Pagina 1 di 2
"Quest'oggi"?
Inviato: dom, 24 dic 2006 17:39
di Fausto Raso
Mi viene da ridere quando sento persone - anche di una certa cultura linguistica - dire
quest'oggi.
Oggi viene dal latino
hodie (
hoc, questo e
die, giorno) e significa, quindi,
questo giorno.
Questo, dunque, è insito già in
oggi e non c'è alcun motivo di specificarlo; c'è, forse, un
oggi che significa
domani o
ieri?

Inviato: dom, 24 dic 2006 18:02
di Marco1971
Eppure è una locuzione insignita dalla tradizione: si trova in Goldoni, Parini, Alfieri, Pindemonte, Monti, Foscolo, Leopardi, Tommaseo, Nievo, Boito, Verga, De Amicis, Gozzano, Svevo, Pirandello, e in moltissimi libretti di Verdi. Se ci attenessimo ai soli criteri etimologici per valutare l’accettabilità di ‘voci e maniere’ dovremmo rifiutare una parola come
bocca, ché in latino
bucca(m) significava la gota, o guancia com’è piú comune fuor di Toscana.

Inviato: dom, 24 dic 2006 18:29
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:Se ci attenessimo ai soli criteri etimologici per valutare l’accettabilità di ‘voci e maniere’ dovremmo rifiutare una parola come
bocca, ché in latino
bucca(m) significava la gota, o guancia com’è piú comune fuor di Toscana.

Posso concordare, anzi concordo, su quanto scrive riguardo alla bocca il cui etimo è diverso dall'accezione che le si dà.
Quest'oggi, anche se adoperato da insigni scrittori, mi pare un uso un po'... goffo.
Inviato: dom, 24 dic 2006 18:37
di Marco1971
Si tratta solo d’un espressione rafforzativa, come ce n’è
a carra (;)) in tutte le lingue. Nella parola
oggi non s’avverte piú la composizione latina, ragion per cui l’uso di
quest’oggi è ormai da diversi secoli legittimissimo (non vorrà, spero, considerare goffa la prosa di Giacomino!

).
Inviato: lun, 25 dic 2006 0:56
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:non vorrà, spero, considerare goffa la prosa di Giacomino!

).
Assolutamente no. Dal mio punto di vista (sbagliato?), però,
oggi è...
oggi. Punto (senza
questo).
Inviato: lun, 25 dic 2006 2:25
di Marco1971
Non resisto alla delizia di queste citazioni.
Vuoi tu i lieti rubini? O piú t’aggrada
Sceglier quest’oggi l’Indico adamante
Là dove il lusso incantator costrinse
La fatica e il sudor di cento buoi
Che pria vagando per le tue campagne
Facean sotto a i lor piè nascere i beni?
(PARINI, Il Giorno, Mattino.963)
Né mai?... Quest’oggi
sarà mia sposa Sofonisba; io ’l giuro.
(ALFIERI, Sofonisba, At. 2, sc. 2.84)
Fu egli questo? – o Natura! dimmelo tu – o fu egli alcun altro il motivo che mi condiva sí saporitamente quel pane? – o per quale incantesimo ogni sorso del vino ch’io attingeva da quel loro fiasco, m’imbalsamava di tal voluttà che io la sento fino a quest’oggi sul mio palato?
(FOSCOLO, Viaggio sentimentale di Yorick, cap. 69.7)
Offri tu Sacerdote al Nume eterno,
E quell’amore, che l’alma tua rinserra
Chiaro mostri in quest’oggi al Dio superno.
(LEOPARDI, Per Messa novella, 14)
- Signora!
- Che t’accade?
- Quest’oggi, è vero? Vi sentite meglio?...
- Sí, perché?
- D’esser calma promettete?
- Sí, che vuoi dirmi?
- Prevenir vi volli... Una gioia improvvisa...
- Una gioia!... dicesti?...
- Sí, o signora...
- Alfredo!... Ah, tu il vedesti?... ei vien!... l’affretta.
(PIAVE, La Traviata, At. 3, sc. 5)
Sebbene sia fuori tema, lo dico ugualmente: bisogna aver sentito Maria Callas nel ruolo di Violetta per conoscere
la Traviata.
Inviato: lun, 25 dic 2006 19:25
di Fausto Raso
Gentile Marco, non doveva mica "convincermi"
Ripeto: nonostante autori... autorevolissimi resto dell'idea che
oggi è...
oggi.
PS: non vorrei sbagliare, ma credo che il linguista Luciano Satta stia "dalla mia parte". Se riuscirò a trovare l'annotazione sattiana circa "quest'oggi" sarà mia cura (e premura) portarla a conoscenza dei "cruscanti"

Inviato: mar, 26 dic 2006 1:54
di Marco1971
Gentile Fausto, io non posso né desidero convincerla d’alcunché: non scrivo qui solo per lei ma per tutte le persone che ci seguono. Lei, poi, è liberissimo di fare a meno di certe espressioni; solo non può dirmi che un uso consolidato attraverso i secoli, e con patenti di nobiltà, sia inaccettabile, pleonasmo o no.
Aspettiamo l’opinione di Satta. Il Gabrielli, nel suo dizionario, scrive:
Spesso si rafforza: Quest’oggi non sto bene; [...]
Inviato: sab, 13 gen 2007 14:49
di studioso
Dunque bisognerebbe bandire dalla lingua domattina o domani mattina perché domani viene dal latino tardo de mane?
Inviato: sab, 13 gen 2007 15:18
di Fausto Raso
studioso ha scritto:Dunque bisognerebbe bandire dalla lingua domattina o domani mattina perché domani viene dal latino tardo de mane?
Assolutamente no! Domani si può far seguire da mattina, pomeriggio e sera:domani
mattina; domani
pomeriggio; domani
sera.
Anche se etimologicamente e alla lettera, domani significa
di mattina.
Non mi sembra, quindi, sia lo stesso caso di quest'oggi. Lei direbbe
quest'oggi pomeriggio?

Inviato: sab, 13 gen 2007 21:35
di Marco1971
Invece a me sembra un caso del tutto simile: domani mattina, etimologicamente, equivale a «da mattina mattina». Ma ben sappiamo che è alquanto prepostero fondarsi su criteri puramente etimologici per valutare l’accettabilità di voci e maniere.
Inviato: mer, 05 set 2012 17:47
di Andrea Russo
Proprio oggi ho sentito dire
quest'oggi e mi son chiesto perché mai s'usi dir cosí... Adesso so come stanno le cose: grazie a Fausto per aver posto il (mio stesso) dubbio e a Marco per la risposta corredata – come sempre – da autorevoli esempi!

Inviato: mer, 05 set 2012 18:29
di Marco1971
Corredata d...?

Inviato: mer, 05 set 2012 19:01
di Andrea Russo
Corredata di!

Inviato: mer, 05 set 2012 20:02
di Zabob
Ancoei si dice "oggi" nel dialetto ligure e in vari altri dialetti del nord Italia.
Dal lat.
hanc hodie, ciò a indicare che già il tardo latino sentiva l'esigenza di rafforzare quell'
hodie.
«Non credo che per terra vada
ancoi / omo sì duro...» (Dante,
Purg. XIII:52). Come chiosa B. Lombardi nelle note a pag. 279 di
questa edizione di fine '700 della Commedia (i corsivi sono nell'originale):
ancoi qui e in due altri luoghi [Purg. XX:70 e XXIII:96] dice Dante invece d'oggi. Riferisce il Rosa Morando che il marchese Maffei crede cotal voce presa dai Veronesi. Ma ancò (soggiunge egli), non ancoi, dicono i Veronesi (e poco diverso i Lombardi tutti e i Romagnuoli), e ancoi è voce del Tirolo*.
* (...) Dal latino barbaro hanc hodie riferisce il medesimo Rosa che ripeta il marchese Maffei l'origine della voce ancoi; e certamente o hanc hodie o hac hodie corrisponde al quest'oggi, comune al resto d'Italia.
Il passo di Scipione Maffei cui si fa riferimento è
qui, ove dice:
Dell'accusativo riman vestigio nel Veronese plebeo, quando dice ancò per oggi, cioè hanc hodie, o sia questo giorno, quest'oggi, troncate l'ultime lettere. Prese Dante da' Veronesi questa voce, che ha tre volte nel Purgatorio, ma doveasi allora pronunziare anche l'i dell'hodie.
Segnalo ancora la voce ANCOI a
pag. 33 di
Voci e locuzioni italiane derivate dalla lingua provenzale di Vincenzo Nannucci, dove il lombardo "ancoi" si fa derivare sì dal lat.
hanc hodie, ma attraverso il provenzale
ancui.
Ricordo infine il franc.
aujourd'hui e, in ital., i termini
oggidì,
oggigiorno e la locuz. "al giorno d'oggi".