olaszinho ha scritto:In un altro forum di linguistica, mi è capitato d'imbattermi nell'espressione "venire a piovere"; ammetto di non averla mai udita prima. Mi hanno spiegato che è abbastanza comune in alcune parti dell'Italia settentrionale.
Settentrionale, dice?

Io di certo non lo sono, eppure nel mio dialetto è perfettamente normale dire «vène a chjòve» (provo anche a dare la pronuncia: [ˌvɛna:ˈc:ɔve]

), anzi è il modo piú idiomatico di dire che «arriva la pioggia».
Per quel che mi risulta, in Calabria l'uso è comune e spontaneo anche in italiano regionale, e non solo al presente: «stamattina è venuto a piovere»; «sbrighiamoci prima che venga a piovere»; «sta per venire a piovere»; eccetera.
Devo dire che io, come parlante, pur considerando quest'espressione di registro colloquiale (e quindi da evitare, ad esempio, in uno scritto) non ho mai dubitato che fosse, se non proprio "panitaliana", almeno comprensibile fino al centro Italia. Insomma, un po' come certe espressioni che consideravo regionali (ad esempio «mi fa caldo» per
ho caldo) e poi ho scoperto essere usate anche in Toscana!
Invece, da quanto si evince leggendo la discussione di cui parla, è proprio al centro (e sul versante adriatico) che quest'espressione è sconosciuta. Come dite voi, allora? «Si mette a piovere»? Anche questo è usato nel mio dialetto: «si minte a chiove» [
siˌminta:ˈc:ɔve].
Riporto, da un testo di inizio '900, «Gli errori della lingua più comuni nei dialetti meridionali; brevi letture per gli alunni delle scuole inferiori del Mezzogiorno» (
qui) il "capitolo" dedicato a quest'espressione:
XXI Viene a piovere...
- Il tempo minaccia; bisogna prendere l'ombrello perchè tra poco viene a piovere...
Così aveva detto Vincenzino al fratello maggiore, Domenico, alunno della seconda Classe del liceo.
— Prendiamo pure il paracqua — rispose costui — Ricordati però che «viene a piovere» non è frase italiana...
— E come si ha a dire? (vedi che parlo alla toscana!...)
— Si deve dire: «sta per piovere», «forse pioverà», «fra poco pioverà», o semplicemente «pioverà».
E la brevissima lezione finì lì.
Quindi l'autore la considerava un meridionalismo.
A me sembra una normale espressione con valore fraseologico come tante altre (es.
venire a sapere), in cui
venire costituisce un
verbo fraseologico grammaticale con valore temporale che, stando al Treccani, «può anche indicare l’inizio di un fatto, di uno stato».
A proposito: il Treccani la dà come contrario di
spiovere senz'alcuna glossa:
spiovere¹ /'spjɔvere/
v. intr. […] ≈ smettere di piovere. ↔ piovere, venire a piovere.
Allora che ne dite? La vogliamo sdoganare pure noi?
