Pagina 1 di 3

Troncamento dei sostantivi nei dialetti

Inviato: mar, 07 feb 2017 12:35
di Ivan92
Dalle mie parti è frequente il troncamento sia di verbi sia di sostantivi. Per ciò che riguarda il primo, sappiamo che anche in altre parti d'Italia si verifica lo stesso fenomeno. Quanto al secondo, sono curioso di sapere se nel resto della penisola accadano cose simili: pa' (pane), ca' (cane), ma' (mano), vi' (vino), ade' (adesso), lazzaro' (lazzarone), capoccio' (capoccione), etc. Da notare come la maggior parte dei sostantivi che subisce il troncamento finisica in -ane, -ano, -ino, oppure in -one.

P.S. Ho ritenuto più opportuno pubblicare il filone in questa sezione, dato che ha che fare con i dialetti.

Inviato: mar, 07 feb 2017 12:55
di Ferdinand Bardamu
Nella mia variante, il troncamento avviene soltanto con gli aggettivi e i sostantivi, non con i verbi all’infinito (se non nei casi, affini all’italiano, del cosiddetto troncamento sintattico): es. «El pan l’è bon da magnare». :)

Inviato: mar, 07 feb 2017 13:01
di domna charola
Mia nonna troncava anche i verbi, sia all'infinito ("ti xe da magnar") sia nel participio passato; la variante in questo caso è Venezia-Cannaregio.

Inviato: mar, 07 feb 2017 14:36
di Ivan92
Ferdinand Bardamu ha scritto:Nella mia variante, il troncamento avviene soltanto con gli aggettivi e i sostantivi, non con i verbi all’infinito (se non nei casi, affini all’italiano, del cosiddetto troncamento sintattico): es. «El pan l’è bon da magnare». :)
Qui sono gli aggettivi a non subire alcun troncamento. Noi diciamo el pa' è bono da magna'. :)

Che Lei sappia, dunque, il troncamento dei sostantivi è tipico di alcune regioni del Norde e del Centro?

Inviato: mar, 07 feb 2017 14:51
di Ferdinand Bardamu
Credo che nel Settentrione il troncamento — ma vorrei precisare che possiamo parlare di troncamento solo in un’ottica diacronica, giacché, ad es., a inbriagon («ubriacone») non si contrappone *inbriagone — sia comunissimo e vada oltre i casi su descritti: per dirle, in trentino «Ho fatto» è (se non ricordo male) «Go fat».

Inviato: mar, 07 feb 2017 15:38
di Ivan92
La ringrazio. :) Mi interessava soprattutto il troncamento dei sostantivi. Ho sempre creduto che fosse un fenomeno tipico del Centro Italia, ma invece non è così. Forse soltanto in Umbria i sosantivi subiscono lo stesso trattamento. Inizio a pensare che sia un influsso gallo-italico, che, una volta entrato nel nostro sistema dialettale, è stato prontamente adattato: per tornare all'esempio di prima, pan è diventato pa'. Mi sono fatto questa idea, ma non trovo nulla che corrobori la mia tesi.

Inviato: mar, 07 feb 2017 19:10
di Millermann
A un filone sui dialetti non posso non dare il mio piccolo contributo! :D
Nei dialetti della mia zona (Calabria settentrionale) sono presenti due tipi di apocope: quella degli infiniti e quella degli allocutivi. Entrambe sono la norma, cioè si può dire soltanto parla', mangia', veni', críde (credere), scínne (scendere), ecc.

L'apocope degli allocutivi (frequente anche in italiano regionale) consiste nel troncare il nome (proprio o comune) alla sillaba accentata, col buffo risultato che, se questa è la prima, l'intero nome si può ridurre a una semplice vocale:
«ciao, Angela! > ciao, A'!». Perciò l'apocope può riguardare un sostantivo solo se usato come allocutivo (ad esempio cumpa', dotto') ;).

Occorre osservare però una cosa: in dialetto operiamo una sorta di legamento fra le parole, se queste fanno parte di una frase. Cosí una frase come «'U pani è búonu 'i mangia'» diventa, in realtà, «'u pan'è buon'i mangia'».

Vorrei ancora aggiungere che nei dialetti calabresi meridionali questi fenomeni, per quel che ne so, non sono invece presenti.

Inviato: mer, 08 feb 2017 10:36
di Ivan92
Millermann ha scritto:L'apocope degli allocutivi (frequente anche in italiano regionale) consiste nel troncare il nome (proprio o comune) alla sillaba accentata, col buffo risultato che, se questa è la prima, l'intero nome si può ridurre a una semplice vocale:
«ciao, Angela! > ciao, A'!». Perciò l'apocope può riguardare un sostantivo solo se usato come allocutivo (ad esempio cumpa', dotto') ;).
Codeste cose accadono anche qui: Ivan diventa I', per esempio. Mi viene in mente anche professo'. :)

Inviato: mer, 08 feb 2017 12:26
di Carnby
Ivan92 ha scritto: Inizio a pensare che sia un influsso gallo-italico, che, una volta entrato nel nostro sistema dialettale, è stato prontamente adattato: per tornare all'esempio di prima, pan è diventato pa'. Mi sono fatto questa idea, ma non trovo nulla che corrobori la mia tesi.
Se legge Temistocle Franceschi La struttura fonologica dell'italiano e le sue radici latine c'è scritto più o meno quello che dice lei, però in relazione al toscano: fa gli esempi fiorentini di San Pier Maggiore e Argin grosso riconducendoli a una fase più «lombardeggiante» di oggi.

Inviato: mer, 08 feb 2017 14:16
di u merlu rucà
Nel ligure la situazione è simile a quella del veneto:

bon "buono", parlà "parlare"

Inviato: mer, 08 feb 2017 14:30
di Carnby
La situazione settentrionale più conservativa credo sia appunto quella del ligure e di alcune varietà venete, che non tollerano uscite finali in consonante tranne la nasale.

Inviato: mer, 08 feb 2017 16:14
di Sixie
Carnby ha scritto:La situazione settentrionale più conservativa credo sia appunto quella del ligure e di alcune varietà venete, che non tollerano uscite finali in consonante tranne la nasale.
In realtà, solo nel vicentino, padovano e polesano - che io sappia - -e ed -o finali cadono dopo nasale; a mano a mano che si sale dalla pianura e laguna verso le montagne il fenomeno si fa più frequente e interessa altre consonanti come - r di missièr (suocero), -l di cocàl (gabbiano), -c di foc (fuoco), -t di let (letto).
Poi c'è l'interessante fenomeno del cambio di genere di alcune parole: la neve, nel trevigiano alto, feltrino e bellunese diviene maschile: el/al nef. :)
Sono tutti 'troncamenti', se così li vogliamo definire, e per ciò senza apostrofo; l'unico esempio di elisione che mi viene in mente è l'esclamazione màriave'!, che sta per 'maria vergine'.

Inviato: mer, 08 feb 2017 18:44
di Ivan92
Carnby ha scritto: Se legge Temistocle Franceschi La struttura fonologica dell'italiano e le sue radici latine c'è scritto più o meno quello che dice lei, però in relazione al toscano.
Ma Franceschi si riferisce all'apocope dei sostantivi o al troncamento in generale?

Inviato: mer, 08 feb 2017 18:51
di Ivan92
Sixie ha scritto: Sono tutti 'troncamenti', se così li vogliamo definire, e per ciò senza apostrofo.
Non vorrei dire una castroneria, ma il troncamento a volte è segnalato dall'apostrofo, come nel caso delle apocopi posvocaliche. Dunque, vi' (vino) dovrebbe essere un troncamento tanto quanto gran.

Inviato: mer, 08 feb 2017 19:23
di Carnby
Sixie ha scritto:In realtà, solo nel vicentino, padovano e polesano - che io sappia - -e ed -o finali cadono dopo nasale
Infatti ho specificato alcune varietà venete. :)
Ivan92 ha scritto:Ma Franceschi si riferisce all'apocope dei sostantivi o al troncamento in generale?
Al fenomeno del troncamento in generale.
Ivan92 ha scritto:Non vorrei dire una castroneria, ma il troncamento a volte è segnalato dall'apostrofo, come nel caso delle apocopi posvocaliche. Dunque, vi' (vino) dovrebbe essere un troncamento tanto quanto gran.
Le grammatiche in teoria separano il troncamento (che non usa l’apostrofo) dall'apocope (segnalata dall’apostrofo) che avviene quando cade una sillaba intera, per esempio in po’ (poco), mo’ (modo), ca’ (casa). In ogni caso c’è una differenza tra i fenomeni di troncamento segnalati per il Nord Italia e quelli del Centro: i primi avvengono in ogni contesto, anche prima di pausa, i secondi possono avvenire solo prima di una consonante. Ci sono occasionali occorrenze di nasale finale assoluta anche in toscano, ma è un argomento che andrebbe approfondito maggiormente.