«Uscire il cane» e «sedere il bambino»
Inviato: dom, 27 gen 2019 15:51
Sull’uso, popolare e regionale, di verbi come uscire e sedere con l’oggetto diretto non ci sarebbe molto di nuovo da aggiungere. Neanche la Crusca è particolarmente originale nel rispondere a un quesito dei lettori: «Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali». La frase è chiarissima: si può usare (ma si è sempre potuto usare!) in usi regionali e popolari nonostante i suoi limiti grammaticali, perché è breve ed efficace.
Sui giornali sono però apparse sintesi tese come sempre solo al sensazionalismo acchiappaclic, quali: «Accademia della Crusca: si può dire «siedi il bambino» e «esci il cane». È la rivincita del Sud». Come se Vittorio Coletti avesse cancellato un divieto secolare imposto ai parlanti del Meridione. E come se ora un campano, un siciliano o un pugliese potessero scrivere, senz’essere ripresi per l’errore, «Esco i soldi» in situazioni comunicative in cui è richiesta l’adesione alla norma. Niente di nuovo in questo atteggiamento superficiale, che la stampa condivide con il popolo delle reti sociali: l’avevamo già visto per petaloso.
Sui giornali sono però apparse sintesi tese come sempre solo al sensazionalismo acchiappaclic, quali: «Accademia della Crusca: si può dire «siedi il bambino» e «esci il cane». È la rivincita del Sud». Come se Vittorio Coletti avesse cancellato un divieto secolare imposto ai parlanti del Meridione. E come se ora un campano, un siciliano o un pugliese potessero scrivere, senz’essere ripresi per l’errore, «Esco i soldi» in situazioni comunicative in cui è richiesta l’adesione alla norma. Niente di nuovo in questo atteggiamento superficiale, che la stampa condivide con il popolo delle reti sociali: l’avevamo già visto per petaloso.