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Femminile di «pirata»

Inviato: sab, 29 giu 2019 14:32
di Animo Grato
Una parola richiesta con forza dall'attualità è il femminile di «pirata».
Il Treccani sembra limitare l'uso del termine (invariato) al femminile ai soli casi di uso estens. e fig.
È davvero così? Sono attestate forme femminili come piratessa?

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: sab, 29 giu 2019 15:13
di Marco1971
Il Battaglia non attesta il femminile, ma sul modello di il poeta-la poetessa, il profeta-la profetessa, il duca-la duchessa, nulla osta all’accoglimento di il pirata-la piratessa (tra l’altro negli ultimi anni sono stati pubblicati libri intitolati La piratessa, Susan la piratessa, Jenny la Piratessa, basta digitare piratessa in Google Libri).

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: dom, 30 giu 2019 11:29
di Daphnókomos
Lo Zingarelli (2019), che secondo me è un vocabolario molto valido, segnala proprio piratessa come femminile di pirata.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: dom, 30 giu 2019 18:53
di Freelancer
E invece il Devoto-Oli 2017 dice pirata‹pi·rà·ta› s.m. e f. (pl. -i)

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 0:59
di Marco1971
Se i lessicografi facessero il loro lavoro fino in fondo, lo Zingarelli avrebbe dovuto aggiungere «anche la pirata» e il Devoto-Oli «anche la piratessa», visto che loro missione, secondo un’autoconclamata professione di fede, è «registrare l’uso» – e entrambe le forme sono nell’uso. Di piú: occorreva precisare qual è il plurale di la pirata, perché l’utente potrebbe essere in dubbio se si debba dire le pirate o le pirati o le pirata. Ma tutto questo passa in secondo piano, perché per vendere occorre includere gli anglicismi dell’ultimo minuto, anche a costo di escludere qualche parola italiana e di tagliare alcune definizioni per guadagnare spazio.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 1:17
di Freelancer
Non mi è chiaro cosa c'entrino gli anglismi in questa discussione, tranne il volerne deprecare la diffusione a ogni piè sospinto, comunque non c'è dubbio che entrambe le forme siano nell'uso, anche se la prevalenza dell'una o dell'altra dipende dal contesto. Per esempio, una ricerca lampo mostra che la pirata della strada è molto più diffuso della piratessa della strada. Quanto al plurale, il Devoto-Oli lo indica, dicendo che dovrebbe essere le pirati, anche se appare in maggioranza le pirate (sempre della strada). Ma la casistica complessiva non è notevole. Direi quindi che ognuno possa usare il femminile - pirata o piratessa - che è più di suo gusto.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 1:28
di Marco1971
Certo. Nessuno ha aspettato che fossero registrate queste forme per adoperarle: il vocabolario fa il censimento delle parole che circolano con una certa diffusione, ma spesso, oggi, pecca di pressappochismo nelle indicazioni che dà sulla flessione e sull’ambito d’uso. Non so cosa ne pensino gli altri, ma le pirati credo che farebbe rizzare i capelli anche a chi piú non ne ha. :D

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 2:19
di valerio_vanni
Marco1971 ha scritto: lun, 01 lug 2019 1:28 ma spesso, oggi, pecca di pressappochismo nelle indicazioni che dà sulla flessione e sull’ambito d’uso. Non so cosa ne pensino gli altri, ma le pirati credo che farebbe rizzare i capelli anche a chi piú non ne ha. :D
A me parecchio!
Dovrebbe seguire il caso simile atleta (m. e f.), coi due plurali atleti e atlete.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 11:12
di Ferdinand Bardamu
Da una rapida ricerca negli archivi dei quotidiani in Rete, ho visto che, in senso traslato, prevale nettamente pirata, invariabile al singolare; al plurale anch’io trovo naturale la desinenza regolare -e (come ha detto Valerio Vanni, dovrebbe valere l’analogia con sostantivi come atleta):
  • «Mi ha investito una donna», e muore: presa la pirata della strada (Corriere della Sera, 15 gennaio 2019)
  • La municipale grazie alle telecamere installate ha trovato le “pirate della strada” Residenti in Grecia, sono state intercettate in città dopo numerosi appostamenti (Il Tirreno, 7 gennaio 2019; si notino le virgolette)
  • Olga Komova, chi è la pirata informatica uzbeka accusata di aver rubato 25 milioni di euro (Corriere della Sera)
D’altronde si parla di «radio pirate», non di *«radio pirati»:
  • La vicenda delle trasmissioni delle «radio pirate» socialiste ha avuto oggi i primi prevedibili sviluppi giudiziari al palazzo di giustizia a Parigi dove il giudice istruttore Roger Lecante ha incriminato il primo segretario del PS François Mitterand (deputato) e altri due esponenti del partito, Laurent Fabius (deputato) e Bernand Parmantier (senatore) per violazione della legge sul monopolio radiotelevisivo di Stato. (La Stampa, 25 agosto 1979)
Sempre nell’archivio dei giornali, ho trovato riscontri per piratessa soltanto nell’accezione propria:
  • Per scoprire, per esempio, il vero carattere di una di loro, Mary Read, e determinare perché si decise di far parte della ciurma del capitano «Calico Jack» Racklam, la Stanley ricorre a un’intervista parallela, fatta negli anni Settanta, a una prostituta in un porto inglese, come se le sue esperienze con i marinai potessero fare da guida e gettare luce sulle vicende e sui sentimenti di una piratessa delle Indie Orientali di due secoli fa. (La Stampa, 19 dicembre 1995)
  • Sempre nel Ponente, questa volta a Bordighera, un altro locale dove gustare le specialità primaverili è Magiargé. Prende il nome dalla moglie del pirata saraceno Boabil, che visse e morì in questo borgo nel XV secolo. La statua dedicata alla piratessa si trova nei pressi della splendida piazzetta su cui si affaccia il ristorante, diviso in piccole salette color rosso-arancio. (Corriere della Sera, 4 aprile 2007)
Notevole, a mio avviso, è l’uso peculiare di piratessa per designare un’esponente del partito pirata d’Islanda:
  • Jónsdóttir, la piratessa che fa sognare l'Islanda: "Sul campo Brexit, ma fuori tifo Remain" […] La piratessa “antisistema” all’arrembaggio dei populisti? "Sì. Su una cosa sono molto tradizionalista: per me, la gente bisogna unirla." (La Repubblica, 30 giugno 2016)
Con piratessa al posto di pirata (invariabile), mi sembra si voglia evocare l’immagine «romantica» del corsaro.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 11:32
di valerio_vanni
Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 01 lug 2019 11:12
  • La vicenda delle trasmissioni delle «radio pirate» socialiste ha avuto oggi i primi prevedibili sviluppi giudiziari al palazzo di giustizia a Parigi dove il giudice istruttore Roger Lecante ha incriminato il primo segretario del PS François Mitterand (deputato) e altri due esponenti del partito, Laurent Fabius (deputato) e Bernand Parmantier (senatore) per violazione della legge sul monopolio radiotelevisivo di Stato. (La Stampa, 25 agosto 1979)
Si trova anche il plurale invariabile quando è usato come aggettivo.
https://www.newslinet.it/notizie/storia ... onde-corte
Dalla fine degli anni '70 anche in Italia iniziarono a trasmettere diverse emittenti pirata sulle onde corte.

https://metalshock666.blogspot.com/2015 ... glesi.html
La Storia Delle Radio Pirata Inglesi:

Negli anni 60 il mondo inglese, ma non solo ovviamente, si mostra molto duro e restrittivo con la diffusione sempre più crescente di stazioni radio pirata

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 01 lug 2019 19:51
di Marco1971
E da tutto questo si può concludere che:
  1. la pirata fa al plurale le pirate e si usa in senso traslato (una pirata della strada, una pirata informatica, ecc.);
  2. la piratessa, con plurale regolare le piratesse, s’impiega in senso proprio, con riferimento alla figura del pirata marinaro d’una volta;
  3. pirata in funzione aggettivale rimane invariato (le radio pirata).
Se ci segue qualche lessicografo, lo può far presente alla propria redazione per le necessarie integrazioni alla voce pirata.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 14 ott 2019 17:16
di GFR
E meno male che è salvo il termine di piratessa: per me ha un suono magico,evocativo anche di chissà quali avventure da parte di femmine già emancipate, almeno nella violenza, nell'astuzia...

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: dom, 03 mag 2020 14:36
di codino94
Personalmente faccio il seguente ragionamento: sia nel "Treccani" che nel dizionario "Garzanti" leggo che "pirata" deriva da "assaltare". Quindi, tenendo presente che l'infinito di un verbo non ha genere, considererei "pirata" invariato per il femminile (il pirata, la pirata). "Piratessa" è un femminile "tirato un po' per i capelli" per accentuare la femminilità in determinati casi. Questa è la mia interpretazione.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: lun, 27 lug 2020 22:36
di Tecumseh
Per completezza, visto che è stato citato e commentato, Zingarelli 2010: pirata.

Re: Femminile di «pirata»

Inviato: mar, 28 lug 2020 0:37
di Marco1971
A parte l’indicazione del femminile piratessa e della data di prima attestazione, quali migliorie sono state apportate alla stessa voce dell’undicesima edizione (1983, la mia è la ristampa del 1986)? Il testo delle definizioni è pressoché immutato, qua e là accorciato, l’esemplificazione risulta lievemente ridotta, ed è stata espunta un’accezione figurata («Che sfrutta e depreda il prossimo»). Ve lo dico io: le edizioni vecchie valgono di piú. ;)