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«Pettirosso»

Inviato: dom, 04 giu 2017 14:53
di valerio_vanni
Mi sto interrogando sull'origine di questo composto, che mi parrebbe più lineare se fosse scritto «pettorosso».

Viene da ipotizzare un'origine da un caso genitivo o dativo, ma mi convincono poco "rosso al petto" o "rosso del petto".

Inviato: dom, 04 giu 2017 16:58
di Animo Grato
È possibile che sia una retroformazione a partire dal plurale pettirossi?

Inviato: dom, 04 giu 2017 17:37
di Carnby
Una dissimilazione di due -o- ravvicinate? Né il DEI, né il Devoto dicono nulla.

Inviato: dom, 04 giu 2017 19:58
di u merlu rucà
Boccaccio usava pettorosso come risulta dal TLIO.

Inviato: dom, 04 giu 2017 22:30
di Infarinato
La domanda se l’era già posta il Rohlfs (discussione ripresa dal DELI): G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti. III. Sintassi e formazione delle parole, Torino 1969, «Einaudi».
Rohlfs (1969:339–40) ha scritto:992. Il tipo pettirosso. L’unione di un sostantivo con un aggettivo può darsi anche cambiando in i la desinenza del primo. Questa i diventa in tal modo una sorta di contrassegno compositivo. Per la lingua citiamo pettirosso, capirosso, capinera, capiverde, per il pisano codibianco, codilungo (Malagoli), per il toscano volgare codirosso, codibianca, codilunga (AIS, 498), italiano antico collicorto, collilungo. In alcune zone dell’Italia meridionale queste formazioni sono piú numerose, cfr. salentino mani-muzzu ‘mozzo delle mani’, capiḍḍijancu ‘bianco di capelli’, pèti-leggiu ‘piè leggero’, mani-leštu, anchi-tortu ‘dalle gambe storte’, ucchi-pertu ‘con la bocca aperta’ (Panareo, 37), capi-rasu ‘col capo raso’, calabrese capitostu ‘testardo’, capivacantu ‘vuoto di testa’, mani-ciuncu ‘di mani storpie’, colli-tuortu ‘col collo torto’, vucchi-stuortu ‘che ha la bocca storta’, cudilonga ‘coditremola’, cudirussa ‘codirosso’. Tali formazioni sono particolarmente diffuse nel corso, cfr. barbibiancu, manimozzu, nasitortu, barbigrisgiu, capileggeru, pedilestu, pelibrunu, bocchirussu, nasirittu, cornirittu ‘dalle corna dritte’, capimozzu, bocchineru, capivanu ‘testa vuota’¹.

L’origine di queste formazioni non è ben chiara. Una coniazione analogica su modelli latini (per esempio oviparus, pedisequus, lacticolor, vinivorax, oriputidus) presupporrebbe che tali formazioni si siano diffuse per via letteraria². Ma ciò non è affatto sicuro. Tanto piu che in latino formazioni cosí naturali quali *barbilongus, *nasitortus, *manilatus, *pedicurtus non sono attestate. Per quanto riguarda il significato esatto degli esempi romanzi suddetti, si deve mettere in rilievo il fatto che pettirosso, capiverde, capitostu, nasitortu non sono la stessa cosa di petto rosso, capo verde, capo tosto, naso torto. Mentre negli ultimi casi siamo di fronte ad un legame di tipo attributivo (ad una determinazione piú esatta di un sostantivo), nelle formazioni che qui ci interessano il sostantivo ha il valore funzionale di una relazione: rosso di petto, mozzo di mani, torto di naso. Queste formazioni dunque ricordano in primo luogo certi composti provenzali formati con l’aiuto di un accusativo di relazione (‘alla greca’) boca-durs ‘duro di bocca’, boca-fortz, cap-tondutz ‘dal capo tosato’, coa-ros ‘l’uccello dalla coda rossa’, lengua-forbitz ‘forbito di lingua’, pepelutz ‘peloso di piede’ (cfr. Schultz-Gora, ZRPh 53, 103 sgg.); cfr. a questo proposito § 993. Il medesimo principio compositivo è stato erroneamente applicato ad altipiano, mentre il senese capifoco, nel Lazio capifogo ‘alare’, è stato ricavato dal plurale (i capifoco).

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¹Anche in Sardegna queste formazioni sono diffusissime, cfr. pittiarvu ‘col pizzo bianco’, fustialvu ‘pioppo’ (di fusto bianco), barrimannu ‘con una grande mascella’, culibiancu, alipintu, visticurtu ‘di vista corta’ (Wagner, HWS, § 178). Cosí nello spagnolo: barbirrubio, pelirrojo, ojinegro, alicorto, pechiblanco, patituerto (cfr. Baist, «Longimanus e manilargo», RF 10, 471–74). Il provenzale antico conosce solo colilonc ‘dal collo lungo’. Ma nel guascone moderno si trovano cami-nut ‘nudo di gamba’, brassi-lounc ‘lungo di braccio’, nasi-lounc, cabi-ort ‘forte di testa’, saumi-sourt ‘sordo come un’asina’ (cfr. Rohlfs, Gascon, § 476).

²Pensano a modelli latini dotti: Meyer-Lübke, Gramm. 2, 588; L. Spitzer, «Rev. de fil. esp.» 2, 35 sgg. e F. Tollemache, «Le parole composte nella lingua italiana», Roma 1945, pp. 67 sgg., mentre M. L. Wagner si pronuncia (opinione piú convincente) in favore di creazioni popolari del latino volgare (VR 9, 289); per la Sardegna, cfr. Wagner, HWS, § 178.