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«Outfit»

Inviato: gio, 21 apr 2016 16:52
di Ferdinand Bardamu
Nel gergo della moda, outfit indica la tenuta, il completo, ossia l’insieme di capi d’abbigliamento coordinati indossati in una certa occasione (es. «outfit da sera»). Non dovessero piacere tenuta o completo, la nostra lingua ha anche un altro traducente, che calza a pennello con la definizione del forestierismo in questione: insieme.

Inviato: gio, 21 apr 2016 18:05
di Freelancer
Inoltre [il neopurismo, NdR] si dedica soprattutto alle voci presumibilmente destinate a una larga circolazione nell’uso comune, tollerando i molti internazionalismi che restano confinati nell’ambito dei linguaggi specialistici, dove hanno una loro ragion d’essere, e trascurando certe voci esclusive del linguaggio della moda (➔ moda, lingua della) o del gergo mondano difficili da eliminare, dato che vi sono particolarmente ricercate proprio per la loro connotazione esotica e allusiva.
(sottolineatura mia)

Dall'articolo di Massimo Fanfani.

Inviato: gio, 21 apr 2016 18:33
di Ferdinand Bardamu
Sono consapevole dell’importanza dei forestierismi nella moda e non ho alcuna speranza, caro Roberto, di sostituire uno solo dei termini di questo gergo. Mi piacerebbe soltanto che si ricuperassero queste parole italiane, sia pure soltanto per variare di quando in quando l’uso stabile che mi pare si faccia dell’anglicismo in questione.

Eppoi mi premeva sottolineare che, prima dell’introduzione di quest’anglicismo, esistevano parole italiane adoperate comunemente senza la preoccupazione di non apparire abbastanza ricercati. La prima volta che ho sentito outfit (non prima di un anno fa) non ho potuto fare a meno di rammaricarmi per l’introduzione dell’ennesimo anglicismo inutile. (Ma utilissimo per dare l’idea di ricercatezza, esotismo, ecc.)

Inviato: gio, 21 apr 2016 18:40
di Animo Grato
Ferdinand Bardamu ha scritto:La prima volta che ho sentito outfit (non prima di un anno fa) non ho potuto fare a meno di rammaricarmi per l’introduzione dell’ennesimo anglicismo inutile. (Ma utilissimo per dare l’idea di ricercatezza, esotismo, ecc.)
Tant'è vero che io l'ho sentito spesso (e almeno quattro -se non cinque- anni fa, felice Ferdinand!) in luogo di un semplice abito o vestito, senz'alcuna preoccupazione per la [presunta?] sfumatura tecnica.
Come nella moda, l'importante è sfoggiare... :roll:

Inviato: ven, 22 apr 2016 11:51
di Ferdinand Bardamu
Concordo con lei, Animo Grato: l’uso che se ne fa è spesso assai generico appetto alle definizioni dei dizionari.

D’accordo, la lingua della moda va per conto suo, e per sua stessa natura si nutre di parole percepite come esotiche; perciò, come ha ricordato Freelancer, un neopurista che si rispetti dovrebbe rassegnarsi e lasciar correre. Tuttavia, in questo caso rivendico il mio diritto a usare l’italiano, perché il designato è vago (anche un paio di jeans e una maglietta messi insieme a caso sono un outfit? :roll: ) e non c’è bisogno di imbellettarlo con parole straniere.

Inviato: ven, 22 apr 2016 17:11
di Freelancer
Ma caro Ferdinand, chi le impedisce di usare l'italiano? Faccio fatica a capire il senso di questa sua affermazione...

Inviato: ven, 22 apr 2016 17:23
di Ferdinand Bardamu
Caro Roberto, non volevo dire che qualcuno o qualcosa m’impedisce di fare alcunché: era una generica lamentazione… me la conceda, via!

Inviato: ven, 22 apr 2016 17:37
di Freelancer
Ah scusi, avevo pensato che volesse dire che poiché tutti dicono outfit -non è così ovviamente - esiste una costrizione esterna a usarlo.

Lo sa che nelle mail che ricevo da colleghi, soprattutto dall'Italia, il saluto finale quasi sempre è buon weekend o buon uichènd (scritto così). A volte mi sento quasi retrogrado a scrivere buon fine settimana (ma continuo a farlo).

:wink:

Inviato: ven, 22 apr 2016 17:50
di Ferdinand Bardamu
Freelancer ha scritto:Lo sa che nelle mail che ricevo da colleghi, soprattutto dall'Italia, il saluto finale quasi sempre è buon weekend o buon uichènd (scritto così). A volte mi sento quasi retrogrado a scrivere buon fine settimana (ma continuo a farlo).
Per lo meno fanno un minimo sforzo per adattare (parzialmente) l’anglicismo. :mrgreen:

Comunque, lo stesso accade a me. Ai buon weekend degli altri oppongo inevitabilmente il mio buon fine settimana. Non mollo! :D

Inviato: ven, 22 apr 2016 18:32
di Sixie
Ho sempre usato mise per dire outfit ma, mi accorgo che nemmeno mise copre tutti i significati di outfit, che è... come dire, una sorta di "allestimento" della persona, in cui tener conto del colore e taglio dei capelli, ad esempio, della conformazione e proporzioni del corpo, dell'abbinamento dei colori dei capi da indossare, oltre agli accessori naturalmente, avendo sempre presente il risultato e, soprattutto, l'effetto che si vuole ottenere in quel dato momento, in quella data occasione.
Mise en scène, forse, potrebbe rappresentare al meglio la "costruzione" di un outfit personale. :roll:

Inviato: sab, 23 apr 2016 1:30
di sempervirens
Siamo sicuri che questa espressione sia utile e più conveniente di parole giù esistenti nell'italiano? Forse devo essere un caso particolare ma io per capirne le accezioni devo vedere in quale contesto è usata. La parola italiana che più le si avvicina- secondo me- è vestito, e che a differenza di outfit non necessita di particolari contesti.
In italiano posso dire con disinvoltura, fuori di contesto, ma sicuro di essere compreso da tutti i miei connazionali la frase ' Il vestito è lì'. In inglese se dico a bruciapelo a un anglofono "the outfit is there" questo deve chiedermi a che cosa mi riferisco e di che cosa parlo. Forse frustrato.
Infatti appena cerco "(The outfit..)" sullo schermo mi appare attrezzatura; completo; vestito; costume; titoli di lungometraggi, e quant'altro in circolazione.
Per la parola italiana vestito l'inglese ha dress, che a me, scusate, pare "l'ultima spiaggia" della traduzione visto che lo usano per il nostro condire, allinearsi, fasciare, guarnire, ecc.

Secondo me queste parole come outfit, dress, e tante altre, vogliono dire tutto e niente. Usandole siamo costretti ad inserire un contesto specifico anche quando quelle italiane non lo richiedono. C'è dunque un vantaggio a sostituire parole del lessico italiano con anglicismi che spesso causano dubbi sulla loro effettiva pronuncia ed uso? Senza contare il pericolo dell'aumento dei casi di bambini dislessici ...( sì, ribatto sullo stesso chiodo).

Comunque, anch'io sono di quelli che augura il buon fine settimana. :)

P.S Con oggi fa un anno che frequento Cruscate. Ci tenevo a dire che finora mi sono trovato benissimo e ho imparato qualcosa.

Inviato: dom, 24 apr 2016 19:45
di Apani
Sixie ha scritto:[...]Una sorta di "allestimento" della persona[...]
Che ne pensa di abbigliamento?

Inviato: ven, 09 nov 2018 13:17
di Animo Grato
È tardi, lo so, ma a me piace agghindatura (o agghindaggio). Nessuna delle due è registrata.

Re: «Outfit»

Inviato: dom, 26 mar 2023 22:52
di Utente cancellato 676
Tra i giovanissimi a distanza di 7 anni dal primo messaggio continua a spopolare.

@Ferdinand Bardamu anche il Sansoni traduce insieme, oltre che completo
(set of clothes and accessories) completo m., insieme m.: that's a great outfit! che bel completo!
Per ora l'ho inserito così:

outfit: completo, insieme; abbigliamento, vestiario

Re: «Outfit»

Inviato: dom, 26 mar 2023 23:46
di domna charola
In genere nell'abbigliamento il termine "completo" si riferisce però a qualcosa che nasce già abbinato, o nel medesimo tessuto o in tessuti diversi ma associati in qualche modo; se compro un completo, rinuncio all'idea di cercare fra gli scaffali e associare fra loro pezzi diversi secondo il mio gusto, e mi affido al gusto del fornitore, che mi propone qualcosa di già associato, cioè completo.
Invece il termine outfit prevede anche lo spazio per la personalizzazione, almeno nell'uso che si è affermato da noi. C'è dentro, come notato più sopra, tutto l'insieme vestimentario, gli accessori, la pettinatura etc., cioè è l'insieme con cui si decide, si sceglie di presentarsi agli altri, proponendo qualcosa che nella sua composizione riflette il gusto personale (o quello del proprio curatore di immagine, nel caso dei grandi personaggi).