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La sottovia e il sottoscala

Inviato: sab, 02 dic 2006 0:41
di Fausto Raso
Vorrei sapere in base a quale “criterio linguistico” i vocabolari (quelli in mio possesso) registrano sottoscala tassativamente sostantivo maschile e invariabile e sottovia “ambisesso”: il sottovia, la sottovia. Il Dop, in particolare, riporta:
sottovia, s.m. (inv.) o s. f.
il che lascia supporre che resta invariato solo nella forma maschile: i sottovia, le sottovie. Eppure entrambi i vocaboli sono composti con la preposizione impropria "sotto" e un sostantivo femminile (via, scala). Perché, dunque, uno è di genere maschile e l’altro è un “ermafrodito linguistico”?

Inviato: sab, 02 dic 2006 1:05
di Marco1971
Il Battaglia dà sottoscala come sostantivo maschile (raro femminile) e per sottovia dà entrambi i generi. Io propendo per il sottoscala e la sottovia, per banali motivi semantici: il sottoscala è un «vano chiuso o aperto situato sotto una rampa di scala e per lo più adibito a rispostiglio» mentre la sottovia è un «tratto sotterraneo di strada o di ferrovia che evita attraversamenti o rende più veloce lo scorrimento del traffico» (definizioni del Battaglia).

Nel primo caso si parla d’uno spazio, nel secondo d’una via; sembra naturale l’attribuzione del genere in base a tali associazioni (e il sottoscala non è una scala [né un tratto di essa]; mentre è giustificabile il maschile per sottovia se si pensa a tratto di strada).