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«Petaloso»

Inviato: mer, 24 feb 2016 21:18
di AttritoLinguistico
http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara ... -1.1911673

Nei social media si è sollevato un polverone per via di questa parola. Cosa ne pensate?

Inviato: mer, 24 feb 2016 22:26
di Ferdinand Bardamu
Direi che la studiosa dell’Accademia della Crusca ha già detto tutto: è una parola ben formata, e accettabile, anche se non (ancora?) accolta nei dizionari. Il resto mi sembra frutto della tendenza «cazzeggiante» delle reti sociali; ma se l’autorevolezza della Crusca ne uscirà rafforzata, ben venga anche un po’ di frivolezza.

Inviato: gio, 25 feb 2016 1:52
di Animo Grato
Della produttività, fors'anche eccessiva, del suffisso -oso s'era parlato in questo filone.

Inviato: gio, 25 feb 2016 9:01
di Millermann
Per quanto riguarda la parola petaloso in sé, inizialmente m'era sembrata piuttosto inutile e bambinesca. Però, riflettendo, vedo che ben s'inserisce fra altri termini botanici d'uso comune, quali frondoso, spinoso o ramoso.
Quanto al significato, può anche servire a distinguere i fiori dotati di petali da quelli che ne sono privi (si pensi alla buganvillea, con le sue brattee, per esempio).
In ogni caso, ciò che piú conta è il fatto che l'autoritá dell'Accademia della Crusca sembra essere riconosciuta e accettata dal pubblico: forse è finalmente il momento propizio per i neologismi in italiano! :D

Inviato: gio, 25 feb 2016 9:49
di Ferdinand Bardamu
La parola funziona, bisogna ammettere, perché pare quasi colmare una lacuna di una famiglia di aggettivi botanici in -oso, come ha fatto notare Millermann: frondoso, foglioso, ramoso, nodoso, gemmoso, germoglioso. Nel mondo animale, ci sono molti aggettivi in -oso che denotano qualcosa di vagamente equiparabile: peloso, setoloso, squamoso, rugoso. In tale contesto, non solo la parola non è puerile, ma nemmeno si nota, anzi si acclima perfettamente.

Inviato: gio, 25 feb 2016 19:14
di Cembalaro
Ma non esiste già un termine che significhi «che ha (abbondanza di) petali»?
Ad esempio petaluto, petalato, petalifero?
Strana carenza: in fondo i petali sono attorno a noi, se ne parla spesso; perché non se ne avvertiva l'esigenza?

Inviato: gio, 25 feb 2016 21:37
di Ferdinand Bardamu
Comincio a pensare che la buon’anima di Eco aveva ragione a definire «imbecilli» i trolli che infestano le reti sociali: nella pagina Facebook della Crusca è tutto un pullulare di scempiaggini. E una volta di piú trovo conferma di ciò che disse Otto Jespersen riguardo alla presunzione dei non specialisti in fatto di lingua. Qualche bell’esempio, «bello» si fa per dire, lo trovate qui. L’anonimo che, in sostanza, si chiede «Perché petaloso sí e risparmioso e elegantoso no?» è l’esempio migliore di borioso ignorante.

Inviato: ven, 26 feb 2016 21:50
di PersOnLine
Par che l'aggettivo sia già stato usato da Michele Serra, addirittura, già nel '91, in un articolo su Sanremo (Il Festival dalla A alla Z): «I fiori di Sanremo sono iperrealisti: troppo petalosi e colorati, sono di rappresentanza e dunque la mettono giù dura»; in siffatta frase risulta perfino «inappariscente», per dirla come direbbe il nostro Marco.

Inviato: sab, 27 feb 2016 0:34
di Ortelius
Qui si menziona un'attestazione di petaloso addirittura in un libro di botanica di fine Seicento.

Inviato: lun, 29 feb 2016 8:57
di Ferdinand Bardamu
Per sgomberare definitivamente il campo dalle tante sciocchezze che mi è capitato di leggere in questi giorni, facciamo un’altra precisazione. Il suffisso -oso sottostà non solo a restrizioni morfologiche, ma anche semantiche. Lo spiega Christoph Schwarze nella sua Grammatica della lingua italiana (Roma: «Carocci», 2009, pp. 391-392).

Gli aggettivi derivati da nomi «si distribuiscono semanticamente e sintatticamente in due grandi gruppi: quello degli aggettivi tipici e quello, limitato semanticamente e sintatticamente, degli aggettivi di relazione» (p. 391). Gli aggettivi tipici si formano a partire da quattro modelli concettuali: 1) modello dell’inerenza (suffisso -os-, peloso); 2) modello delle parti del corpo (suffisso -ut-, panciuto); 3) modello dell’evento (suffisso -at-, incidentato); 4) modello della causalità (suffisso -ific-, pacifico).

Per quanto riguarda il modello che c’interessa, quello dell’inerenza, Schwarze scrive:
  • Quanto alla semantica, come basi compaiono nomi che designano una sostanza (materiale o immateriale), un collettivo o un oggetto individuale. Il derivato attribuisce a un oggetto una proprietà, non transitoria: quando un oggetto x ha la proprietà designata da N-ós-, e N si riferisce a una sostanza o a un collettivo y, allora y è inerente a x. Con questo si intende che y è strettamente connesso a x materialmente o essenzialmente; così si può dire polveroso < polvere per una strada piena di polvere, o doloroso < dolore per una separazione per sua natura dolorosa. Se la connessione non è essenziale, si sceglie un’altra espressione, p.es. scarpe impolverate.
    Se il nome designa un oggetto individuale, nel derivato viene interpretato come designazione di un insieme degli stessi oggetti, così p.es. un pendio sassoso indica un pendio in cui si trovano molti sassi, o che consiste tutto di sassi, non un pendio in cui si trovano sassi considerati come singoli oggetti.
    Esempi di questa derivazione:
    – la base designa una sostanza materiale: sassoso, nevoso;
    – la base designa una sostanza immateriale: pauroso, premuroso;
    – la base designa un collettivo: boscoso, erboso;
    – la base designa un oggetto individuale, che viene interpretato come collettivo: nuvoloso, rugoso.
    [p. 392]
Petaloso rientra nel quarto caso, una base che designa un oggetto individuale interpretato come collettivo. Di là dal futuro possibile ingresso in un dizionario, l’aggettivo si può usare senza problemi fin da ora, perché è ben formato e, di conseguenza, trasparente. (Va detto che poteva essere creato da qualunque madrelingua o da chiunque abbia una conoscenza minima della lingua italiana.)

Inviato: lun, 29 feb 2016 9:37
di Sixie
Sarà. Al mio orecchio petaloso continua a suonare troppo simile a peteoxo, da peteàre, che è "fare moine", ma anche "parlare in modo sdolcinato, svenevole", con un linguaggio ricercato, lezioso.
Parlare in modo petaloso o col petéo. :)

Inviato: lun, 29 feb 2016 10:16
di Ferdinand Bardamu
Ortelius ha scritto:Qui si menziona un'attestazione di petaloso addirittura in un libro di botanica di fine Seicento.
Eccolo qui. Il petaloso che vi si trova è in realtà latino: flore petaloso vale con fiore ricco di petali (petaloso, dunque). Petalosus si ritrova anche in alcuni nomi scientifici: es. Acrodactyla petalosa, Acrolichanus petalosa.

Inviato: lun, 29 feb 2016 12:47
di Carnby
Questo conferma che l'enfasi dato a questo aggettivo da certa stampa sensazionalistica era decisamente esagerata, neanche avessimo trovato un traducente univoco, breve e accettato da tutti per computer o mouse.

Inviato: lun, 29 feb 2016 13:06
di Ferdinand Bardamu
Già. Riguardo alla canea suscitata dalla faccenda, il professor Cortelazzo ha riportato sul suo diario l’intervento della cruscante Vera Gheno (intervento che, non si sa perché, è stato eliminato da Facebook).

Inviato: lun, 29 feb 2016 22:05
di Marco Treviglio
Ferdinand Bardamu ha scritto:Di là dal futuro possibile ingresso in un dizionario, l’aggettivo si può usare senza problemi fin da ora, perché è ben formato e, di conseguenza, trasparente. (Va detto che poteva essere creato da qualunque madrelingua o da chiunque abbia una conoscenza minima della lingua italiana.)
Esattamente! Anch'io reputo superfluo l'ingresso di questo lemma nei vocabolarî, a meno che non assuma valenze ed accezioni estensive o sconfinanti a quelle del sostantivo di partenza.
Sinceramente a me imbarazza il comportamento della maestra che si trova di fronte ad un termine che non riscontra esistente nei vari dizionarî e lo contrassegna come errore; poi, presa forse dal dubbio (incomprensibile vista la professione), fa segnalare la cosa all'AdC chiedendo chiarimenti. :shock: