramente parola rara ed efficace, ma azzurrità lo è altrettanto, sebbene più comune. :)
Piuttosto ci dica, caro Ferdinand, lei che lo sta leggendo: vi è la presenza del mare nel romanzo di Landolfi, oltre la pianura e la montagna? e il momento esatto della descrizione di quella azzurria, si sa? Se il sole è già alto non dovrebbe essere l'alba e nemmeno il tramonto.

Inviato: lun, 21 dic 2015 18:06
di Ferdinand Bardamu
La ringrazio. Azzurría mi ricorda chiaría, di cui esiste il sinonimo chiarità. Azzurrità pare essere sí piú comune (è messo a lemma in diversi vocabolari; ha piú attestazioni letterarie), ma bisogna ricordare che siamo sempre nell’àmbito della lingua letteraria.

In quanto al contesto della citazione, si tratta della prima parte del capitolo VI: Landolfi v’indugia in una minuta descrizione, a dir vero senza tempo, del paesaggio in cui è ambientato il racconto. È tuttavia intuibile che il bagliore azzurrino della pianura si può scorgere solo quando il sole splende. Non vi si parla di mare, ma viene dipinta nei particolari una veduta in prevalenza montana.

Inviato: lun, 21 dic 2015 22:16
di Ivan92
Non so che dirle se non che la parola in questione è d'una bellezza disarmante. La ringrazio d'avermela fatta conoscere. :)

Inviato: lun, 21 dic 2015 23:49
di Marco1971
Non ho nulla da aggiungere, ma volevo anch'io condividere il sentimento espresso di bellezza della parola: azzurria, splendido, anche se non registrato (neanche nel Battaglia).

Inviato: mar, 22 dic 2015 8:25
di Millermann
La poesia che promana da questa discussione mi ha affascinato: non posso fare a meno d'intervenire! Azzurrità mi trasmette delle sensazioni molto diverse rispetto ad azzurria. Parole entrambe molto belle, ma quella di azzurrità è una sensazione intensa, di un colore solido e vivido, essenziale: l'azzurrità abbagliante d'un cielo terso, del mare quando è calmo. Lo stesso suffisso mi suona accettabile anche accostato ad altre tinte: la verdità dei prati, o della foresta, la rossità d'un tramonto infuocato, perfino la giallità del grano maturo illuminato dal sole.
L'azzurria, al contrario, è tenue, incerta, soffusa. È come se fosse costituita da una miriade di punti sfocati, nessuno dei quali è veramente azzurro, ma lo sembrano visti nel loro insieme. Non parlerei mai di azzurrità d'una pianura, almeno non sulla terra :wink:, mentre la sua azzurria mi sembra estremamente evocativa!
Come alternativa proporrei un'altra parola, anch'essa non attestata, altrettanto poetica: azzurrore. Questo lo percepisco più luminoso e brillante dell'azzurria, ma riuscirei ugualmente ad accostarlo alla pianura o ai monti lontani.
Sono soltanto sensazioni? :)

Inviato: mar, 22 dic 2015 8:37
di Ferdinand Bardamu
Ho pensato la stessa cosa, caro Millermann, e lei l’ha espressa molto bene. Aggiungo anche che azzurria ha, per me, un suono piú dolce rispetto a azzurrità, per l’assenza dell’occlusiva dentale e per l’accento penultimale.

Inviato: mar, 22 dic 2015 11:31
di valerio_vanni
Penultimale?

Mi fate venire un dubbio: come intendete la pronuncia di questa parola? A me viene da dire "azzurrìa".

Inviato: mar, 22 dic 2015 12:29
di Ferdinand Bardamu
Sapevo che mi sarei messo nei guai parlando di suoni. Ovviamente la mia pronuncia è uguale alla sua; ho inteso male la divisione in sillabe, con tutta evidenza :?

Inviato: mar, 22 dic 2015 17:05
di Animo Grato
Millermann ha scritto:Come alternativa proporrei un'altra parola, anch'essa non attestata, altrettanto poetica: azzurrore.
No! :evil:
Se mi dice azzurrore, vedo solo la tinta degli occhi pittati di una vecchia baldracca.

Inviato: mar, 22 dic 2015 18:26
di Ivan92
Ferdinand Bardamu ha scritto:Sapevo che mi sarei messo nei guai parlando di suoni. Ovviamente la mia pronuncia è uguale alla sua; ho inteso male la divisione in sillabe, con tutta evidenza :?
Az-zur-ria è la corretta divisione in sillabe. Dunque, sí, è ultimale. :)

Inviato: mar, 22 dic 2015 19:03
di Carnby
Ivan92 ha scritto:Az-zur-ria è la corretta divisione in sillabe. Dunque, sí, è ultimale.
Foneticamente sì, ma normativamente si divide in az-zur-ri-a. :)
Nel parlato solitamente è trisillabo, in poesia può essere trisillabo o quadrisillabo.

Inviato: mar, 22 dic 2015 21:56
di Ferdinand Bardamu
Ferdinand Bardamu ha scritto:Non vi si parla di mare…
Mi correggo: poco più sotto si parla di una «foschia di mare» all’orizzonte, ma il riferimento si conclude lí.

Inviato: mar, 22 dic 2015 22:28
di Ivan92
Carnby ha scritto:Foneticamente sì, ma normativamente si divide in az-zur-ri-a. :)
Il punto di vista normativo può andare anche a farsi benedire. :D

Inviato: mer, 23 dic 2015 0:06
di sempervirens
Gran bel vocabolo, che accosterei ad un altro d'uso letterario, cilestro!