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«Hospice» dal latino «hospitium»

Inviato: gio, 27 set 2018 15:29
di Maestro Italiano
Nasce a Bracciano la prima casa di riposo per cani orfani.
Questo il titolo di un articolo giornalistico.
Cani orfani, non cani terminali. Ci siamo?

Qui uno stralcio, del suddetto articolo, che vorrei porre all'attenzione degli utenti di Cruscate:

Una vita dedicata ai cani - Daniela Salvi in passato si è occupata di formare insegnanti e istruttori di cani, della Protezione Civile e della Polizia, per affrontare disastri e terremoti e, dopo l’11 settembre, si è specializzata nell'insegnamento per la ricerca di esplosivi. Con la nascita dell'hospice ha deciso di continuare a dedicarsi a loro e di "accompagnarli verso la fine dei loro giorni, perché anche i cani orfani possono avere una seconda vita".

Al di là della lodevole iniziativa, l'anglicismo hospice era proprio necessario?

Un saluto a tutti i Cruscanti.

Inviato: gio, 27 set 2018 22:49
di valerio_vanni
No, non era per niente necessario.

C'è una cosa che non capisco: cosa indicano le lettere in grassetto?

Inviato: mar, 12 mar 2019 16:02
di DMW
Oltre che in maniera provinciale, nel suo caso il termine è usato anche in maniera impropria. Non sono esperto ma se non ricordo male hospice in italiotese indica una casa di cure palliative per malati terminali (ospedale per infermi terminali) dove si combatte il dolore, non una casa di riposo (ospizio).

In questo caso quindi il traducente sarebbe casa di cure palliative, o volendo usare una formazione univerbale neoclassica si può coniare algocomio:
(algo dolore + comio- ospedale o casa di cura).
Saluti

Andrea

Re: «Hospice» dal latino «hospitium»

Inviato: dom, 09 ott 2022 19:34
di G. M.
Dai Neologismi Treccani (1, 2):
hospice s. m. inv. Struttura socio-sanitaria residenziale di assistenza ai malati terminali che non possono essere curati dai propri familiari; v. casa-ospedale. ◆ Sorge a Brescia la prima “casa” italiana della “buona morte”. Una clinica privata, sull'esempio degli hospice inglesi; 26 letti convenzionati con la Regione Lombardia (“ma finora non abbiamo visto una lira”, sostiene il direttore sanitario, dottor Gianni Arosio. 66 anni). (Mario Tortello, Stampa Sera, 17 aprile 1989, p. 4, Interno) [...]
Dall’ingl. hospice (‘ricovero, ospizio’). Come parte di nomi di residenze statunitensi per malati terminali, hospice compare nell'articolo intitolato Le cliniche del buon trapasso, nella Stampa Sera del 9 febbraio 1980, p. 30.
casa-ospedale (casa ospedale), loc. s.le f. Struttura sanitaria per il ricovero di malati terminali che non possono essere curati dai propri familiari. ◆ [tit.] Vidas, una casa-ospedale per malati terminali [testo] [...] Ora Vidas ha deciso di applicare la medesima filosofia assistenziale [assitenza domiciliare gratuita e continuativa] in una propria Casa Ospedale, su modello Hospice, che sorgerà a Milano e ospiterà i pazienti più soli e in difficoltà. (Sole 24 Ore, 28 aprile 2002, p. 48, Tempo liberato) • [tit.] Nasce la casa-ospedale per malati terminali (Corriere della sera, 22 novembre 2003, p. 53, Cronaca di Milano) • Divenuto famoso a livello mondiale anche grazie al film interpretato qualche anno fa da Robin Williams, [Patch] Adams è il fondatore dell’Istituto Gesundheit, una casa ospedale nel West Virginia che ha offerto cure a più di 15 mila persone e che a breve si trasformerà in un vero ospedale gratuito aperto a chiunque. (Repubblica, 11 gennaio 2008, Bari, p. XIV).

Composto dal s. f. casa e dal s. m. ospedale.

Già attestato nel Corriere della sera del 7 aprile 1994, p. 47, Cronaca (Riccardo Nisoli).