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«È lei che amo…»

Inviato: gio, 15 nov 2018 10:13
di olaszinho
Buongiorno.
Mi rivolgo agli esperti cruscanti. Le frasi che mi accingo a scrivere sono da considerarsi colloquiali, agrammaticali, corrette o sono semplicemente degli adattamenti poco accettabili di costruzioni presenti in altre lingue?
è lei che ho amato;
è lui che ho visto piangere;
era lei che cercavo;
è te che voglio, ecc.

Sarò sincero: questa discussione era presente in un altro fòro linguistico, ma non sono riuscito a capire l'accettabilità o meno di tali costruzioni sintattiche nella lingua standard.
A me suonano del tutto naturali, per quanto possa valere. :)
Grazie a tutti coloro che vorranno intervenire.

Inviato: gio, 15 nov 2018 12:44
di Millermann
Ho seguito anch'io, con una certa curiosità, la discussione cui fa riferimento e, pur non essendo un esperto, mi ha un po' sorpreso che nessuno dei partecipanti abbia riconosciuto quelle che sono delle banalissime (e correttissime) frasi scisse! ;)

Per un ulteriore approfondimento può leggere anche questo.
Si tratta di costruzioni perfettamente accettabili in italiano moderno, e non solo nel linguaggio colloquiale o nel parlato, che sono viste semplicemente come delle strutture sintatticamente marcate.
Perciò tutte le frasi che ha scritto sono grammaticali, e lo è, in particolare, quella piú «controversa», del tipo: È te che voglio. :)
Riporto dal Treccani:
«Con il pronome personale di 1a e 2a persona la concordanza avviene solo se il pronome ha la funzione di soggetto
Sei tu che avrai ragione

Quando invece il pronome ha la funzione di complemento oggetto, non c’è la concordanza e il verbo è alla terza 3a persona singolare È me che cercano»

Inviato: gio, 15 nov 2018 13:43
di Francesco94
Salve a tutti,

Anche io ho seguito la discussione nel fòro linguistico, a cui l'utente "olaszinho" fa riferimento. Ho inserito anche la mia opinione al riguardo, suscitando disaccordo da parte di alcuni utenti, soprattutto sul tema tu/te in funzione di soggetto/oggetto in frasi di questo tipo.

Ecco perché vorrei un chiarimento riguardo la sintassi del periodo.

Nella frase "È te che voglio", personalmente affermerei che il verbo essere è impersonale mentre il pronome personale funge da oggetto. Il verbo è uno, cioè, "voglio" mentre il soggetto è sottinteso ("io").
In analisi logica, "È te" è predicato nominale (subordinata relativa o soggettiva?) mentre il pronome relativo funge da complemento oggetto nella principale.

In alternativa, si potrebbe anche dire "Sei tu che voglio", ove "Sei tu" è soggetto e predicato verbale (principale) mentre "che voglio" è predicato verbale e complemento oggetto (subordinata relativa od oggettiva?).

La frase che personalmente ritengo scorretta è "Sei te che voglio" dato che "te" in questo caso funge da soggetto ed ecco perché si dovrebbe usare solo il "tu". Il pronome "te" va usato quando la seconda persona singolare funge da oggetto.

Ringrazio anticipatamente per il vostro aiuto.

Inviato: gio, 15 nov 2018 15:24
di Infarinato
Francesco94 ha scritto:Ecco perché vorrei un chiarimento riguardo la sintassi del periodo.
Riguardo alla! :evil:
Francesco94 ha scritto:In alternativa, si potrebbe anche dire "Sei tu che voglio", ove "Sei tu" è soggetto e predicato verbale (principale) mentre "che voglio" è predicato verbale e complemento oggetto (subordinata relativa od oggettiva?).
Teoricamente si potrebbe… ma non si dice. ;)

Inviato: gio, 15 nov 2018 19:21
di Marco1971
Sono comunque strutture da evitare in buon italiano. Si direbbe meglio Ho amato lei, ho visto piangere lui, cercavo lei, voglio te.

Inviato: gio, 15 nov 2018 21:58
di Francesco94
Vi ringrazio.
Vorrei approfittare della vostra gentilezza per avere un chiarimento su queste frasi a livello di analisi logica e analisi del periodo, come ho già tentato di chiedere nel mio intervento precedente. In realtà, la discussione sull'altro fòro linguistico ha suscitato in me molti dubbi. :roll: :?

Grazie. :(