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Verbi con particella pronominale
Inviato: gio, 08 nov 2018 20:48
di malapartiano
Salve, ho un dubbio: è corretto dire "sentiti libero di fare quello che vuoi!"?
Io credo di sì, ma allora perché non lo sono "mangiati la mela" e "leggiti il libro"?
Dipende dal verbo transitivo o no?
Re: Verbi con particella pronominale
Inviato: gio, 08 nov 2018 21:51
di Animo Grato
malapartiano ha scritto:Io credo di sì, ma allora perché non lo sono "mangiati la mela" e "leggiti il libro"?
Davvero non lo sono? A me pare di sì.
Inviato: gio, 08 nov 2018 22:57
di Infarinato
Ma poi… cosa c’entra(no)?

In
sentirsi libero,
sentirsi è riflessivo proprio con
libero complemento predicativo dell’oggetto. In
màngiati la mela e
leggiti il libro i clitici sono dativi etici.
Inviato: dom, 11 nov 2018 20:11
di malapartiano
Non lo so, Infarinato. Ci spieghi lei. Io ho posto una domanda proprio perché dubbioso e in cerca di una risposta chiarificatrice.
Inviato: dom, 11 nov 2018 20:20
di malapartiano
Inviato: dom, 11 nov 2018 20:25
di malapartiano
Il ti di "mangiati la mela" non è un dativo etico. È un'aggiunta impropria e colloquiale all'espressione "mangia la mela!". Dunque da evitare nello scritto.
Il dativo etico, facendo appello ai miei ricordi liceali, dovrebbe indicare la partecipazione emotiva all'azione. Quindi, per es., il ti di "Ti ha fatto male assistere a quella scena".
Ma chiedo conferma a voi esperti.
Inviato: dom, 11 nov 2018 21:06
di Infarinato
malapartiano ha scritto:Il ti di "mangiati la mela" non è un dativo etico. È un'aggiunta impropria e colloquiale all'espressione "mangia la mela!".
Assolve alla medesima funzione «affettivo-intensiva» (Serianni 1989, VII.40–1).
Sulla sua liceità nello scritto e il [presunto] centro d’irradiazione del fenomeno, rimando ancora a Serianni (1989),
loc. cit., cui purtroppo la risposta sul sito Treccani non rende giustizia.
L’esatta classificazione lascia un po’ il tempo che trova: rimando ancora una volta alle
sagge parole del Serianni.

Inviato: dom, 11 nov 2018 21:13
di valerio_vanni
malapartiano ha scritto:Il ti di "mangiati la mela" non è un dativo etico. È un'aggiunta impropria e colloquiale all'espressione "mangia la mela!". Dunque da evitare nello scritto.
Il dativo etico, facendo appello ai miei ricordi liceali, dovrebbe indicare la partecipazione emotiva all'azione. Quindi, per es., il ti di "Ti ha fatto male assistere a quella scena".
"Mangia la mela!" è già una frase di senso compiuto, l'aggiunta di quella particella indica la partecipazione in maniera più intensa.
Il secondo è un dativo semplice, indica a chi ha fatto male assistere alla scena. Togliendolo rimane "ha fatto male assistere a quella scena", che è incompleta. Potrebbe essere "mi" (a me) "ti" (a te) etc.
Inviato: dom, 11 nov 2018 21:49
di Infarinato
valerio_vanni ha scritto:Il secondo è un dativo semplice, indica a chi ha fatto male assistere alla scena. Togliendolo rimane "ha fatto male assistere a quella scena", che è incompleta. Potrebbe essere "mi" (a me) "ti" (a te) etc.
Giusto. (Valerio ha fatto bene a sottolinearlo: io mi ero fermato alla prima parte dell’intervento di Malapartiano, e il suo secondo esempio mi era completamente sfuggito.)
Esempi classici di dativo etico sono: «Ma cosa
mi combini?», «Questo bimbo non
mi mangia la verdura» etc.
Inviato: lun, 12 nov 2018 0:35
di Maestro Italiano
Ero entrato in questo filone con una domanda, poi ne ero uscito perché non avevo ricevuto risposte, ed ora ci rientro.
Negli esempi mostrati da Malapartiano, aldilà della liceità delle frasi, io non ci vedo i cosiddetti dativi etici. Ci vedo quelli che una volta venivano chiamati pronomi benefattivi, se non erro.
Infarinato e Valerio-Vanni hanno già risposto e non vedo il motivo per il quale dovrebbero o vorrebbero ripetersi o appulcrare il discorso. Sono d'accordo con loro. Paganini non ripete.
Più che di altri volenterosi con idee a sostegno di questo o di quello mi aspetterei di sentire altre campane, se possibile.
Nello specifico, c'è qualcuno che ha mai sentito parlare di pronomi benefattivi? Io non avevo mai sentito menzionare
dativo debole, e ringrazio Valerio-Vanni per questa rivelazione. Ma,
dativo debole è un occasionalismo o termine attestato? C'è anche
dativo forte?
Quindi, come prima scritto e poi cancellato, chiedo scusa e ...lumi.
Detto alla popolana. C'è qualcuno che vuole scendere dal piedistallo per insegnare ad un meno esperto?

Inviato: lun, 12 nov 2018 10:29
di Maestro Italiano
Per scrupolo di completezza ho cercato e trovato alla voce dativo etico sul Treccani una interessante spiegazione di cui riporto un estratto, (sottolineature mie).
(10) * Piero ha detto che gli stesse bene e che facesse buon viaggio
Il fatto di dover essere espresso con una forma pronominale atona distingue il dativo etico da altre forme di dativo come il benefattivo (➔ argomenti), che può manifestarsi anche con una forma nominale o un pronome tonico, come nella frase ha cucinato la pizza per noi (Salvi 1988: 66). In alcuni casi il significato di una frase può restare tuttavia incerto: il pronome ti dell’esempio (11) può essere interpretato come benefattivo e parafrasato come in (12) oppure come dativo etico e parafrasato come in (13):
(11) e all’improvviso Luigi ti prepara una bella sorpresa
(12) e all’improvviso Luigi prepara per te una bella sorpresa
(13) e all’improvviso Luigi prepara una bella sorpresa, e questo fatto deve provocarti stupore
Ne deduco che il mio era un problema relativo alla terminologia. Ne prendo atto. State bonini coi sassi eh! 