Grazie, caro Ilario, e… benvenuto!
Quel che Lei scrive è sicuramente corretto, ma —direi— lievemente fuori bersaglio…
Carnby ha scritto:Tommaso Francesco Borri ha definito anglicismo... un anglicismo.
Codesto è
tecnicamente vero, visto che il modello è sicuramente l’inglese
Anglicism (1642), forse (ma non necessariamente) per mediazione del francese.
Ma il punto è un altro:
anglo è «essenzialmente» un etnonimo (e altrettanto «essenzialmente» un sostantivo), difficilmente impiegabile come glottonimo (se non in composizione [
anglo-]: composizione,
non derivazione) di qui —credo— le perplessità di Carnby.
Anglico, invece, è sicuramente un aggettivo.
Insomma,
anglo-francese come
franco-italiano (e anche
anglofono come
francofono), ma, come diciamo
francesismo e non *
franchismo (che esiste con tutt’altro [non linguistico] significato

), cosí diremo
inglesismo (termine piú «normale» e antico, anche se oggi meno comune) o
anglicismo, mentre ci suonerà un po’ strano
anglismo, quasi una [non troppo lecita] sincope, al pari di
fonemico per
fonematico,
vocoide per
vocaloide,
contoide per
consonantoide etc.
Per finire: Arrigo Castellani usa sempre
anglicismo,
mai anglismo: Castellani, Borri…? Borri, Castellani…? Beh, sull’
argumentum ab auctoritate non mi pare ci sia storia.
