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«Essuto»

Inviato: sab, 27 feb 2016 0:05
di sempervirens
Essuto, participio passato del verbo Essere.

Aggiungerei, regolare, comprensibile, italiano, ecc. La domanda principale che vorrei rivolgervi è invece perché non viene più usato? Come domanda secondaria, se qualcuno comincia a riusarlo, per esempio in questo forum, che cosa rischia? Di passare per persona ridicola?

Quali sono "le colpe" o " le stranezze" di questa forma verbale che determinarono la sua scomparsa dal panorama letterario italiano?

Inviato: sab, 27 feb 2016 0:31
di Fausto Raso
Si trova nel Treccani e nel Tommaseo.

Inviato: sab, 27 feb 2016 9:41
di sempervirens
Verissima verità. :) La ringrazio, gentilissimo dottor Raso. Manca assolutamente dalle scene del comune parlare quotidiano però. C'è una ragione particolare perché questo sia avvenuto? Naturalmente premetto che questa domanda banale è rivolta a tutti gli altri amici del forum.

Inviato: sab, 27 feb 2016 13:33
di Infarinato
sempervirens ha scritto:Manca assolutamente dalle scene del comune parlare quotidiano però. C'è una ragione particolare perché questo sia avvenuto?
Premesso che in italiano antico la forma piú diffusa era in realtà quella aferetica, suto (cfr. Boccaccio, Machiavelli etc.), direi che la ragione è prettamente semantica.

Avendo le forme composte del verbo essere valore locativo (eventualmente figurato) piú spesso che copulativo, era naturale in molti casi ricorrere a stare. Quindi, direi, non si tratta tanto di suppletivismo del participio passato, quanto di tutte le forme composte.

Comunque, c’è chi ha fatto di «peggio», come lo spagnolo, che è ricorso addirittura a sedere. :)

Inviato: sab, 27 feb 2016 13:58
di Ferdinand Bardamu
Se non ricordo male, in francese il suppletivismo si è esteso anche all’imperfetto indicativo, in cui gli etimologici iere, ieres, ieret, eriens, eriez, ierent sono stati gradatamente sostituiti dalle corrispondenti forme del verbo ester (stare).

Inviato: sab, 27 feb 2016 19:07
di u merlu rucà
Infarinato ha scritto:Comunque, c’è chi ha fatto di «peggio», come lo spagnolo, che è ricorso addirittura a sedere. :)
Se è così, le forme italiane letterarie/dialettali sarìa, serìa, sarò, saròn ecc., sono molto simili a quelle spagnole pur non partendo da sedere (che non darebbe ser in italiano ma in qualche dialetto settentrionale sì) o le forme spagnole non derivano da sedere?

ESSE/SEDERE

Inviato: dom, 28 feb 2016 15:53
di Ligure
Salomonica - oltre a essere concisamente ed elegantemente espressa - la "sentenza" (per quanto possa valere) riferita dalla Wikipedia in lingua inglese:

The infinitive (on which the modern future and conditional are based) could have derived from either or both (ESSE, SEDERE).

https://en.wikipedia.org/wiki/Romance_copula

Si tratta di un breve articolo che espone - tra l'altro - le due diverse possibilità di copula della lingua castigliana.

Spanish copulas

The Spanish copulas are ser and estar. The latter developed as follows:
STARE → *estare → estar
The copula ser developed from two Latin verbs. Thus its inflectional paradigm is a combination: most of it derives from SVM (to be) but the present subjunctive appears to come from SEDEO (to sit) via the Old Spanish verb seer.
E.g. derivation from SEDEO:
SEDEAM → sea (1st person singular, present tense, subjunctive mood)
Derivation from SVM:
SVMVS → somos (1st person plural, present tense, indicative mood)

The infinitive (on which the modern future and conditional are based) could have derived from either or both:
ESSE → èssere (as in Italian) → ésser (as in Catalan) → ser
SEDERE → *seder → seer → ser .


P.S.: certamente costituisce un dato di fatto che - a causa della riduzione allo zero fonico di -d- (tramite pronuncia approssimante) nelle voci di derivazione diretta e possibili "collisioni" conseguenti - il castigliano, ma anche i dialetti liguri - e non soli! (se s'intende identificare un riferimento alla situazione linguistica dell'Italia settentrionale) - hanno discontinuato il verbo sedere, che è stato completamente sostituito da altre forme in tutta la flessione verbale.

Re: ESSE/SEDERE

Inviato: dom, 28 feb 2016 16:42
di Infarinato
Ligure ha scritto:Salomonica - oltre a essere concisamente ed elegantemente espressa - la "sentenza" (per quanto possa valere) riferita dalla Wikipedia in lingua inglese:

The infinitive (on which the modern future and conditional are based) could have derived from either or both (ESSE, SEDERE).
But not the present subjunctive! ;)

Siamo ampiamente «fuori fòro», per cui direi di fermarci qui. Per completezza riporto comunque quanto scrive la massima autorità spagnola in fatto di etimologia nel suo Breve diccionario etimológico (editio minor del monumentale Diccionario crítico etimológico castellano e hispánico).
Joan Coromines, [i]Breve diccionario etimológico de la lengua castellana [/i](«Gredos», Madrid 1961), ha scritto:SER, S[iglo] X. Las formas de este verbo castellano resultan de una fusión de las de dos verbos latinos. La mayor parte proceden del lat. ĔSSE íd.; pero las demás, incluyendo el futuro, el condicional, los presentes de subjuntivo e imperativo, y las formas impersonales, vienen del lat. SĔDĒRE ‘estar sentado’, que debilitó en cast[ellano] y port[ugués] su sentido hasta convertirse en sinónimo de ‘estar’ y luego ‘ser’.
Inoltre, il Diccionario de la Real Academia Española ci dice che ser viene dall’antico seer, che, questo sí, può derivare unicamente da SĔDĒRE, e che è documentato appunto col doppio significato di «sedere» e di «essere», ὅπερ ἔδει δεῖξαι.

Re: Re: ESSE/SEDERE

Inviato: dom, 28 feb 2016 17:34
di Ligure
Ringrazio Infarinato per la conclusione che ha fornito – corredata di tutti i riferimenti per chi desiderasse approfondire – in merito a uno dei più classici τόποι delle questioni etimologiche iberiche.

Ho approfittato per poter ricambiare la finezza euclidea (e di altri autori). :wink:

P.S.: chi avesse desiderio e possiede una sufficiente visione d'insieme della situazione linguistica dell'Italia settentrionale potrebbe scrivere – per una rivista seria – un magnifico articolo sulla "discontinuazione" del verbo sedere nell'Italia settentrionale (in realtà, anche nel Meridione) in relazione all'evoluzione linguistica delle lingue iberiche: non mi risulta sia mai stato pubblicato nulla del genere. Tutti i riferimenti fonetici e lessicali da cui partire sono stati dati.

Inviato: lun, 29 feb 2016 15:14
di sempervirens
Troppa grazia! Leggendo i vostri commenti è come aver passato un paio d'ore in biblioteca, nel senso di passare il tempo istruendosi con la lettura. Ora posso dire che ne so più di prima. Rimane però il dubbio che mi ero posto quando ho aperto la discussione. Se uno lo usa per esempio in una frase come 'Tizio è essuto in piena salute fino alla morte' fa scappare chi lo ascolta?
Scusate la "ruspantezza" della domanda! :oops:

Inviato: lun, 29 feb 2016 15:21
di Ferdinand Bardamu
Come ha già detto sopra Infarinato, la forma piú in uso era quella aferetica, suto. La risposta alla sua domanda è ovviamente sí, perché si tratta di una forma arcaica: sarebbe un po’ come usare fia o fora.

Inviato: lun, 29 feb 2016 23:57
di sempervirens
Ho capito. M'acquieto allora. Una delle peculiarità di una lingua storico-naturale con alle spalle un lungo passato è quella di avere un grande numero di sostantivi desueti, arcaici, e nel caso dell'italiano questo fatto è rimarchevole. Mi auguro che anche tra centinaia di anni si continui ad inserire nei nostri dizionari tutte queste parole che trasudano di cultura e storia, per dare ad esse la possibilità di essere ripescate da uno scrittore temerario e appassionato del lessico antico.
Nel mio piccolo, siccome questo verbo mi piace, con l'animo in pace, credo che lo vorrò nel mio futuro epitaffio. E qui penso che anche i maligni più incalliti, leggendolo quando sarà quel giorno, si asterranno dal chiedermi il come e il perché. :)