Ma bubu, c'è una via di mezzo fra il silenzio e la stigmatizzazione: e non concordo colla sua interpretazione dei rimandi, perché l'esperienza mi fa dire che qualunque cosa entri nel vocabolario non accompagnata da esplicite note che la sconsiglino è considerata esistente cioè corretta (nell'opinione comune, infatti, ciò che non è nel vocabolario non esiste: ma ciò che esiste si può sempre usare); dovunque mi sia permesso di dire che sopratutto è sconsigliabile, mi sono sentito rispondere che è registrato come variante e perciò è incontestabilmente corretto quanto soprattutto, anche se meno comune.bubu7 ha scritto:Cosa avrebbero dovuto fare i nostri migliori vocabolari?
Scrivere, come fa il Gabrielli: senonché: forma non corretta; sopratutto: non bene [bontà sua!]; dapertutto: ZERO [addirittura questa variante non esiste]?
Oppure rimandare, come fa giustamente il GRADIT, alle forme attualmente più diffuse dando così implicitamente, per chi sa leggere il vocabolario, un’indicazione di consigliabilità?
Il problema è che i vocabolari, nonostante la sfrenata commercializzazione, restano degli strumenti in buona parte autoreferenziali e per soli addetti ai lavori: come spiegare altrimenti tanta differenza fra l'idea comune di vocabolario e quella dei suoi compilatori?