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«Molto/piú estremo»
Inviato: sab, 13 ago 2016 11:41
di Ivan92
Sento spesso dire molto estremo, piú estremo, come se i parlanti non riconoscessero [più] in estremo un superlativo. Chiedo: il valore superlativo d'estremo s'è affievolito nel tempo e oggi dev'esser considerato alla stregua d'un normale aggettivo? O molto estremo e piú estremo sono pur sempre errori da marcare con il pennarello rosso?
Inviato: sab, 13 ago 2016 12:53
di Ferdinand Bardamu
Estremo è un superlativo solo in latino. A tal riguardo, ricopio ciò che scrive il Serianni alla voce
estremo / piú estremo della sezione
Glossario e dubbi linguistici in
Italiano, Milano: «Garzanti», 2000:
- estremo è un antico superlativo latino, EXTREMUS, ormai non piú avvertito come tale in italiano. È dunque possibile adoperare estremo nell’accezione di ‘eccessivo, grande, radicale’, al comparativo: «nuovi casi più generali, piú forti, piú estremi» (Manzoni). Estremo, invece, non ammette gradazioni nel significato di ‘ultimo’ (l’estremo saluto, essere alle estreme risorse), che è un significato non graduabile in quanto si riferisce a una posizione determinata in una serie numerica: non si può essere piú o meno ultimi, ma solo ultimi o qualcosa d’altro (penultimi, terzultimi, primi, secondi, terzi). Alcuni di questi aggettivi ammettono però il superlativo enfatico: i primissimi interventi sono quelli piú urgenti, le ultimissime sono le notizie inserite in un giornale immediatamente prima della stampa.
Inviato: sab, 13 ago 2016 13:09
di Animo Grato
Mi pare un caso simile a quello di
acerrimo, di cui s'era parlato
qui.
Inviato: sab, 13 ago 2016 13:50
di Ferdinand Bardamu
È simile, ma non del tutto: acerrimo è il superlativo di acre, ma estremo non ha, in italiano, un corrispondente aggettivo di grado positivo.
Inviato: sab, 13 ago 2016 16:12
di Ivan92
Vi ringrazio!
