La ringrazio; a pensarci meglio, però, anche il suo punto di vista mi sembra ragionevole, anzi, direi che è quello corretto! È il testo della
Treccani che ho riportato nel mio precedente intervento ad avermi tratto in inganno!
Se parliamo davvero di abbreviazioni, lo sarebbero di piú parole come
*benzi o
*barze. Al contrario,
benza e
barza sono state rianalizzate come le basi da cui, ipoteticamente, sarebbero state derivate
benzina e
barzelletta.
(E, infatti, nella voce in questione si legge che «La parola nuova è interpretata come la base di derivazione di quella già esistente».)
E si legge ancora, piú avanti:
La retroformazione si distingue dunque dalla conversione per il fatto di formare parole morfologicamente meno complesse, mentre la conversione consiste nella formazione di una parola appartenente a una parte del discorso diversa da quella della base senza l’intervento di un affisso derivazionale, e di uguale complessità morfologica.»
Quindi, la parte «incriminata»
La retroformazione si distingue anche dalle ➔ abbreviazioni o riduzioni ( sub da subacqueo, prof da professore , frigo da frigorifero, spaghi da spaghetti, spino da spinello , Teo da Matteo ), perché l’abbreviazione non forma parole nuove, ma varianti di parole esistenti, connotate da un registro più basso e spontaneo.»
Ora, se
prof da
professore e
frigo da
frigorifero sono innegabilmente delle abbreviazioni, è altrettanto evidente che
spaghi da
spaghetti e
spino da
spinello (entrambi rianalizzati come diminutivi) sono principalmente delle
retroformazioni, anche se create a scopo di abbreviazione, e non per ottenere basi da cui derivare altre parole.
Si potrebbero, forse, definire «abbreviazioni da retroformazione» o «retroformate», o ancora «da rianalisi». Che ne dice?
