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"Stiamo riparando i loro disastri"

Inviato: sab, 18 nov 2006 1:46
di Fausto Raso
Nella rassegna stampa dell'emittente La7, del 18 novembre (notte venerdì/sabato), L'Unità recava un titolo che mi ha fatto inorridire (dal punto di vista linguistico): "Stiamo riparando i loro disastri".
Il verbo riparare, nel caso specifico, sta per "porre rimedio" ed è intransitivo; si costruisce, per tanto, con la preposizione "a".
Correttamente si deve dire, quindi: "Stiamo riparando ai loro disastri".

Inviato: sab, 18 nov 2006 21:51
di Federico
Ma Fausto, non può stabilire la reggenza di un verbo sulla base di un sinonimo!
Ovvio che porre rimedio o porre riparo hanno una costruzione diversa da riparare, che invece è transitivo anche nell'accezione da lei indicata, generalmente.
Cosí dice il Treccani, con vari esempi: riparare un torto, una scortesia, un danno, un'ingiustizia, uno sbaglio, un esame, due materie.

Inviato: sab, 18 nov 2006 22:04
di Marco1971
Giustissimo quel che dice Federico. Inoltre, lo stesso Gabrielli, nel suo dizionario, dà di riparare, nell’accezione 4, le due reggenze, sicché la frase citata da Fausto Raso non dovrebbe far raccapricciare nessuno (sott. mia):
4. Rimediare, sanare, aggiustare correggendo, compensando, risarcendo. Riparare il male commesso; Riparare un danno, un’offesa, un’ingiustizia. [...] spesso con costruz. intr. aus. avere. Porre riparo, porre rimedio. Riparare alla cupidità che, raunando ricchezze, cresce (Dante) [...].

Inviato: dom, 19 nov 2006 1:13
di Fausto Raso
Mi sono fidato di quanto riporta "Sapere.it che... riporto:
intr.
(aus. avere) porre rimedio coi mezzi necessari a un danno, ad una situazione di disagio fisico o morale, ai guasti provocati da calamità naturali, e simili
(aus. essere) rifugiarsi, mettersi in salvo, spec. di chi cerca asilo politico: riparare all'estero; anche di chi vuole sottrarsi alla giusta punizione
più com. us. con la part. pron., nel sign. di trovare riparo, rifugio materiale per difenderci da pericoli o da eventi dannosi: ripararsi dalla pioggia.

e di quanto registra il Sandron: intr. (aus. avere) porre rimedio coi mezzi necessari a un danno, ad una situazione di disagio fisico o morale, ai guasti provocati da calamità naturali, e simili: riparare all'ingiustizia della società, agli inconvenienti della siccità, agli effetti della carestia, allo stato di disagio degli alluvionati.
Questi vocabolari danno "riparare" nell'accezione di porre rimedio solo intransitivo, quindi seguito dalla preposizione "a".

Inviato: dom, 19 nov 2006 1:33
di Fausto Raso
DEVO IMPARARE, PRIMA DI "SPUTARE SENTENZE" (chiedo scusa per la volgarità), A CONSULTARE PIU' VOCABOLARI.

Inviato: dom, 19 nov 2006 1:40
di Marco1971
E lei, proprio lei, si fida di quanto riportato da un sito per questioni come queste?

Per la precisione, il Sàndron (almeno nella versione seriore De Agostini) dice esattamente:
2. porre rimedio ad un errore da noi commesso, risarcire un danno che abbiamo arrecato; cfr. più avanti l’uso come intr. riparare un atto scortese, un’offesa, uno sbaglio, il malfatto; ch’io stringa codesta mano che riparerà tanti torti (Manzoni).
È un uso legittimo e irreprensibile.