Vi segnalo la lettera aperta riguardo allo stato della lingua rivolta dall’amico Gabriele Valle al presidente del consiglio Gentiloni.
Tra le proposte di Valle contenute nella lettera, vorrei sottolineare questa:
Un modo di destare consapevolezza tra i più giovani sarebbe l’adozione, nella scuola, nell’ora d’italiano, di un modulo dedicato al forestierismo. L’insegnante mostrerebbe in aula come entrava il forestierismo nei secoli scorsi e come entra adesso. Lo studente capirebbe che la maggior parte delle voci straniere penetrate nel lessico dell’italiano si trasformavano mediante adattamento; altre invece venivano tradotte. Quelle che rimanevano immutate non erano che una infima minoranza.
Mi pare una buona idea per affinare la sensibilità linguistica della popolazione, partendo fin dagli anni della scuola.
Grazie Ferdinand, è una lettera me-ra-vi-glio-sa, piena di buonsenso e di concretezza, e scritta benissimo. Speriamo bene...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
D’accordissimo. Tuttavia, per quanto ne so io, non sono sicuro che ci siano abbastanza docenti d’italiano sufficientemente preparati per spiegare queste cose agli alunni… O sono troppo pessimista?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Marco1971 ha scritto: [...] per quanto ne so io, non sono sicuro che ci siano abbastanza docenti d’italiano sufficientemente preparati per spiegare queste cose agli alunni… O sono troppo pessimista?
No, non lo è: fosse per me manderei i colleghi di lettere di nuovo (e di corsa) a Lezione di italiano.
Altrimenti tocca sempre al docente di lingua straniera "spiegare queste [e altre] cose agli alunni".
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.